Il regista argentino Emiliano Serra presenta in concorso al Torino Film Festival 2024 il suo Corresponsal, un breve ma inquietante film che, per il tema e le modalità con le quali questo viene trattato, può essere considerato un thriller politico-psicologico ambientato in uno dei periodi storici più bui della storia argentina.
Un giornalista si vende alla dittatura argentina per spiare oppositori al regime e redigere le schede destinate agli “archivi del terrore”
Argentina 1978. Nel paese sudamericano stanno per iniziare i mondiali di calcio, fra i più discussi della storia, in quanto il paese è governato dalla feroce dittatura dei generali.
Eduardo Ulrich (Gabriel Rosas) è un giornalista che, dietro compenso, accetta di spiare alcuni oppositori al regime, in particolare due medici brasiliani in esilio in Argentina. Ulrich, inizia così a pedinare la coppia e a scrivere rapporti ritenuti insoddisfacenti da chi glieli ha commissionati.
La conseguenza è il sequestro, da parte dei servizi segreti argentini, dei due medici e l’imposizione a Ulrich di redigere rapporti che ne coprano la sparizione. Dopo essere venuto a diretto contatto degli orrori perpetrati nei luoghi di tortura, Ulrich diventa preda di fantasmi che iniziano a infestare la sua mente e che gli impongono di desistere nel continuare il suo sporco lavoro.
Tuttavia, è in uno di questi sotterranei della morte che inizierà a scrivere i documenti contenuti in quelli che vengono definiti come gli “archivi del terrore”.
Una riflessione sulla drammatica connivenza di molta stampa con il potere
Emiliano Serra, con il suo breve ma potente film, pone l’accento su un aspetto della dittatura dei generali in Argentina (durata dal 1976 al 1983), che ha visto coinvolta buona parte della stampa e dei media asserviti al regime. Si tratta di ferite indelebili raccontate in passato da vari registi, fra i quali Marco Bechis con Garage Olimpo e Ulises de la Orden con The Trial (El juicio).
Serra fa del suo Eduardo Ulrich un personaggio negativo e repulsivo sin dall’inizio, evidenziandone il grigiore e la squallida attività ancor prima di essere assoldato come spia. Lo vediamo infatti scattare fotografie a materiali vari (libri, opuscoli marxisti) considerati sovversivi dalla dittatura e a una bambina che, presto, diventerà orfana. Una figura oscura e spregevole, che ben si presta a descrivere il periodo di profondo terrore nel quale versava l’Argentina di quegli anni. E, mostrando il personaggio abbietto di Ulrich, Serra si interroga su quanto possano essere pericolosi i media che diventano conniventi con il potere. Ieri come oggi.
Corresponsal diventa così un incubo a occhi aperti, reso più inquietante dalla calzante colonna sonora di Lucas Fridman, che rende le scene ancora più fredde e scostanti.
Il direttore artistico Giulio Base racconta a Taxidrivers il suo Festival
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