Cattiverie a domicilio della regista londinese Thea Sharrock esce nelle sale italiane distribuito da BiM Distribuzione e Lucky Red.
Il film, ambientato nel 1922 a Littlehampton, una cittadina affacciata sul Canale della Manica, si ispira a un fatto realmente accaduto che produsse un certo scalpore nell’Inghilterra di un secolo fa.
Cattiverie a domicilio. La trama
Edith Swan (Olivia Colman) è una donna di mezza età, ultima di undici figli, che non ha mai lasciato la casa avita. Dedita alla lettura della Bibbia, vive con il vecchio padre autoritario (Timothy Spall) e la madre, sottomessa al marito (Gemma Jones). Al contrario, la sua vicina di casa, Rose Gooding (Jessie Buckley), è una giovane immigrata irlandese dal temperamento irruento. Vive con Bill (Malachi Kirby) e con la figlia Nancy (Alisha Weir), avuta da una precedente relazione. Rose ama andare al pub, fuma e, quando qualcosa la indispone, non ci pensa due volte a reagire con un linguaggio particolarmente sboccato.
Inizialmente le due donne stringono una sorta di amicizia: ognuna vede nell’altra un aspetto che vorrebbe avere. Ma nel momento in cui Edith comincia a ricevere delle missive anonime che la insultano, mettendola alla berlina con un linguaggio estremamente volgare seppur per certi versi ridicolo, il sospetto cade subito sull’impetuosa Rose.
Cattiverie a domicilio. Immagine dal sito Bim Film. Tutti i diritti riservati
Così, recatasi al comando locale di polizia per denunciare il fatto, Edith non esita a incolpare la giovane vicina di casa, la quale viene portata in prigione in attesa del processo.
La pioggia di lettere anonime, cessata nel momento in cui Rose finisce in galera, riprende con toni ancor più volgari, quando la ragazza viene scarcerata dietro cauzione, colpendo non solo la bigotta Edith, ma anche molti degli abitanti di Littlehampton, diventando un caso nazionale ripreso dai principali quotidiani britannici.
Tuttavia, a non credere alla colpevolezza di Rose è la poliziotta Gladys Moss (l’attrice indiana Anjana Vasan) che, contravvenendo agli ordini impartiti dal proprio superiore, inizia ad indagare per conto proprio, coadiuvata da alcune donne del villaggio che la pensano come lei.
Cattiverie a domicilio. Immagine dal sito Bim Film. Tutti i diritti riservati
Una godibile commedia dai toni tipicamente british
Cattiverie a domicilio (meglio, però, il titolo originale Wicked Little Letters, cioè “piccole lettere malvagie”) è una commedia nera dal sapore tipicamente british che, con toni leggeri pone al centro della vicenda temi profondi legati, soprattutto, all’emancipazione femminile in un contesto – quello dell’Inghilterra provinciale di inizio XX secolo – in cui la donna era spesso oppressa.
Sotto questo punto di vista il film di Thea Sharroch e dello sceneggiatore Jonny Sweet, è sinceramente apprezzabile e godibile, grazie anche alla bravura degli attori, in particolar modo della Colman e della Buckley che padroneggiano la scena caratterizzando in maniera perfetta i rispettivi personaggi.
Così come sono ben definiti i molti personaggi di contorno, figure umane che concorrono a descrivere un ambiente meschino e represso, vero volto di una nazione ancora vittima del perbenismo. In cui la parolaccia, l’insulto triviale, diventa un grido, un tentativo per affrancarsi dall’oppressione dei fasulli valori borghesi e religiosi.
Ciò che lascia a desiderare è l’aspetto più mistery del film. Laddove l’indagine condotta dall’agente Moss e dalle sue improvvisate assistenti dovrebbe svelare nel finale il vero colpevole dell’invio delle lettere anonime, lo spettatore appena appena smaliziato ha già compreso da tempo chi è il responsabile delle trivialità piovute sugli abitanti di Littlehampton.
In fondo, però, a interessare realmente Sharrock e Sweet non è l’aspetto giallo in sé, bensì la descrizione della società di quel tempo (di fatto non molto diversa da quella di adesso) misogina e sessista, che tenta in qualche modo di liberarsi dalle catene che la opprimono. E prova a farlo con la risata, drammatica e liberatoria al contempo, che ci accompagna nel finale.
Immagine di copertina e trailer sono tratti dal sito Bim Film. Tutti i diritti riservati.