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‘Fallout’, la recensione della serie Prime Video

Dal videogioco al piccolo schermo, la serie 'Fallout' non delude le aspettative

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La nuova serie televisiva Fallout sarà disponibile in esclusiva dall’11 aprile su Prime Video, realizzata dopo lo straordinario successo ottenuto dal franchise di videogiochi Fallout, uscito in 8 capitoli dal 1997 al 2018. La serie omonima è un prodotto completo a 360 gradi: una trama incalzante, personaggi unici e incisivi, una capacità di raccontare che tieni incollati allo schermo.

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Fallout: la trama

Le conseguenze di una guerra nucleare portano a uno scenario post-apocalittico che, a cavallo tra il XXII e XXIII secolo, fanno emergere una società distopica e retro-futuristica, in cui si scatena una lotta per le risorse.

Lucy (Ella Purnell), una giovane donna Vault, sarà costretta ad abbandonare i lussuosi bunker antiatomici per avventurarsi nell’area ostile e selvaggia di una Los Angeles devastata. Durante il suo viaggio si imbatterà nel cacciatore di taglie Copper Howard (Walton Goggins), detto il ghoul e del soldato Maximus (Aaron Moten).

Lo scenario dei Vault risulterà non meno spietato e insidioso rispetto al “mondo esterno”. Giochi di potere e violenza  ridefiniranno la sottile linea che separa il bene dal male.

Fallout: tematiche affrontate

L’argomento principale di Fallout è senza dubbio la concezione di società e comunità nei diversi modi a cui possiamo rapportarla. Non parliamo solamente delle relazioni tra uomo ed uomo, ma anche tra uomo e ambiente, tra  uomo e animali (in particolar modo ricorre spesso la figura del cane).

Parliamo di una società in cui chi detiene il potere sopravvive e il denaro compra la fiducia delle persone e permette di prendere decisioni delle vite altrui. Non a caso gli abitanti del Vault, tra cui la stessa Lucy, appartengono a una classe benestante, che è sopravvissuta con il solo obiettivo di ripopolare un giorno lo stesso mondo che hanno distrutto. Vivono nell’agio e costruiscono una società che all’apparenza risulta perfetta e moralista.

Un altro argomento importante è quello dell’individualismo, ossia la relazione tra il singolo e una comunità più grande. Gli abitanti dei Vault e la popolazione mondiale sono succubi delle scelte di pochi, sia esse a fin di bene sia per tornaconto personale. La distruzione nucleare diviene così solo il pretesto per raccontare le scelte autodistruttive che l’essere umano sembra sempre più deciso a compiere.

Fallout: l’ambientazione

Fallout presenta, scaglionati nei diversi episodi, un vasto numero di scenari all’interno dei quali si sviluppa la storia. L’ambientazione è senz’altro uno dei cardini dell’intera serie, non tanto come indicatore fisico e geografico, quanto come elemento di ulteriore caratterizzazione dei personaggi che lo popolano. Spaziamo all’interno di luoghi ricostruiti in studio (set), realizzati completamente in fase di montaggio (CGI), oppure realmente esistenti (location).

  • I Vault, una serie di bunker antiatomici all’interno dei quali vive una popolazione che per 5 generazioni  non ha avuto contatti con il mondo esterno. Spaziando tra i vari cunicoli dalla pareti grigie raggiungiamo le stanze degli abitanti del Vault. Quest’ultime appaiono superficialmente come un luogo sicuro ma, al tempo stesso, claustrofobico e opprimente. Confortevole e tecnologicamente avanzato, tutte le sue componenti sono atte a far dimenticare ai suoi abitanti lo stato di isolamento e pressione a cui sono sottoposti dalla nascita.
  • Il mondo esterno, un territorio aspro e insidioso. Dominano le lande desolate, i deserti di sabbia e le città rase al suolo dalle stessa mano dell’uomo che le ha costruite.
  • Il campo di addestramento della fazione militarista chiamata “Confraternita d’acciaio”, luogo dove l’umano convive assieme e grazie alle tecnologia. Bianco, limpido e pulito, lontano da ogni possibile risvolto negativo. Un ambiente rigoroso e serio, dove l’individualismo viene messo da parte a favore dell’inclusione, o almeno così dovrebbe essere.
  • Il mondo prima della guerra nucleare, dove ogni elemento “risuona” come insidioso. Le belle macchine, i grattacieli, le grandi società multimilionarie: tutto risulta apparenza. I luoghi, così come i personaggi, non si mostrano mai per quello che sono veramente.

Fallout: i personaggi

La potenza creativa ed espressiva di ‘Fallout’ risiede sicuramente nella nutrita schiera di personaggi che la compongono, memore ovviamente di un cast all’altezza delle aspettative. Gli attori hanno saputo appropriarsi di personaggi già esistenti nel mondo del videogioco, riuscendo a trasporli in uno scenario completamente differente come quello del piccolo schermo. Nel corso della serie, sia essi protagonisti, sia essi personaggi minori, compiono un arco narrativo completo e coerente che ne rafforza la caratterizzazione.

Lucy (Ella Purnell), una giovane donna Vault. Potremmo definirla il simbolo della purezza e castità, non in quanto qualità fisiche, ma come visione della vita e di tutto ciò che la circonda quotidianamente. La sua è un’esistenza come le altre, monotona e superficiale, fino a quando non sarà costretta a fronteggiarsi con il mondo esterno. Solo in questa condizione di inferiorità si manifesta il vero animo di Lucy.

Cooper Howard (Walton Goggins), un attore di cinema che, a seguito della catastrofe nucleare si trasforma in un ghoul cacciatore di taglie. Non possiamo definirlo come un antagonista vero e proprio, piuttosto come un anti-eroe dall’animo tormentato. Anche in lui avverrà un cambiamento significativo.

Maximum (Aaron Moten) è un soldato della “Confraternita d’Acciaio”, e aspira a diventarne uno dei cavalieri. Il suo passato, di cui non parlerà mai con nessuno ad eccezione di Lucy, lo tormenta a tal punto da influenzare le scelte nel presente. I suoi compagni non vogliono capirlo, o quantomeno falliscono tentando di farlo, ma il suo isolamento si trasforma nel desiderio di essere ammirato dagli altri.

Norm MacLean (Moisés Arias) è il fratello di Lucy, un abitante del Vault che, a differenza della sorella, è spaventato a morte da ciò che risiede in superficie. Preferisce una vita senza tentazioni ma, quando capirà che anche il Vault è pieno di insidie e trappole, sarà i primo a farsi avanti.

Fallout: scelte tecniche e artistiche

La trama di Fallout si sviluppa attraverso diversi livelli di comprensione. L’uso del flashback è uno degli espedienti più evidenti ed efficaci a favore della narrazione. Ci vengono così presentati contesti e personaggi e, grazie ai numerosi “salti nel passato”, riusciamo a decifrarne le costanti caratteriali ed emotive. Attraverso i vari episodi scopriamo cosa spinge i personaggi ad agire e in che modo il loro passato influenza le scelte del presente.

La regia si avvale in numerose occasioni della cinepresa fissa, statica. Il movimento avviene quando si prevede uno spostamento significativo dei soggetti che compongono il campo visivo. Si costruisce così tensione (inquadrature fisse) che riesce a sfociare in dinamicità (inquadrature in movimento), restituendo un ritmo da cardiopalma allo spettatore.

La musica, diversamente da quanto si potrebbe pensare, non soccombe al primato dell’immagine. Brani di repertorio affiancati una nutrita colonna sonora realizzata dal musicista Ramin Djawadi. Diventa così un ulteriore elemento di caratterizzazione dei personaggi, ad ognuno dei quali viene attribuito un diverso motivo nel momento in cui appaiono sulla scena.

Fallout: conclusioni

Fallout è una serie televisiva che vale la pena guardare, non limitandosi ad un’unica visione, in quanto le sfaccettature che si muovono in sordina sono la materia portante dell’intera opera. Ci sono domande a cui la serie prova a rispondere, mentre tante altre vengono poste indirettamente a noi spettatori.

Non parliamo di un prodotto categorizzabile in un forma ben definita. Questo perché i vari generi che la compongono sono amalgamati insieme grazie alla forza delle tematiche affrontate. Azione come avventura, fantascienza, romantico e a tratti western: tutto legato assieme dalla potenza e spontaneità delle relazioni umane.

La sceneggiatura presenta una trama coinvolgente e quasi mai prevedibile, in cui ogni episodio ci spinge a guardare il successivo senza prendere fiato. Se aspettavamo un prodotto valido e innovativo, allora Fallout si presenta come un nuovo modo di raccontare una realtà mai troppo differente da quella in cui viviamo oggi.

Ciao! Sono Cristian e cliccando qui potrai vedere tutti i miei articoli.

 

‘Fallout’, la nuova serie in uscita su Prime Video

  • Anno: 2024
  • Durata: 8 episodi
  • Distribuzione: Prime Video
  • Genere: Azione, Avventura, Postapocalittico
  • Nazionalita: Stati Uniti d'America
  • Regia: Jonathan Nolan
  • Data di uscita: 11-April-2024