La commovente storia vera di ‘Una torta per l’uomo giusto’
'Una torta per l'uomo giusto', disponibile su Prime Video, è una storia di formazione sul trovare il proprio posto nel mondo grazie alle amicizie giuste. Due ragazze ventenni vivono nella colorata Los Angeles, tra torte e locali, quando una notizia inaspettata cambia del tutto la loro visione della vita.
Una torta per l’uomo giusto (in originale Sitting in bar with cake) di Trish Sie (Pitch Perfect 3, Step up all in) è da poco disponibile su Prime Video. Un film tutto al femminile che mescola commedia e dramma, ispirandosi ad una commovente storia vera. Protagoniste sono Yara Shahidi, interprete della figlia maggiore dell’acclamata sitcom Black-ish e Odessa A’zion, attrice statunitense che aveva dato una buona prova del suo talento interpretando l’adolescente difficile Joey nella serie Netflix Grand Army.
Una torta per l’uomo giusto – La trama
L’introversa Jane e l’estroversa Corinne sono migliori amiche da sempre. Vivono insieme in un appartamento di Los Angeles, dove Jane si diverte a preparare torte nel suo tempo libero. Spinta dall’amica, decide di iniziare un tour di cinquanta locali diversi della città, portando in ognuno una torta sempre diversa da condividere con chiunque ne voglia una fetta. É un’occasione per conoscere nuove persone, soprattutto ragazzi, per la timida Jane. Quando il ‘tortavagando’- è così che hanno chiamato l’avventura nei bar- sembra andare a gonfie vele, una notizia sulla salute di Corinne cambierà tutto per le due ragazze.
La recensione (attenzione agli spoiler)
Una torta per l’uomo giusto inizia con le premesse della più classica commedia romantica per poi mescolare completamente le carte. Le due amiche Jane e Corinne sono il classico esempio di personalità opposte. Due caratteri che, attraverso le avversità della vita, riusciranno a tirare fuori l’una il meglio dall’altra.
All’inizio della storia, siamo immersi nel punto di vista di Jane, afflitta dalla sua timidezza e senza una vera prospettiva di vita. Vede Corinne come un modello: spigliata, coraggiosa, lavorativamente lanciata. Accoglie senza troppi problemi l’idea del ‘tortavagando’, che sembra la soluzione al suo problema di trovare un ragazzo. Quando scoprirà che la sua migliore amica ha il cancro, la sua prospettiva cambierà completamente. E così le relazioni romantiche diventano un di più, il vero viaggio è verso la parte di sé più aperta e spigliata che si può raggiungere solo grazie alla consapevolezza che la vita non è eterna.
Il tema della malattia arriva inaspettato e finisce per inghiottire il film. Se la prima parte era stata caratterizzata da un’atmosfera di allegria e girl power, la seconda è decisamente drammatica. Tutti i personaggi che gravitano attorno alla gioiosa Corinne devono venire a patti con una malattia che è una dolorosa sentenza di morte. La ragazza non perde mai la sua dignità, non abbiamo mai pietà di lei ma ci intristiamo per la perdita che vivono i suoi cari. Quando, nei titoli di coda, apprendiamo che quella delle due amiche è una storia vera, è quasi impossibile trattenere la commozione.
In conclusione
Unatorta perl’uomogiusto è un film con un’identità e dei messaggi ben precisi: il valore dell’amicizia femminile e della famiglia ma, soprattutto, l’invito a vivere la propria vita senza remore. Quello della malattia è un tema che abbiamo sicuramente già visto, anche in una lente simile con la ben riuscita sitcom (per target più giovane, però) di Netflix Alexa & Katie. La parte interessante risulta infatti il rapporto tra le due amiche, una vera espressione di connessione e amicizia femminile che siamo meno abituati a vedere sullo schermo.
Certo, non ci troviamo davanti al rapporto complesso dei meccanismi di stima, gelosia, competizione e amore, raccontati dalla serie e prima dal romanzo di Elena Ferrante ne L’amica geniale. Eppure il film riesce ad emozionare e coinvolgere, grazie anche al carisma delle due attrici protagoniste. Parte riuscita del film è poi il rapporto delle due coi genitori nel loro viaggio di emancipazione e di ricerca di una famiglia propria, anche nel senso di gruppo di amici e cari che si prendano cura di noi oltre i legami di sangue. In questo Una torta per l’uomo giusto mantiene decisamente la sua promessa di essere un’ode all’amicizia.