Bad for a Moment è un cortometraggio del regista portoghese Daniel Soares presentato in concorso al 30° MedFilm Festival.
La vicenda, condensata in pochi, affascinanti, minuti, si svolge a Lisbona. Nella scena iniziale vediamo alcuni architetti, fra cui Adriano (João Villas-Boas), valutare le potenzialità di un luogo con vista spettacolare sulla città, dove poter costruire un quartiere residenziale con appartamenti di lusso. Un posto incantevole con, da un lato la brezza dell’Atlantico, dall’altro lo charme del fiume Tago. Ma per realizzare il progetto è necessario espropriare e demolire le misere case del quartiere limitrofo e sfrattare gli abitanti.
Violenza fisica e gentrificazione di un territorio
Il filo conduttore che accompagna i quindici minuti di Bad for a Moment è quello della violenza, che può essere fisica o legata a meccanismi di sfruttamento economico.
La violenza fisica si esprime in vari modi. Quando il gruppo di architetti si ritrova in un “Car Smash” per partecipare a un evento di “team building” che prevede di sfogare tutta la rabbia accumulata attraverso la distruzione di alcuni veicoli. O quando, contemporaneamente, un gruppo di ragazzini dei quartieri poveri, si accanisce contro la Tesla di Adriano, simbolo di lusso e ricchezza, frantumandone i vetri e prendendola a bastonate. O, ancora, nel momento in cui lo stesso Adriano distrugge la bicicletta abbandonata da uno dei ragazzini che aveva appena messo in fuga.
Sono atti feroci che fanno da contraltare alla violenza del capitale che si manifesta nel progetto di esproprio e gentrificazione di un quartiere. Un’azione tremenda nel momento in cui, come apprendiamo da alcune notizie alla radio, in città è indetta una manifestazione a difesa della casa e contro lo sfratto di chi, spesso donne sole con bambini, rischierebbe di finire sulla strada, considerando il caro-affitti che attanaglia la capitale lusitana.
Adriano si trova, così, di fronte a un dilemma: continuare a servire un sistema che distrugge le vite del prossimo e del quale lui è parte integrante o dare ascolto alla propria coscienza? Un percorso che lo porta ad affrontare una realtà che, sino ad allora, pur avendone la consapevolezza, aveva sempre ignorato.