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Festival dei popoli

‘Cavalo Dinheiro’ il racconto potente di una vita

Il pluripremiato regista portoghese Pedro Costa è ospite al Festival dei Popoli con una rassegna completa sulla sua filmografia. Il suo 'Cavalo Dinheiro' è la storia di uno e di molti, un'opera potente e ancora innovativa.

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Cavalo Dinheiro

Cavalo Dinheiro (Horse Money) è considerato uno dei capolavori del regista portoghese Pedro Costa. Il film si inserisce in una serie iniziata con Colossal Youth (2006) che mette al centro il personaggio di Ventura e il quartiere di immigrati di Fontainhas. La pellicola si concentra su uno dei temi cari al regista di Lisbona, ovvero la condizione di povertà degli immigrati capoverdesi a Lisbona.

Cavalo Dinheiro è stato acclamato dalla critica di tutto il mondo, ricevendo diversi premi, tra cui quello per il miglior film e la miglior regia al festival di Locarno 2014. Nei giorni scorsi la pellicola è stata proiettata durante la 64esima edizione del Festival dei Popoli di Firenze, in occasione di una rassegna completa dei film del regista. Costa è stato ospite del festival, in occasione del quale ha tenuto anche una masterclass. 

Leggi: Festival dei popoli 2023: tutto il programma della 64esima edizione

Pedro Costa – un regista innovativo

Il regista nasce a Lisbona nel 1959, dove studia alla Escola Superior de Teatro e cinema. Il suo primo lungometraggio O Sangue del 1989 introduce già le tematiche del disagio sociale e delle situazioni di estrema povertà che saranno centrali per tutto il suo cinema. 

Già dal terzo lungometraggio, Ossos, il regista si interessa al quartiere di Fontainhas. Questa zona degradata di Lisbona accoglie un gran numero di immigrati da parte di ex colonie portoghesi come Capo Verde.

In questi primi film Costa utilizza uno stile asciutto, quasi documentaristico, che viene comparato al neorealismo. Oltre che nei temi, quest’ultimo rimando è dato anche dall’utilizzo di attori non professionisti che interpretano ruoli biografici.

Colossal Youth è il primo film in cui compare il personaggio ricorrente di Ventura, immigrato da Capo Verde a Lisbona in cerca di lavoro. Presentato al festival di Cannes, il film è una riflessione sugli effetti della Rivoluzione dei Garofani e sulle condizioni degli immigrati in Portogallo. Il personaggio ritorna in Cavalo Dinheiro e in Vitalina Varela del 2019, film vincitore del Pardo d’oro al Locarno international film festival.

Con gli ultimi film il gusto documentaristico di Pedro Costa si è evoluto, tralasciando lo stile visivo ‘low budget’. Costa ha sposato un’estetica più curata, con una fotografia molto drammatica e costruita, spesso associata alla pittura di Rembrandt. Sono rimaste invece le tematiche sociali e l’utilizzo di attori non professionisti. 

Cavalo Dinheiro – la trama

Ambientato nella contemporaneità, in una clinica asettica dove il tempo è rarefatto, Cavalo Dinheiro vede come protagonista Ventura. L’uomo è immigrato a Lisbona da Capo Verde per lavorare come manovale e ha vissuto una vita di stenti. Arrivato alla vecchiaia, ripensa la sua vita in un flusso confuso e onirico che mescola il presente con il passato. Dai suoi giorni di combattente durante la Rivoluzione dei garofani fino a un presente svuotato, scandito da esami medici e procedure burocratiche.

Invertire il tempo, ripetere la vita

Cavalo Dinheiro è un film difficile da digerire. Costa fa una scelta controcorrente per ritrarre il tema del degrado sociale. Invece di mostrare immagini dirette, evoca la drammaticità della situazione di Ventura con una serie di espedienti. In primo luogo una fotografia cupa, molto contrastata e antinaturalistica, in cui gli attori emergono come da un fondale teatrale. Una cura estetica che riconosce una bellezza epica ai personaggi, garantendo sempre loro la dignità.

In secondo luogo lavora sul tempo, lo dilata, lo distorce, creando dei cortocircuiti. La ripetizione diventa un elemento fondamentale. La voce sospirata di Evelina ci accompagna per tutto il film, attraverso la lettura monotona dei documenti burocratici che rimarranno come unica traccia delle vite appese di questi uomini e queste donne dimenticati da tutti. Una ripetizione estenuante per lo spettatore, in cui si perde ogni gerarchia delle scene, e che va a eleggere Ventura a simbolo. Non un personaggio, ma la rappresentazione di una serie di vite diverse ma uguali nella loro drammaticità. 

Ne risulta un racconto dal sapore onirico e alieno, in cui lo spettatore si sente spaesato. Un film che, dopo quasi dieci anni, risulta ancora profondamente innovativo. 

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Cavalo Dinheiro

  • Anno: 2014
  • Durata: 1h 44m
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Portoghese
  • Regia: Pedro Costa