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Anniversari

I 90 anni di quel genio discusso e controverso di Roman Polanski

90 anni per Roman Polanski, regista di capolavori come Repulsion, Rosemary’s baby, Chinatown e L’inquilino del terzo piano, a Venezia con The Palace

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Roman Polanski compie 90 anni. Parigino di nascita, (il suo vero nome è Rajmund Roman Thierry), si trasferisce con i genitori ebrei a Cracovia, dove studia regia e recitazione. Dopo qualche corto, il suo esordio al cinema nel ’62 con Il coltello nell’acqua, thriller in bianco e nero, candidato all’Oscar come miglior film straniero. Ma è con Repulsion del ’65, che Polanski raggiunge la notorietà internazionale. Per rendere le atmosfere del film più claustrofobiche e stranianti, lo stesso regista dichiarò:

Alterai le dimensioni reali dell’appartamento, dilatandone stanze e corridoi, facendone arretrare le pareti in un modo che gli spettatori sperimentassero in pieno l’effetto della visione deformata di Carole. Progettammo le pareti del set in modo che potessero venire spostate e allungate mediante pannelli aggiuntivi”,

Componendo idealmente una sorta di trilogia della follia, dopo Repulsion fa seguito Rosemary’s baby – Nastro rosso a New York, ambientato negli USA, candidato all’Oscar.  Nel successivo e ineguagliabile L’inquilino del terzo piano (1976),  girato a Parigi, lo stesso regista compare come protagonista. In questi tre film Polanski propone un’atmosfera claustrofobica e soffocante, perennemente sospesa tra incubo e realtà. Dopo Macbeth e il debolissimo Che?, dirige il magico Chinatown, un post-noir che strizza l’occhio alle ambientazioni care all’hard boiled school, che colleziona undici candidature agli Oscar.

Roman Polanski 90 anni: i rapporti burrascosi con gli attori

Come ricorda lo stesso Roman Polanski, la lavorazione di Chinatown fu funestata dai rapporti tesi con la Dunaway, letteralmente ossessionata per il trucco e per il Blistex, una crema per le labbra, che usava con tanta frequenza, prima e dopo ogni scena, che la troupe, nell’ultimo giorno di lavorazione, le donò un tubo di Blistex lungo un metro, costruito apposta per lei. Non furono idilliaci neppure i rapporti con Nicholson, fanatico appassionato di pallacanestro. Durante le riprese del film, l’attore era così preso da una partita tra i Lakers e New York Knicks che, faceva la spola tra il set e il camerino. Esasperato dal suo atteggiamento, il regista agguantò uno spazzolone, fece irruzione nel camerino dell’attore e fece a pazzi il televisore.

Gli altri film

A Chinatown seguono lo struggente Tess, (1979) , che s’aggiudica il Cesar come miglior film e regia e ottiene altre due candidature all’Oscar. Polanski impagina poi delle pellicole poco ispirate: Pirati (1986), Frantic (1988), Luna di fiele (1992) ma risale la china con lo spiazzante La morte e la fanciulla. Dopo la parentesi di un horror La nona porta  (1899)  dirige Il pianista, premiato nel 2002 con la Palma d’oro a Cannes e l’Oscar. Altre pellicole come Olivier Twist (2005), Il ghostwriter (2009) non lasciano il segno. Ad arricchire la sua carriera i deliziosi Carnage (2011) e Quello che non so di lei (2017). E’ atteso a Venezia, fuori concorso, con il suo ultimo film The palace.

Una carriera funestata da accuse e processi

Probabilmente, la discesa agli inferi dei protagonisti dei film del regista francese, é legata alla tragica morte di Sharon Tate,  la giovane moglie, uccisa, nella sua villa a Los Angeles. da Charles Manson e dai componenti della setta satanica alla quale era a  capo. Il regista fu accusato e poi arrestato per aver violentato nel 1977 a Los Angeles, la tredicenne Samantha Geimer. Dopo aver scontato 42 giorni in prigione, fu rilasciato. Polanski si dichiarò colpevole di aver avuto un rapporto con la minorenne, ma negò di aver compiuto uno stupro. Nel 2009 é arrestato all’aeroporto di Zurigo sulla base di un mandato di cattura internazionale. Dopo due mesi di prigione, la pena é commutata in arresti domiciliari e braccialetto elettronico. In sua difesa, insorsero registi e personalità del mondo del cinema, e la pena fu dichiarata illegittima.  Nel 2019 il regista dirige L’ufficiale e la spia, film candidato a diversi Cesar ma, dopo le proteste di un gruppo di femministe, non si presenta alla cerimonia di premiazione. Nel 2019, Valentine Monnier accusa il regista di violenza ma per la legge francese il reato é da considerarsi prescritto.

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