Che cosa succederebbe se potessimo separare nettamente la nostra vita personale da quella lavorativa e fare vivere le ore di ufficio a qualcun altro? È proprio questo il procedimento a cui si sottopone Mark Scout, protagonista di Scissione, nel tentativo di superare il lutto per la tragica morte della moglie. La procedura medica della scissione é promossa da un’azienda nebulosa ma onnipresente e in apparenza onnipotente, la Lumon Industries, di cui Mark é impiegato in un lavoro, “misterioso e importante”, ma di cui lui, e anche il pubblico, non sa e non deve sapere nulla. Dopo tre anni di attesa e una prima stagione che le aveva già assicurato lo status di piccola perla nella serialità drammatica degli ultimi anni, Scissione torna con una nuova e ancora più perturbante stagione, ora interamente disponibile su Apple TV+. E sta già diventando il prossimo cult della televisione contemporanea.
Scissione 2: dove eravamo rimasti
L’attesa – durata più di tre anni – non é di certo stata facile per i fan della serie: la prima stagione si era infatti conclusa con uno dei cliffhanger più belli degli ultimi anni e ben pochi interrogativi del pubblico – e dei personaggi – risolti. Ormai stanchi delle condizioni in cui sono costretti a lavorare e sempre più insofferenti al loro status di “innies” (le “anime” lavorative dei personaggi, che possono esistere solo negli uffici della Lumon), Mark S. (Adam Scott) e i suoi colleghi trovano il modo per “risvegliarsi” nel mondo esterno. Ma con il successo del loro piano vengono a galla verità ingombranti e inaspettate: Helly R. (Britt Lower) scopre che la sua “outie” é Helena Eagan, figlia del CEO della Lumon che ha deciso di sua spontanea volontà di sottoporsi alla scissione per sostenere la sua legalizzazione su larga scala.
Mark S., invece, si sveglia a casa di sua sorella dove scopre che il suo “outie” ha da poco perso la moglie in un incidente. Ma quando trova la foto della sua defunta consorte, Mark scopre che in realtà quest’ultima é una consulente che lavora proprio alla Lumon. Non appena Mark rivela che la moglie é viva, i protagonisti tornano alla loro forma di “outie” e si conclude la prima stagione.

La nuova stagione di Scissione riprende proprio da questo momento per rivelarci che cosa é successo subito dopo la ribellione dei protagonisti. Mark S., riammesso inaspettatamente al lavoro, non trova però i suoi vecchi colleghi che, a detta dei suoi superiori, si sono rifiutati di tornare. Ma Mark, tanto nella realtà della Lumon quanto in quella esterna, é determinato a scoprire la verità e a rimettersi in contatto con i suoi compagni.
Non solo una distopia del contemporaneo
Fin dai primi minuti, la regia rapida, attenta e precisa di Ben Stiller segue a ogni passo Mark S. mentre attraversa i corridoi bianchi della Lumon, alla ricerca di risposte che non tarderanno ad arrivare ma che scatenano subito nuovi interrogativi.
Il web – vedi Reddit – è pieno di teorie su quale sia il reale scopo della Lumon, il cui mondo é costruito con un rigore estetico e fotografico tale da farci credere di essere davanti a una realtà che esiste veramente. Ma anche se la nuova stagione risponde a qualche dubbio e chiarisce alcuni aspetti del lavoro “misterioso e importante” che i protagonisti svolgono, non tutto viene rivelato e chiarito fino in fondo, lasciando aperta la strada al futuro della serie – di cui é stata appena confermata la terza stagione.
Sebbene fosse evidente fin dalla prima stagione come la serie sviluppa uno sguardo critico sul capitalismo e sui grandi poteri che influenzano quasi ogni aspetto della nostra vita attraverso una lente distopico-fantascientifica, é però chiaro che Scissione non vuole definirsi semplicemente come una disamina critica del contemporaneo. Infatti, l’entità Lumon – così come il suo consiglio di amministrazione, una “board” di cui non sentiamo la voce e non vediamo il volto, ma che si manifesta solo tramite un altoparlante – circonda e determina la narrazione ma non ne diventa mai il centro unitario e assoluto.
I protagonisti, che vivono nel suo contesto e cercano di ribellarvisi o di smascherarne le atrocità, traggono dalle loro esperienze sdoppiate, ma intrecciate, una serie di interrogativi e di complicazioni che emergono più che mai in questa stagione.
Scissione: il dilemma della scelta tra i due sé
Già nella prima stagione, i protagonisti così come gli spettatori vengono posti continuamente di fronte a una domanda: si possono considerare gli “outies” e gli “innies” come la stessa persona o sono a tutti gli effetti due entità separate? E se anche gli “innies” hanno un’anima e sono persone reali, non é una vera e propria forma di tortura costringerli a vivere soltanto una mezza vita, sempre relegati nel mondo della Lumon? La questione sull’eticità della scissione é dibattuta fin dall’inizio, ma é indagata in modo ancora più profondo in questa stagione, soprattutto alla luce del fatto che le due identità di uno stesso personaggio possano essere radicalmente differenti – come emerge nel modo più netto nel caso di Helly/Helena.
Con il procedere della narrazione e il complicarsi delle relazioni tra i personaggi, appare sempre più chiaro che “outies” e “innies” non sono la stessa persona, bensì due soggetti diversi e separati con in comune soltanto un corpo, che sono costretti a condividere e di cui, di fatto, non hanno il pieno controllo. Ma la realtà degli “innies” é ancora più crudele. Non soltanto sono infatti prigionieri di una vita interamente legata al contesto lavorativo, ma i loro corrispettivi “outies” sono, di fatto, i loro padroni: se decidessero di licenziarsi, di conseguenza anche la vita degli “innies” finirebbe da un momento all’altro e senza preavviso, come se non fossero nemmeno mai esistiti.

Alla luce di un evento traumatico all’interno dell’ufficio, i protagonisti iniziano a prendere consapevolezza di questa realtà e ad appropriarsi, a loro modo, della loro identità e della loro “mezza vita”. Helly rifiuta radicalmente la vicinanza con la sua outie, ma si rende conto di essere prigioniera di un qualcosa di molto più grande di lei – la sua famiglia, la stessa Lumon – anche al di fuori dell’ufficio. Dylan cerca di farsi includere nella famiglia del suo “outie” con il dolore di non poter vivere fino in fondo quell’esperienza, ma solo per scoprire di essere una versione migliore del sé esterno. Mark, ancora prigioniero del lutto nel mondo in superficie, riesce a vivere di nuovo e a (ri)scoprire l’amore proprio all’interno delle mura della Lumon.
Scissione: una seconda stagione che alza il livello
In questo senso, l’episodio finale rappresenta una conclusione perfetta per una stagione che si é dimostrata all’altezza delle aspettative, a volte persino superandole con scelte inaspettate e una cura produttiva straordinaria. Se prima il filo rosso della narrazione sembrava la lotta resistente dei protagonisti contro l’istituzione di potere della Lumon, é nel finale che si rivela in modo chiaro come Scissione sia sempre stata molto più di questo. Se l’azienda é il nemico più evidente degli “innies”, lo sono sempre di più anche i loro “outies”, che non solo li hanno forzatamente costretti all’esistenza, ma che hanno anche il potere di stabilire che la loro vita valga di meno.
Ma proprio quando gli “innies” prendono coscienza di questa separazione, si scatena la loro ribellione a se stessi, che li porta a compiere scelte inaspettate ma che sono il sintomo di una rivendicazione di sé potente e profonda. Perché anche se gli viene data soltanto una “mezza vita”, come dice Helly nell’ultimo episodio, non ci si deve aspettare che non lotteranno per metterla a frutto.
Con una cura assoluta a ogni aspetto della produzione e un impianto visivo ed estetico già diventato iconico, Scissione costruisce un mondo in grado di apparirci come reale e fuori dal tempo ma anche estremamente vicino a noi. Grazie a interpretazioni magistrali di un cast fenomenale – tra gli altri Adam Scott, Britt Lower, John Turturro, Zach Cherry e Patricia Arquette – la serie riesce a consegnare una narrazione stratificata e complessa, che va molto al di là di un semplice accumularsi di enigmi e misteri. Già acclamata dopo la sua prima stagione, adesso Scissione alza ulteriormente il livello e le aspettative: è ancora presto per dirlo, ma basterà aspettare per capire se ci troviamo davanti a un nuovo cult della serialità televisiva.