Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* *ma non avete mai osato chiedere è uno dei film che appartiene alla prima fase della carriera di Woody Allen, quella più slapstick e demenziale che arriverà al suo culmine con Amore e guerra (Love and Death, 1975).
Nel 1972 il regista americano, dopo aver preso di mira la rivoluzione e le dittature ne Il dittatore dello stato libero di Bananas, decide di mettere sotto la sua lente comica il sesso in tutti i suoi aspetti. Acquista i diritti di un manuale di educazione sessuale di David Reuben che aveva riscosso particolare successo all’epoca, adottando per il suo film lo stesso titolo, e la struttura in domande e risposte.
Quante domande dobbiamo porci per parlare di sesso?
Il film affronta l’argomento suddividendosi in sette episodi dalle trame più disparate, introdotti ognuno da una domanda: 1. Funzionano gli afrodisiaci? 2. Che cos’è la sodomia? 3. Perché alcune donne hanno problemi a raggiungere l’orgasmo? 4. I travestiti sono sempre omosessuali? 5. Qual è la mia perversione? 6. Ci si può fidare degli studi e delle ricerche sul sesso? 7. Cosa succede durante l’eiaculazione?
Il sesso fa ridere?
La liberalizzazione sessuale è dal 1968 parte integrante della rivoluzione dei costumi che hanno affrontato gli Stati Uniti e si appresta anche a diventare oggetto di studi e teorie. È proprio questo che Woody Allen ridicolizza in Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* *ma non avete mai osato chiedere. La sessualità viene mostrata in ognuno dei sette episodi come qualcosa di macchinoso, faticoso, ostracizzante e anche “violento”. Il buffone del primo episodio viene decapitato, il dottor Ross (uno straordinario Gene Wilder) innamoratosi di una pecora, perde sua moglie e il suo lavoro da medico, il rabbino manifesta in diretta tv le sue voglie sadomasochiste etc.
Nonostante l’ intenzione da parte di Allen di abbattere alcuni tabù e convinzioni, emerge la sua visione pessimistica del sesso legata soprattutto alle tipiche insicurezze del maschio che metterà in scena lungo tutta la sua carriera successiva. La sublimazione di ciò è rappresentata dallo spermatozoo timoroso dell’ultimo episodio intrerpretato dallo stesso Allen che ha paura di compiere la sua “missione”: «Si sentono strane cose, sapete? Come queste pillole che prendono le donne, o che nostri interi contingenti si schiacciano con la testa contro muri di gomma».
Vale la pena riflettere così tanto sul sesso?
Oltre alla tragicomica prospettiva con la quale Allen vede la sessualità, in Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* *ma non avete mai osato chiedere non si fanno sconti neanche a tutto il panorama teorico che pone al centro dei suoi studi il sesso, riuscendo a far sfoggio della sua vis comica in maniera duplice.
In primis trasforma questa ossessione teorica sul sesso in oggetto di scherno dei suoi episodi comici. In quasi ogni segmento i personaggi appartengono all’alta società e manifestano la loro ridicolaggine una volta che entrano in contatto con la sessualità. Ciò si nota in particolare, in Ci si può fidare degli studi e delle ricerche sul sesso? Un “luminare”, il dottor Bernardo, che ha dedicato tutta la sua vita agli studi sulla sessualità, si rivela uno scienziato pazzo la cui ultima invenzione, che degenererà nella creazione di una mammella gigante, seminerà il panico in tutta la città.
Inoltre, alla base dell’intera operazione, c’è la trasposizione cinematografica del manuale di educazione sessuale di Reuben. Dunque, nel film di Allen è praticamente intrinseca questa enorme “presa in giro” agli studi sul sesso. Ogni episodio, infatti, altro non è che una politicamente scorretta risposta alle domande che lo psichiatra si pone nel libro. E quei conigli che occupano lo schermo nei titoli di testa e di coda e che ad ogni stacco di montaggio paiono moltiplicarsi sempre di più sembrano porci forse l’unica domanda che si fa Allen, e non Reuben: “Ma è davvero così necessario interrogarsi così tanto sul sesso?”
È importante riflettere sul linguaggio quando si parla di sesso?
Vale la pena soffermarsi anche sull’enorme varietà di linguaggi di cui fa uso Woody Allen nel dispiegarsi degli episodi. Infatti, il comico newyorkese (le cui abilità registiche vengono sempre troppo sottovalutate) fa sfoggio di un’infinita serie di codici linguistici diversi per dar vita a questi irresistibili sketch comici. Basti pensare alle caratteristiche shakespeariane del primo episodio, in cui si cita esplicitamente Amleto, oppure il segmento in cui si mette in scena lo show televisivo chiamato Qual è la mia perversione? e ancora, il gotico alla Frankenstein (Jr) di Ci si può fidare degli studi e delle ricerche sul sesso? che poi si tramuta in un monster movie degli anni ’50 come Tarantula! di Jack Arnold.
Tuttavia, quello che emerge maggiormente su questo versante è il terzo episodio in cui Allen fa utilizzo dello stile e delle caratteristiche proprie del cinema di Michelangelo Antonioni attraverso attente scelte scenografiche e registiche e decidendo anche di recitare in uno pseudo-italiano che nella versione originale è stato sottotitolato in inglese.
Più che domande quindi una risposta certa: Allen è un genio assoluto della comicità e Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* *ma non avete mai osato chiedere è una delle sue opere più riuscite.