‘To be continued. Teenhood’: essere adolescenti in Lettonia
In questo documentario seguiamo la quotidianità di cinque adolescenti lettoni, scoprendo come l’ambiente e gli individui circostanti siano in grado di modellare le loro vite
Proiettato in anteprima italiana al Trieste Film Festival, To be continued. Teenhood è un documentario diretto da Ivars Seleckis e Armands Začs. Il film è stato presentato all’ ultima edizione dell’IDFA di Amsterdam ed è il seguito di To be continued.
Il trailer
I registi
Ivars Seleckis è nato in Lettonia nel 1934 ed è uno dei fondatori della scuola del documentario poetico di Riga. Esordisce nel 1968 come regista di documentari. Gran parte della filmografia di Seleckis appartiene al canone della Storia del cinema lettone e oggi, a novant’anni, è ancora attivo nella realizzazione di nuovi film.
Armands Začs, invece, è un regista e montatore lettone nato nel 1990. Ha lavorato sia a film di finzione che a documentari. Nel 2019 e nel 2022, ha ricevuto il Latvian National Film Award “Lielais Kristaps” per il Miglior montaggio.
To be continued. Teenhood: un ritratto a tutto tondo della Lettonia
Sette anni dopo To be continued, Ivars Seleckis e Armands Začs tornano a occuparsi dei cinque protagonisti del film, che ora hanno 14 anni. Non solo li vedremo durante una fase delicata della vita, ma saranno ben evidenti delle nette contrapposizioni: ricchezza e povertà, vita in campagna e in città e diverse prospettive di vita, dipendenti dal contesto in cui sono cresciuti.
Ritraendo il mondo attraverso gli occhi degli adolescenti, i due registi illustrano come il mondo, gli eventi e gli individui circostanti incidano fortemente sui loro destini.
Vite differenti
Fin dal primo momento, Kārlis, Anastasija, Anete, Glebs e Zane sono ritratti mentre sono alle prese con la loro quotidianità. In particolare, i ragazzi si stanno preparando per il loro primo giorno di scuola nello year 8. I primi due conducono una vita modesta, legata al mondo rurale. Anete, Glebs e Zane, invece, vivono in città e vivono in maniera decisamente più agiata, potendo permettersi del tempo libero da dedicare a sé stessi. Prendiamo in considerazioni due casi nello specifico.
Kārlis, ad esempio, vive con i genitori in una casa in campagna e lo vediamo mentre aiuta la famiglia nella gestione della casa. Oltre a ciò, emergono questioni relative alla guerra in Ucraina: la famiglia, infatti, possiede un forte senso patriottico e incoraggia i giovani a lottare per difendere la propria terra, così come hanno fatto i loro predecessori. Kārlis, quindi, ambisce a diventare membro dell’esercito.
Il contesto in cui Glebs viene ripreso ci permette di comprendere lo stile di vita che conduce. Infatti, egli è vestito in modo elegante, la casa in cui vive è raffinata e ci appare sicuro di sé. I suoi desideri sono decisamente più ambiziosi, legati al tenore di vita che possiede. Inoltre, Glebs fa boxe: gli è, quindi, permesso di avere del tempo libero da dedicarsi.
Importante è sottolineare come anche le scuole che frequentano Kārlis, Anastasija, Anete, Glebs e Zane siano specchio della loro condizione sociale. Ricordiamo, per esempio, la scuola di Kārlis: di stampo tradizionalista, essa è dotata di corsi specifici sull’utilizzo delle armi e sull’addestramento militare, in vista di un eventuale arruolamento in caso di guerra.
La regia
Pur mettendo in evidenza numerose problematiche, il modus operandi dei due registi non prevede alcun tipo di approccio giudicante. La macchina da presa, infatti, si limita ad accompagnare silenziosamente le vite dei cinque ragazzi, mettendo così in luce anche l’ambiente in cui vivono e le dinamiche sociali a cui essi sono sottoposti quotidianamente. In questo modo, senza far trapelare un particolare punto di vista, lo spettatore riesce a cogliere le differenti controversie che attraversano il film e a elaborare un proprio punto di vista critico.
Inoltre, durante il documentario si alternano momenti inediti e immagini legate al primo film, mostrando i protagonisti durante la loro infanzia. In questo modo queste sequenze sono tinte da una vena malinconica, osservando quanto i bambini siano cresciuti e abbiano perso l’innocenza e spensieratezza infantile. Così facendo, in qualche modo assumiamo le sembianze di genitori che ricordano con nostalgia la fanciullezza dei propri figli.
Una riflessione sul rapporto tra figli e genitori
InTo be continued. Teenhood Ivars Seleckis e Armands Začs ci parlano di un periodo delicato della nostra esistenza, di come esso venga vissuto dagli adolescenti e di come il comportamento degli adulti influisca in modo rilevante sulla loro formazione.
Nel documentario osserviamo come frequentemente i giovani siano oggetto di grandi aspettative da parte della famiglia. Avendo davanti a sé delle figure autoritarie che impongono rigidamente il proprio modello educativo, spesso i figli hanno la sensazione di non poter rifiutare il loro destino, affrontando l’esistenza in modo passivo. Indubbiamente questo causa in loro frustrazione, privandoli della libertà di scegliere il proprio futuro.
È bene ricordare che non è possibile avere dei genitori perfetti, così come questi ultimi non sono in grado di decidere a priori come sarà il proprio nascituro. Tuttavia, è giusto pretendere che un figlio diventi riflesso dei nostri desideri, idee e aspettative, privandolo dell’indipendenza e costringendolo a vivere in modo predeterminato?
Forse è proprio questa la questione più importante che emerge in To be continued. Teenhood e che ci porta a riflettere sulle nostre piccole azioni quotidiane, costituendo un’occasione per poter migliorare i nostri atteggiamenti.
To be continued. Teenhood
Anno: 2024
Durata: 98’
Genere: documentario
Nazionalita: Lettonia
Regia: Ivars Seleckis, Armands Začs
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