Moving è presentato fuori concorso in una nuova versione restaurata, inaugurando la rassegna dedicata al regista Shinji Sōmai. Stupisce al Far East Film Festival di Udine con i suoi caratteristici colori che portano in vita l’infanzia di Renko, interpretata dalla giovane Tomoko Tabata.
Moving: la trama
Moving è il disegno di un momento particolare della vita della piccola Renko. I suoi genitori hanno deciso di divorziare e su di lei iniziano a gravare responsabilità che non aveva mai avuto il bisogno di considerare. La separazione di sua madre e suo padre la porta inizialmente a tentare di costruire dei ponti tra i due, ad assumere il ruolo di mediatrice.
Il rapporto che Renko ha coi suoi genitori si potrebbe definire atipico rispetto a ciò che il pubblico si aspetterebbe da una famiglia giapponese. Renko si relaziona ai suoi genitori come se fossero degli amici. Suo padre sembra un eterno Peter Pan e sua madre, sebbene più severa e metodica (tanto da creare un vero e proprio “contratto di convivenza” con la figlia), è compagna di giochi e di uscite.
Ma col passare del tempo questo rapporto va a deteriorarsi, come i tentativi di Renko di aggiustare la sua famiglia disfunzionale. E, in un finale momento di catarsi metafisica e simbolica, Renko comprende che per lei è arrivato il momento di dire addio alla sua infanzia un’ultima volta e di dover abbracciare un nuovo futuro.
Un capolavoro restaurato
Tratto dal romanzo di Tanaka Hiko, Moving è un’opera di una profondità soggettiva rara. Shinji Sōmai va alla ricerca di movimenti e immagini che rendono questa storia apparentemente semplice un’esperienza di immediato effetto emotivo. La lenta separazione dei genitori, il rapporto conflittuale coi coetanei, la scoperta di nuove emozioni. Tutto ciò viene messo in scena in una maniera tale da parlare all’adolescente dentro di noi e riscoprire quel momento della vita di ognuno che viene vissuto con tanta intensità per poi essere dimenticato.
Lo stile di Shinji Sōmai caratterizzato da piani sequenza fluidi e da angoli di ripresa non convenzionali si coniuga magistralmente coi colori vividi di un’infinita estate giapponese e crea immagini che evocano una rara bellezza. L’affascinante restauro ha rappresentato un’occasione speciale per riscoprire un autore ingiustamente sottovalutato in passato.
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