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Torino Film Festival

‘Holy Rosita’. La forza di una donna nel suo desiderio di maternità

In concorso al 42° Torino Film Festival il lungometraggio del regista belga Wannes Destoop

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Il fiammingo Wannes Destoop con il suo primo lungometraggio Holy Rosita, presentato in concorso al Torino Film Festival, offre un ritratto appassionato di una giovane donna che vive ai margini della società, abita in una casa popolare di una città belga e lavora come lavandaia in un laboratorio per persone disabili e, durante le partite di calcio, come steward allo stadio, con uno stipendio comunque insufficiente.

Un forte desiderio di maternità ostacolato dalla famiglia e dalla società

Sin dalla prima scena veniamo proiettati nel mondo di Rosita (Daphne Agten). La vediamo offrire il suo corpo dalle abbondanti forme a un uomo che, al momento di congedarsi, le lascia dei soldi sul comodino. Poi, una volta andato via l’amante occasionale, la osserviamo prendere il preservativo abbandonato a terra e farne entrare il contenuto nella propria vagina.

Perché Rosita, dal carattere allegro e vivace, con un leggero ritardo mentale, ha un forte desiderio di maternità. Lei che, da bambina, era stata strappata dalla madre e affidata a un istituto, vuole un figlio che possa consolare la sua solitudine.

Tuttavia, nel momento in cui Rosita riesce a rimanere incinta, la decisione di portare a termine la gravidanza viene ostacolata da Magda (Mieke De Groote), una sorta di madre adottiva che si prende cura di lei, le paga le bollette e il vestiario. Ed è consapevole che, nelle condizioni economiche in cui si trova, la ragazza non sarebbe in grado di crescere un figlio.

Un film che dimostra grande sensibilità nei confronti del suo personaggio principale

Wannes Destoop, che nel suo paese è noto per aver realizzato Albatros, una serie televisiva che affronta il tema della discriminazione delle persone molto grasse, presente anche in Holy Rosita, riesce a filmare con grande sensibilità il corpo della donna, esaltandone i primi piani, quasi accarezzando Rosita con delicatezza. Coccolandola e consolandola nei momenti di disperazione.

La lotta di Rosita per poter far nascere il figlio diventa così la dimostrazione del coraggio e della perseveranza di una donna che, nonostante alcune tare mentali, lotta contro una società che vorrebbe privarla della sua gioia più grande.

La maternità rappresenta quindi, per Rosita, uno strumento per emanciparsi e affrancarsi da chi la vorrebbe mantenere sempre sotto stretta sorveglianza. Non sarà facile, perché il percorso verso il concepimento è pieno di ostacoli e la convinzione di Rosita nel voler far nascere la creatura verrà più volte messo a dura prova. Con il rischio reale, nel caso ciò dovesse avvenire, di vedersela portare via dai servizi sociali.

Un bel film che, per i personaggi e l’ambientazione, non può non portare alla mente la Rosetta dei Fratelli Dardenne. Con un’attrice, Daphne Agten, di provenienza teatrale e qui al suo primo personaggio cinematografico, che mostra grande bravura e sensibilità nell’affrontare un personaggio così complesso.

Il direttore artistico Giulio Base racconta a Taxidrivers il suo Festival

Holy Rosita

  • Anno: 2023
  • Durata: 90'
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Belgio
  • Regia: Wannes Destoop