La Semaine de La Critique di Cannes 2025 inizia con un pugno allo stomaco, nel migliore dei modi. La regista belga Laura Wandel, che ha fatto scalpore con il suo debutto Playground, torna con L’intérêt d’Adam, un dramma profondamente emotivo che apre la programmazione di quest’anno. È uno sguardo lento e intenso sulla lotta di una madre per il figlio, ambientato interamente tra le mura di un ospedale pediatrico.
Un bambino in crisi, una madre che non se ne va
Il film è incentrato su Adam, un bambino di quattro anni ricoverato in ospedale per malnutrizione. Sua madre Rebecca, interpretata con silenziosa ferocia da Léa Drucker, si rifiuta di lasciarlo, anche dopo che un tribunale glielo ha ordinato. La storia diventa uno scontro tra l’istinto materno e il sistema clinico che la circonda, pieno di interrogativi su cura, fiducia e autorità.
Anamaria Vartolomei interpreta Lucy, la caposala che si sente coinvolta emotivamente nel caso di Adam. Cercando di supportare sia la madre che il figlio, Lucy finisce per destreggiarsi nella zona grigia tra empatia personale e limiti professionali. La sua presenza conferisce al film un ulteriore livello di complessità e di sentimento.
Settimana della Critica 2025: Diversità, Audacia e Umanità
La Semaine de La Critique ha la reputazione di promuovere il talento grezzo e la narrazione coraggiosa, e il 2025 non fa eccezione. Con sei film su undici diretti da donne e temi che spaziano dall’identità alla resistenza, il programma è ricco. L’intérêt d’Adam si adatta perfettamente a una storia che trasmette intimità e urgenza.
Lo stile cinematografico di Wandel è essenziale e potente. Niente melodramma, niente fronzoli, solo emozioni crude e una messa a fuoco nitida. Lascia che sia il silenzio a parlare e cattura i sottili giochi di potere che si svolgono in spazi che la maggior parte di noi trascura. L’intérêt d’Adam non si limita a raccontare una storia; ti costringe a sentirla.
La serietà apre il Festival
Mentre Cannes si intensifica, L’intérêt d’Adam stabilisce un tono serio. Ci ricorda che il cinema non è solo intrattenimento, ma anche un modo per affrontare il dolore, porre domande difficili e vedere le lotte invisibili che si svolgono intorno a noi. Questo film è una tempesta silenziosa, e l’atto d’apertura perfetto.