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Trieste Film Festival

‘At the Door of the House, Who Will Come Knocking’ : documentario dalla Serbia – Bosnia Erzegovina

Alla 36 esima edizione del Trieste Film Festival concorre per la sezione Documentari l'opera prima della regista Maja Novaković. 'At the Door of the House, Who Will Come Knocking' racconta con lunghi silenzi la vita di Emin, aprendo a noi l'inedita esperienza di una vita solitaria, tra gli alberi innevati della Serbia

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At the Door of the House, Who Will Come Knocking

At the Door of the House, Who Will Come Knocking è il nuovo film che, direttamente dalla Serbia- Bosnia Herzegovina, arriva a concorrere per il Trieste Film Festival 2025 nella categoria Documentari.

Il titolo sembra prepararci ad un film in cui qualcosa di misterioso accade. Una porta, una casa, e qualcuno che bussa. E in effetti il perno della storia è proprio una casa, immersa nella natura, al centro di centinaia di ettari di bosco. Ci sediamo accanto al protagonista: un uomo canuto (Emin Bektic) che vive da solo ormai da anni nella sua angusta casetta in legno. A bussare però non è mai nessuno. La nostra attesa è insoddisfatta, e il titolo si fa scrigno finale del desiderio dell’uomo: qualcuno con cui parlare

At the Door of the House, Who Will Come Knocking  è il primo lungometraggio diretto da Maja Novaković. Si avvale di un occhio attento – la macchina da presa – per fissare nella nostra memoria la vita quotidiana del protagonista. Diventa così un ritratto d’ambiente, ora dei micro-dettagli della casa, ora sull’immenso paesaggio che lo circonda. Il tempo e lo spazio si annullano e noi precipitiamo nel vuoto, in un lunghissimo estenuante silenzio. Il film infatti riduce le musiche e i dialoghi, quasi annullandoli. La condizione in cui l’anonimo protagonista vive è un’assordante solitudine in cui regna il candore della natura in letargo e il lento scoppiettio del fuoco.

Un potente paesaggio emotivo attraverso una fotografia impeccabile

Un nuovo tassello sul tema della disconnessione.

Il tema della disconnessione appare oggi più che mai importantissimo. Pensiamo alle iniziative della Corea del Sud, Stato con il maggior tasso di suicidi al mondo. La Corea del Sud come il Giappone è sempre più vicina a una nuova consapevolezza sulla nocività dei personal devices. Da qualche anno infatti finanzia l’esperienza del Temple stay, che nei templi buddisti prevede la meditazione collettiva e una permanenza all’insegna della disconnessione totale dal telefono.  Nel 2023 The Perfect Days di Wim Wenders ci ha già aperto gli occhi sul tema della disconnessione. In una società succube dei ritmi frenetici del capitalismo e della sovraesposizione sui social media, Wenders ci invitava alla sottrazione, come nuovo ordinamento. Il film At the Door sembra voler aggiungere un nuovo tassello a questa direzione, con cui facciamo ancora fatica a confrontarci.

La solitudine ci dà immediatamente in mano uno specchio, e rischiamo di romperlo a causa della nostra inadeguatezza a tenerlo in mano. Una vita lenta, lontana dal traffico metropolitano e dalle leggi dei social, una vita lontana da tutti, è una vita che ci tiene stretti a noi, e forse proprio da questo scaturisce il nostro disagio. Il film infatti non ha le musiche anni ’80 di Perfect Days né le sue liberatorie corse in bici, con cui un po’ abbiamo respirato meglio anche noi. Maja Nòvakovic fa un ambizioso passo in avanti, sperimentando la solitudine senza filtri confortanti, senza una lente incantata, col rischio di far precipitare lo spettatore nei meandri bui di sé stesso.

Uno specchio scomodo

La fotografia ci regala un rosario di rara bellezza che inanella uno ad uno i volti della natura: il fitto bosco di conifere, le immense montagne, le venature rosee dell’alba e il rosso del pungitopo sulla neve bianchissima. La pellicola è monocolore, grazie alle nuances bianche della neve, capace di ritagliare un posto speciale ai colori a contrasto, e così anche alle uniche creature in movimento in una dimensione immobile: il protagonista, il cavallo con la coperta messicana e i cagnolini che si riparano dal freddo.

In questo film il protagonista, quasi metonimia del paesaggio emotivo che abita, abbraccia con una certa amarezza la sua quotidianità. Pensa al cavallo come l’unico essere vivente in grado di capirlo, e s’intristisce quando l’unico vicino che incontra si rifiuta sempre di fermarsi a bere con lui. La disconnessione ha tante vite: l’attenzione al verde di Perfect Days, e l’esistenza artica di At the Door. Ma in entrambi i casi siamo noi, per la prima volta, al centro del nostro universo narrativo, senza condizionamenti da parte della società in cui siamo immersi.  Si rischia il vuoto, ci dice Maja, ma finché ci sarà un’alba che ci piacerà osservare, la nostra anima sarà sempre ben nutrita.

Per saperne di più, visita il programma alla pagina ufficiale di Trieste Film Festival.

At the Door of the House, Who Will Come Knocking

  • Anno: 2024
  • Durata: 84'
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Serbia, Bosnia e Hezegovina
  • Regia: Maja Novaković
  • Data di uscita: 21-January-2025

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