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‘Masters of the Universe: Revolution’, Kevin Smith ci riprova

Masters of the Universe: Revolution è la nuova serie disponibile su Netflix dal 25 gennaio 2024, composta da cinque episodi che riportano in auge il successo della serie filmation degli anni '80 e del film del 1987, con Dolph Lundgren come protagonista. Dopo il precedente capitolo, Masters of the Universe: Revelation, il regista e sceneggiatore Kevin Smith ci propone una nuova chiave di lettura di questo successo dello scorso secolo.

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I giocattoli Mattel, azienda fondata negli USA nel 1945, sono stati il simbolo dei desideri dei più piccoli tra la fine e l’inizio degli anni ’80. Masters of the Universe nasce da un’idea di Donald F. Glut, il primo a lavorare al progetto per recuperare l’occasione perduta dall’azienda statunitense, nel produrre action figure ispirate al successo, all’epoca ancora sconosciuto, di Star Wars di George Lucas. Tra il 1981 e il 1989, i giocattoli ispirati a un personaggio dalle sembianze barbare ma al contempo principesche conquistarono i cuori dei più piccoli, culminando in un’ascesa che vide la nascita del cartone animato prodotto da Filmation nel 1983: He-Man e i dominatori dell’universo.

Con queste premesse, Kevin Smith rispolvera l’animazione tradizionale degli anni ’80, proponendo una nuova versione di Masters of the Universe utilizzando le moderne tecnologie di animazione digitale con un tocco 3D. Aspirando a un’interpretazione dei personaggi più coraggiosa, senza dimenticare le frivolezze contagiose di quegli anni, Masters of the Universe: Revolution rappresenta il secondo capitolo dello sceneggiatore e regista dopo un atteso, seppur poco riuscito, primo esordio con Masters of the Universe: Revelation.

Masters of the Universe: Revolution, la trama

Il protagonista, a differenza di Revelation, è questa volta He-Man, ormai noto anche come Adam, che si troverà ad affrontare una scelta cruciale per il proprio destino e quello di Eternia: salire al trono o rimanere un guerriero alla difesa del regno. Teela, la nuova Sorceress, si impegnerà nel tentativo di far risorgere Preternia e di salvare le anime dei caduti, offrendo loro un luogo di riposo in una pace eterna. Skeletor, la minaccia opposta al nostro eroe, diventerà definitivamente un cyborg, abbracciando la tecnologia di Hordak e della Scheda Madre. Il futuro di Eternia è incerto, con la prospettiva di un nuovo re, una catastrofe imminente, l’introduzione di nuovi personaggi e l’inizio di un’era di cambiamenti che plasmerà il destino del regno protetto dal campione: He-Man.

La minaccia del progresso

Masters of the Universe: Revolution è permeato in ogni fotogramma dalla schiacciante distinzione tra eroi e villain, tra il bene e il male. Dall’aspetto alle caratterizzazioni, questa distinzione emerge attraverso sfumature più plot-driven che introspettive, segnando il processo narrativo di un cadenzato andirivieni di eventi in reazione alla meccanica della storia. Analogamente ai protagonisti, anche gli elementi narrativi si dispiegano in questa direzione, contrapponendo la magia (nobile e giusta) alla tecnologia (malvagia, usata in modo distorto), trasmettendo un messaggio che colloca il protagonista He-Man in un universo animato in cui le due dimensioni prevalgono e si scontrano, generando un conflitto ideologico che coinvolge una varietà eterogenea di personaggi e dando vita a una genia affascinante e numerosa.

La tecnologia, affidata nelle mani di Skeletor, si presenta come una minaccia per il nostro eroe, ma non è solo un’arma nelle grinfie del cyborg; è anche l’antitesi della magia e della storia radicata nelle fondamenta di Eternia. La magia richiama uno stile di vita allineato a un potere evolutivo, ancorato a un’antica e prolifica tradizione, in cui la tecnologia rappresenta un contorno funzionale. Presentare il punto di vista tecnologico attraverso lo sguardo incavato di Skeletor potrebbe sembrare tendenzioso, ma rispetta anche l’essenza dell’opera originale, dimostrando poca audacia, forse discutibilità e una mancanza di intraprendenza nei risultati che potrebbero abbracciare un’accettazione delle due identità fondamentali dell’ambientazione in una coesione giusta ed equilibrata.

Adam e Teela – Masters of the Universe: Revolution

Masters of the Universe: Revolution è un’opera di esteriorizzazione

Masters of the Universe: Revolution, come Masters of the Universe: Revelation, si distingue per la sua coerenza nel non lasciare dubbi allo spettatore. Si presenta come un’opera con tematiche fortemente tangibili e poco plasmabili, grazie alla sua composizione semplice e puramente fantasiosa. L’aspetto dei personaggi, la loro magniloquenza e i valori che rappresentano incarnano una visione che libera l’eroe dalle titubanze e dagli affanni attuali, abbracciando una versione più romantica e primordiale della figura. I dialoghi si sviluppano tra le pareti di eventi segnati da un lieto fine programmato, che stigmatizza un protrarsi ossimorico nella narrazione.

Nessun effetto sorpresa, assenza di scene da cardiopalma, in un mitico artefatto dalla forte esteticità di richiamo ellenico che si fonde con la visione fantascientifica degli anni ’80, alimentata dalle moderne tecniche di realizzazione. Masters of the Universe: Revolution si esime da complesse concezioni comunicative, escludendo a priori elementi di riflessione e profondità, per lasciare spazio a una vittoria inequivocabile del bene sul male, in una prospettiva esclusivamente esistentiva nella rappresentazione dell’eroe.

Le carenze dell’animazione

Masters of the Universe: Revolution non modifica l’aspetto dei personaggi del passato, mantenendo He-Man nelle stesse sembianze del secolo scorso, seppur ridisegnando i tratti con le attuali tecniche di animazione. L’animazione, sicuramente moderna, presenta uno scenario 3D in cui i volti dei personaggi risentono di una fastidiosa plasticità, non riuscendo a competere con l’animazione nipponica che si distingue per una maggiore fluidità. Gli scontri, spesso brevi e poco impegnativi, utilizzano tecniche ripetitive, eliminando la necessità di particolari effetti speciali. L’esito prevedibile delle battaglie contribuisce a un monotono susseguirsi degli stessi eventi, influenzando negativamente un’animazione che risulta poco vibrante e tecnicamente basilare.

Conclusioni

La visione di Masters of the Universe: Revolution è fine ad un prodotto che esemplifica la mission stessa di un’opera che assorbe la concezione minimalista dell’epoca in cui l’originale è stata consacrata. Il flusso altamente prevedibile è riconciliante con l’infanzia delle scorse generazioni, ma non riesce a soddisfare chi cerca una narrazione che esplori le complesse dinamiche intraprese dall’animazione, specialmente su Netflix, dove si sono sviluppati percorsi più maturi e orientati a una profondità ambita. La struttura della serie è gradevole, con la suddivisione in cinque episodi della durata media di trenta minuti, che non appesantisce e contribuisce a rendere digeribile l’estrema compattezza tematica. Si apprezza la completezza estrema, ma manca l’invogliante prospettiva di sviluppi futuri.

Masters of the Universe: Revolution

 

Masters of the Universe: Revolution

  • Anno: 2024
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: Animazione, fantasy e avventura
  • Nazionalita: Stati Uniti
  • Regia: Kevin Smith
  • Data di uscita: 25-January-2024