Approfondimento

Le migliori Serie Tv del 2024

Il meglio della serialità di questo ultimo anno

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Come ogni anno in questo periodo, stiliamo la nostra personale  classifica delle migliori Serie TV del 2024. Storie spesso più brevi rispetto al passato, ma non per questo meno avvincenti e che hanno saputo intrattenerci spaziando da un genere all’altro. Con qualità eccellenti e sempre più partecipazione di protagonisti del cinema italiano e internazionale, le Serie sono ormai considerate alla stregua di veri e propri Film, mostrando un assetto produttivo davvero sorprendente.

Qui la Top 10 delle migliori  Serie Tv del 2024 scelte dalla redazione di Taxidrivers.

Ripley

Netflix

Il  villain interpretato da Andrew Scott  tiene in mano lo scettro consegnato a Ripley, Serie tv 2024 più apprezzata dalla maggioranza della redazione. Un mix di noir d’altri tempi e thriller efferato che ha la capacità di dissociarsi da un illustre predecessore quale è  il film di Anthony Minghella.

La miniserie in otto episodi è basata sull’omonimo romanzo di Patricia Highsmith Il talento di Mr. Ripley. Creata da Steven Zaillian ( Schindler’s List) e prodotta da Showtime, è interpretata, oltre che  da Andrew Scott, da  Johnny Flynn, Dakota Fanning , il bravo Maurizio Lombardi e la nostra Margerita Buy.

Dietro il progetto un cast perfetto. Suspense, indagini, e un (anti)eroe che parte da un punto di  vista più esplicito rispetto a chi l’ha preceduto . Un Ripley consapevole di non essere una brava persona e che sa bene cosa vuole e come ottenerlo. Una discesa agli inferi magistrale in un bianco e nero inquietante e claustrofobico. Cartoline dall’inferno ma da un bellissimo inferno, attorniato da paesaggi di un’Italia poche volte fotografata in maniera così eccelsa. Effetto Cinema.

Ripley il cattivo della storia

Baby Reinder

Netflix

Produzione Netflix, la serie di Richard Gadd mette in scena le dinamiche di una relazione tossica tra un aspirante stand-up comedian e Martha, una misteriosa stalker che incontra un giorno al pub in cui lavora. Protagonisti Richard Gadd: Donny , Jessica Gunning: Martha.

Basata su eventi reali, Baby Reindeer ha sicuramente fatto molto parlare di sé raccogliendo  consensi unanimi.

Una serie scritta in modo impeccabile. I dialoghi, i personaggi, gli eventi; tutto è curato, ben strutturato e coinvolgente. Partendo da un’esperienza personale, Richard Gadd mette in scena un’opera che bilancia perfettamente umorismo e tematiche delicate e complesse. Lo fa con onestà e intelligenza, mettendosi a nudo e riflettendo su certi tipi di insicurezze con cui tutti possono empatizzare.

Baby Reindeer utilizza il tema dello stalking per riflettere sul trauma e sulle ferite emotive che  infligge. Si parla di mancanza di autostima, di come spesso sia difficile uscire da una condizione che ci fa stare male, rintanandosi in una routine di sofferenza e accontentandosi di un dolore che diventa quasi abitudine logorando dall’interno.(Antonio Quaranta).

Baby Reindeer la recensione della serie Netflix

Miglior Miniserie agli Emmy Awards 2024 e candidato ai Golden Globes 2024.

 

The Penguin

Sky e Now

The Penguin segue la scalata di Oz Cobb nel sottobosco criminale di Gotham, dopo la scomparsa, di cui è responsabile, di Alberto Falcone, figlio di Carmine e fratello di Sofia.  Una storia che richiama i Soprano e Gomorra, con una gara di bravura tra i due protagonisti: Cristin Milioti e Colin Farrell.

Regia di Craig Zobel, Helen Shaver, Kevin Bray, Jennifer Getzinger.

La miniserie televisiva statunitense è stata creata da Lauren LeFranc. Basata sul personaggio del Pinguino  DC Comics, è uno spin-off del film The Batman (2022) ed esplora l’ascesa al potere del Pinguino a Gotham City.  LeFranc è lo showrunner della serie, prodotta dai DC Studios in associazione con Warner Bros. Television.

Gotham City ha un nuovo padrone: se il 2022 era stato l’anno di The Batman e di Robert Pattinson (così come lo sarà il 2026, quando uscirà il seguito), questo 2024 è stato l’anno del male, di Colin Farrell, e del suo The Penguin.

In Italia andata in onda su Sky e NOW, si è conclusa a inizio novembre lanciandoci in quella che sarà la prossima avventura dell’universo del Cavaliere Oscuro targato Matt Reeves. Ponte perfetto tra le due pellicole cinematografiche, la serie inizia esattamente dove era finito il primo film, per concludersi la dove comincerà il seguito. (Christian Cozzi).

The Penguin la piaga oscura di Gotham, con un irriconoscibile Colin Farrell

The Bear 3

Disney +

Che fine ha fatto The Bear è la critica mossa da chi non riconosce più per molti versi il taglio originale della serie Disney+  (che pur resta uno dei migliori prodotti televisivi passati sugli schermi in questo 2024).  La serie di Christopher Storer pecca forse di  un eccesso di sentimentalismo in questa terza stagione,  ma il ritmo c’è e la qualità anche (ottima).  Sempre convincente Jeremy Allen White nel ruolo di Carmy. Numerose le guest stars: da Olivia Colman a Jamie Lee Curtis, Joel McHale e, in un piccolo cameo, anche John Cena.

Miglior serie commedia e miglior attore in una serie comedy ai Golden Globe.  Premi anche ai Critics Choice e nomination agli Emmy.

‘The Bear 3’: l’ansia di sbagliare – Taxidrivers.it

 

Dostoevskij

Sky e NOW

Cinema o Serie?  Dostoevskij dei Fratelli D’Innocenzo è qualcosa di nuovo nel panorama cine-televisivo.

Il detective Enzo Vitello (il bravo Filippo Timi) deve indagare, in un’imprecisata provincia, sui delitti di un serial killer che si firma appunto Dostoevskij.  “Questa assurda malattia di vivere”  lo mette a confronto con i suoi problemi (il rapporto con la figlia Ambra- Carlotta Gamba) e con il suo dilemma  identitario: poliziotto, padre, uomo?

I D’Innocenzo hanno voluto creare un’opera che non fosse solo un thriller, ma un viaggio nella psiche umana, dichiarando:

“È il mondo che accarezza in maniera sommamente lieve il mondo dei vivi, il mondo che conosciamo, quasi sorvolando questo luogo, questa città. Ed è un aspetto, quello della tenerezza, della pietas, che è sempre gravitato intorno ai nostri lavori. Però credo che qui con Dostoevskij raggiunga il suo apice. C’è molta disperazione e nella disperazione c’è tanta delicatezza.” 

Dall’intervista fatta ai Fratelli D’Innocenzo da Nicola Roumeliotis. 

Un noir cupo e crudo che riflette tutte le dinamiche oscure e profonde del cinema dei D’Innocenzo. 

Hanno ucciso l’uomo ragno

Sky e Now

Grande successo per la serie Sky sulla nascita degli 883: merito della regia e della sceneggiatura ma  anche dei due protagonisti: l’esordiente Elia Nuzzolo nei panni di Max Pezzali e Matteo Oscar Giuggioli in quelli di Mauro RepettoAlice Filippi l’ha diretta insieme a Sydney Sibilla e Francesco Ebbasta .

Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883 non è però un film musicale. La musica c’è, ma è un surplus rispetto a quello che è un romanzo di formazione in cui si mescolano elementi del teen movie. Di quest’ultimo c’è la classica dialettica tra omologazione e anticonformismo, l’innamoramento per la ragazza più bella della scuola e quel sentirsi fuori posto che da il là all’inizio del riscatto. In tutto questo l’epopea degli 883 entra in campo come una sorta di sogno americano made in Italy. (Carlo Cerofolini)

Hanno ucciso l’Uomo Ragno  La leggendaria storia degli 883 conversazione con Alice Filippi

Qui non è Hollywood

Disney+

Qui non è Hollywood non mostra mai l’omicidio di Sarah Scazzi, ma il ‘cosa c’è prima’. Alla base gli atti del processo e il libro Sarah – La ragazza di Avetrana. Il serial non utilizza però il  tratto documentaristico, offrendo ampio spazio alla drammaturgia.  Quattro gli episodi, ognuno dedicato a un personaggio: Sarah, Sabrina, Michele e Cosima con  un perenne  senso di tragedia imminente, tipico del genere thriller- horror.

Qui non è Hollywood : la realtà attraverso il filtro della finzione.

 Pippo Mezzapesa realizza forse il primo vero true crime contemporaneo tutto italiano. In passato non sono certo mancate serie televisive e film incentrati su fatti tratti direttamente dalla cronaca nera, ma sono, tutto sommato, semplici trasposizioni sul grande o piccolo schermo, senza carattere, e soprattutto il coraggio, di entrare in profondità, rivelando l’interiorità dei protagonisti e del loro vissuto.

Qui non è Hollywood ha il merito di svelare l’interiorità di personaggi tratti dalla realtà della tipica provincia italiana. Quella di Pippo Mezzapesa è una serie che segna sicuramente una tappa fondamentale della serialità italiana per l’audacia della narrazione, la regia multiforme, e una grande potenza comunicativa, raggiunta attraverso un buon cast (Vanessa Scalera, Giulia Perulli e Giancarlo Commare). (Luca Bove).

Fall out

Prime video

Scommessa vinta dalla serie Tv firmata Prime Video e tra le più iconiche dell’anno: passare dal videogioco al film. Dopo The Last of Us abbiamo un altro esempio: Fallout. Merito del co-creatore di Westworld Jonathan Nolan, alla produzione e regia della prima puntata. Basata sull’omonima serie di videogiochi di ruolo creata da Interplay Entertainment e ora posseduta da Bethesda Softworks, la serie ha come protagonisti  Ella Purnell e Walton Goggins.

In una California del futuro, la tecnologia è regina del caos. La star dei B-movie western Cooper Howard  intrattiene i bambini a una festa di compleanno, mentre tutti gli adulti attendono notizie di una vicina guerra nucleare. 2296. 219 anni dopo, una giovane donna, Lucy MacLean, discendente dai primi abitanti del Vault 33,  lascia l’unica vita che abbia mai conosciuto nel sottosuolo, per avventurarsi nella Zona contaminata.

Tante le tematiche affrontate: individualismo, rapporto con l’ambiente, potere del denaro, classificazione sociale, pericoli insiti nell’eccesso di Tecnologia. Avvincente.

Fallout la recensione della serie Prime Video

 

L’amica geniale 4

Raiplay

La quarta stagione de L’Amica Geniale, Storia della bambina perduta, chiude la serie HBO tratta dai romanzi di Elena Ferrante con un finale carico di significato. L’epilogo si concentra su eventi drammatici e sulla complessa relazione tra le protagoniste, Lenù e Lila raccontata negli anni con sceneggiatura firmata da Saverio Costanzo, Francesco Piccolo e Laura Paolucci (e il contributo della stessa scrittrice) . Alba Rohrwacher racconta la storia fin dall’infanzia delle due, negli anni ’50, mentre Raffaella “Lila” Cerullo, dopo Ludovica Nasti e Gaia Girace, è Irene Maiorino (I Bastardi di Pizzo Falcone e Il Commissario Ricciardi) . Nuovo volto di Nino Sarratore è, invece, Fabrizio Gifuni.

Una nomination ai Critics Choise Awards come miglior serie non in lingua inglese, L’amica geniale  ha iniziato il suo cammino nel 2018 e, dopo sei anni, si è congedata dai suoi spettatori con i due episodi finali che chiudono un racconto che ha attraversato sessant’anni di storia d’Italia e, soprattutto, dei personaggi nati dalla penna della scrittrice senza volto. Lila e Lunù  su tutte hanno rappresentato l’espressione di una grande e tormentata amicizia che ha attraversato il Tempo.

In questa ultima stagione vengono introdotte tematiche come  il bisogno di emancipazione femminile, la fuga dalla famiglia tossica, il senso di colpa, il clima soffocante di periferia. Si introducono anche nuove questioni che ruotano intorno allo snaturamento del corpo femminile nel momento in cui diviene anche un corpo materno, Nonostante il fatto di essere un prodotto per la televisione abbia obbligato gli autori a smorzare alcuni momenti tragici, L’amica geniale ha comunque mantenuto tenore emotivo… Il legame amicale ma tossico tra Lila e Lenù è il presupposto per parlare di una realtà psicosociale complessa, ossia quella della Napoli periferica.  (Ilaria Petroni)

Only murders in the buiding

Disney+

La  serie televisiva statunitense ideata da Steve Martin e John Hoffman è arrivata alla quarta stagione e continua a raccogliere consensi.

Protagonisti principali Steve Martin: Charles-Haden Savage,  Martin Short: Oliver Putnam e Selena Gomez: Mabel Mora.

Al cast della terza stagione si è unita anche Meryl Streep, mentre nella quarta stagione Eugene Levy, Eva Longoria e Zach Galifianakis. 

Hollywood si è accorta del podcast Only Murders in the Building condotto da Charles, Oliver e Mabel e intende realizzarne un film dal cast eccellente. Tuttavia i 3 protagonisti dovranno  fare ritorno a New York dopo una fugace visita a Los Angeles a causa dell’ennesimo omicidio che li vede coinvolti. Funziona bene il connubio tra comicità e drammaticità   in questa quarta stagione. Se  già nelle precedenti queste due anime dello show erano perfettamente combinate, in questa quarta si arriva all’apice con veri colpi di genio dei protagonisti.  Pur nella sua struttura semplice (ma mai banale), il serial funziona ancora incredibilmente bene.

“Solo la macchina da presa può catturare la verità.

 

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