An Odd turn, cortometraggio disponibile su MUBI del regista Francisco Lezama, vincitore dell’Orso d’oro 2024 per la sezione relativa al miglior corto, è un particolare racconto che viaggia su una tangenziale caratterizzata da un’attitudine per l’assurdo, lo straniamento e la commedia.
‘An Odd Turn’: l’imprevedibilità del quotidiano
La storia del corto di Francisco Lezama ruota attorno a Lucrecia, una giovane adulta che lavora come guardia di sicurezza in un museo. Occasionalmente, Lucrecia si diletta di pratiche esoteriche che la vedono coinvolta nella predizione del futuro con un pendolo. Ciò la porta a vedere un innalzamento del valore del dollaro. Di fianco a tutto ciò, c’è l’aspetto legato alla ricerca dell’amore in un mondo imprevedibile, che sembra voler dire come l’essere umano sia costantemente in uno stato volubile e precario, proprio come l’economia che governa la società.
An Odd Turn è costruito su varie scene sulla quotidianità di Lucrecia, che si divide tra lavoro, passeggiate e incontri più o meno occasionali tramite app di dating. Non c’è una vera e propria narrazione. Si è testimoni, più che altro, di vari episodi legati da quel filo conduttore che sta a rappresentare il turbinio di eventi alla quale si è sottoposti in un’età di incertezze.
Un obiettivo centrato a metà
Risalta il modo in cui Lezama sceglie di dirigere i suoi attori: i personaggi di An Odd Turn hanno un’attitudine comica, distaccata per come interagiscono gli uni con gli altri e nei confronti del mondo. Ciò richiama un po’ le personalità del Lanthimos più europeo o di Aki Kaurismäki, anche se An Odd Turn non raggiungegli obiettivi di qualsiasi prodotto dei registi sopracitati.
Infatti le tematiche affrontate da Lezama non riescono ad amalgamarsi benissimo e i suoi personaggi non rappresentano un periodo di vita in maniera così concisa come si vorrebbe. Lucrecia è una protagonista accattivante e piacevoli sono i suoi amanti e le sue amiche, ma si ha l’impressione che An Odd Turn voglia andare oltre l’induzione di una mera simpatia, tentando di rendere una sensibilità che, però, risulta mancare, se non totalmente, almeno in parte. In ogni caso, è possibile andare oltre la maschera dello stile asettico e straniante per verificare che del potenziale per raggiungere quella sensibilità -o almeno qualcosa che le si avvicini- ci sarebbe.
Avrebbe senza dubbiogiovato un minutaggio maggiore per costruire una base più solida, per riuscire a costruire caratterizzazioni più approfondite che avrebbero, quanto meno, offerto allo spettatore la possibilità di empatizzare di più.
In conclusione, An Odd Turn è un corto piacevole che però, alla fine, lascia più di ogni altra cosa una sensazione di incompletezza, di una ricerca che si conclude troppo presto.