Si è conclusa la terza edizione del Rome International Documentary Festival, con la direzione artistica di Emma Rossi Landi, Christian Carmosino Mereu e Silvia Natale, in qualità di Responsabile Tecnica.
Il Rome International Documentary, nato da un’idea dei due direttori artistici, già ideatori de Il mese del Documentario, celebra la formula del documentario di creazione e premia i migliori film presentati durante la kermesse, svoltasi al Nuovo Cinema Aquila, situato nel cuore del suggestivo quartiere romano del Pigneto.
Lo scopo del Rome International Documentary si pone come obiettivo di portare nelle sale cinematografiche una selezione dei più coinvolgenti film documentari italiani e internazionali.
“Abbiamo realizzato un festival che è stato occasione di scambio e riflessione tra autori e pubblico, un festival basato l’accoglienza e l’ascolto che sono la dote fondamentale del documentarista. Il successo della seconda edizione del RIDF dimostra ancora una volta che il documentario di creazione ha una vivacità e una grandissima potenzialità di pubblico ancora da appagare.”
L’edizione del 2024 del Rome International Documentary Festival ha ottenuto un grande successo, confermando l’andamento, già positivo delle passate edizioni. Il festival ha il potere di intercettare un pubblico sempre più vasto, con più di due mila spettatori durante i giorni della programmazione (5 – 9 dicembre).
Sono stati ben trentaquattro i film proiettati, provenienti da ventiquattro diversi paesi, oltre 30 ospiti nazionali e internazionali e 200 partecipanti alle 3 Masterclass e all’incontro di Documentaristə Anonimə in collaborazione con 100autori. I film sono stati molto amati dal pubblico, con una media voto di ben 4,4 su 5, dimostrazione del grande potenziale anche commerciale della distribuzione dei film documentari oltre che della qualità attestata della selezione.
Concorso World Doc
Premio Miglior documentario (2.000 euro) assegnato a 1489 di Shoghakat Vardanyan (Armenia).
Motivazione: “Un viaggio profondo e personale. Una ricerca della verità in cui le risposte vengono svelate attraverso una narrazione eticamente rigorosa ed emozionante. Un racconto capace di svelare l’umanità che appartiene a tutti e che, troppo spesso, viene messa a tacere”. |
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Il premio Speciale della giuria, invece, è stato assegnato a Songs of Slow Burning Earth di Olha Zhurba (Ucraina).
Motivazione: “La guerra raccontata nella sua parabola assurda e spesso grottesca: dall’orrore al terrore all’accettazione di una nuova e assurda normalità. Un documentario che, nonostante tutto, spera e guarda al futuro, nonostante le macerie fisiche e morali”.
Una menzione speciale è stata attribuita anche a Alma del deserto di Monica Taboada-Tapia (Brasile, Colombia).
Motivazione: “Una protagonista inedita per un racconto alla fine del mondo. Dove l’umanità sembra finire, un viaggio tra esseri umani dimenticati in una terra sconosciuta. Un documentario capace di aprire nuovi orizzonti al racconto della realtà.”
Concorso Ita Doc
Premio Miglior documentario (2.000 euro) assegnato a Quir di Nicola Bellucci.
Motivazione: “Con accesso intimo e capillare a un ventaglio di personaggi eccezionali che aprono i loro cuori abbracciando il progetto con slancio, il film intesse un ritratto toccante ed ironico della comunità queer di Palermo degli ultimi decenni, e di riflesso anche della nostra società, i suoi pregiudizi e difficoltà ad abbracciare il diverso. Filmato in maniera magistrale il film è un inno alla vita, all’amore e alla libertà, temi che che esplora con profonda umanità, maestria creativa e acutezza intellettuale”.
Per questo premio sono state assegnate anche due menzioni speciali: Tineret di Nicolò Ballate e Come se non ci fosse un domani di Matteo Keffer e Riccardo Cremona.
Il premio AAMOD
L’era d’oro di Camilla Iannetti è stato premiato con il riconoscimento promosso da AAMOD (Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio), i diritti di tre minuti di archivio del valore di 7.500 euro.
Motivazione: “Una storia di relazioni intense, situate in un contesto familiare tutto al femminile filmato con grazia, attenzione e personalità. Il film si spinge nel profondo con uno sguardo soggettivo, dotato di grande sensibilità ed empatia verso le sue protagoniste. La giovane autrice dimostra inoltre la capacità di muoversi tra le immagini in modo singolare, libero, creativo e non solo narrativo”.
Il premio Zalab
Il premio Zalab, con la distribuzione vod su zalabview, org, è stato assegnato a Bosco Grande di Giuseppe Schillaci.
Motivazione: “Una fiaba nera, un ritratto dolente di un uomo e insieme di un’epoca e di una città prigionieri di un tempo passato che sembra non passare mai. Assegniamo il premio per la messa in onda su Zalab View a “Bosco Grande” di Giuseppe Schillaci, per la maestria chirurgica e poetica con cui ci restituisce una storia molto particolare che riesce efficacemente ad essere universale”.
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Concorso Short Doc
Premio Miglior Documentario va a Negli occhi di Adele di Marie Alice Falys (Belgio)
Motivazione: “La macchina da presa della regista ci porta nel mondo di Adèle, coglie con garbo la sua inquietudine e i contrappunti della sua adolescenza, restituendoci un ritratto intimo, delicato e intenso, scevro da ogni giudizio e da ogni definizione di genere”.
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Per questa categoria ottiene una menzione speciale Sewing Machine di Marie Alice Falys (Belgio).
Il premio del pubblico, invece, va a Vakhim di Francesca Pirani.
I premi Tecnici de Rome International Documentary
Miglior suono a Boris Debackere, Thomas Ferrando per Hold On to Her.
Miglior fotografia a Francois Chambe per La meccanica delle cose.
Miglior montaggio a Corrado Iuvara per Romina.
Miglior produzione a Mari Bakke Riise (A5 Film) per A New Kind Of Wildernes.
Altri premi de Rome International Documentary
Il premio giuria studenti DAMS Roma Tre è stato assegnato L’ultima isola di Davide Lomma.
Motivazione: “Ad oggi le persone vengono costantemente sovrastimolate, con una conseguente normalizzazione delle immagini, che dovrebbero causare un turbamento interno, e dei suoni, che dovrebbero avere un ruolo costitutivo nella narrazione. In questo documentario la distrazione dello spettatore non ha alcun supporto, si viene catturati dalla narrazione di otto persone comuni che raccontano la loro esperienza e dall’isola che parla da sola di sé. Aver ridotto all’essenza l’esperienza raccontata e sfidare l’attenzione dello spettatore senza provocarlo, sono stati un rischio ma hanno permesso di centrare il messaggio”.
Il premio giuria studenti RUFA, invece, è stato assegnato a Death of Saint di Patricia Bbaale Bandak.
Motivazione: “Abbiamo deciso di premiare Death of a Saint per la ricerca ossessiva e tenace di Patricia di comprendere cosa sia successo a sua madre. Conoscerla a tutti i costi, nelle viscere, nella sua vera e propria totalità. Smentendo la sua santità e conoscendola nella sua verità. Un richiamo catartico e universale quello di cercare la propria madre ovunque, in Uganda, negli occhi del padre e nei visi delle zie, nel suo sorriso accennato nelle vecchie foto, negli incubi e nelle notti insonni”.
Il Rome International Documentary Festival è stato organizzato da Botteghe Visive Aps insieme a DocFest srls e all’Associazione Variabile, con il sostegno di Fondazione Nazionale delle Comunicazioni, con l’alto patrocinio del Parlamento Europeo, i patrocini del Comune di Roma, DAMS Università Roma Tre, Rome University of Fine Arts, in collaborazione con Obop e in partnership con Zalab e Aamod.