Si sa, si dice che le donne nascondano gli anni. Tutti pensano che Barbara Bouchet, nome d’arte di Barbel Gutscher, attrice tedesca, sia nata a Liberec, nel 1943. E, invece, come lei stessa, mi ha confermato, é errata la notizia che gira sul web sulla sua nascita. Lei è nata, infatti, nel 1944. La Bouchet, muove i primi passi come ballerina e poi, dopo essere volata in America, è diretta sul grande schermo da registi del calibro di Jack Arnold, Robert Quine, Bob Fosse e Otto Preminger. Dopo il delizioso ruolo in un 007 James Bond Casino Royal, approda in Italia e recita in Colpo rovente, per la regia di Piero Zuffi.
Come riporto nel mio volume “Il cinema visto dal buco della serratura”, in corso di stampa, divertente il suo commento sui primi anni in Italia.
“In America c’era una sorta di sacralità del set. Non volava una mosca. In Italia, invece, mentre stavi recitando si sentiva quello che diceva: “Ma che si mangia a pranzo?” o c’era un manovale che martellava. Ero sconvolta e perdevo le battute. Mi dicevano: “Non ti preoccupare, tanto verrai doppiata. Puoi anche contare. L’importante è che rispetti i tempi delle battute.”
Una carriera che ha attraversato tutti i generi
Dagli anni Settanta in poi, Barbara Bouchet saltella da un genere all’altro. E’ in alcuni dei gialli più significativi della cinematografia nostrana: La tarantola dal ventre nero di Paolo Cavara, La dama rossa uccide sette volte di Emilio P. Miraglia, Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci.
Non lesina qualche boccaccesco (Una cavalla tutta nuda, La calandria), compare, inoltre, in qualche poliziottesco (L’uomo dagli occhi di ghiaccio, Un tipo con una faccia strana ti cerca per ucciderti) e in diverse commedie (Amore vuol dir gelosia, L’anatra all’arancia, Liquirizia).
Messo da parte il ruolo in Per le antiche scale di Mauro Bolognini, la fama di Barbara Bouchet è legata alle commedie sexy all’italiana. Tra le tante, 40 gradi all’ombra del lenzuolo, Amore vuol dir gelosia, Spogliamoci così, senza pudor…, Spaghetti a mezzanotte, tutte dirette da Sergio Martino. Icona di una femminilità seduttiva, ma elegante, divise con Edwige Fenech il ruolo della regina di quel genere che, anche se mostrava le grazie delle protagoniste, pur nutrendo il voyeurismo degli spettatori, di fatto puntava più alle risate che a mostrare curve e nudità.
Amatissima da Quentin Tarantino per il suo ballo in Milano calibro 9 di Fernando Di Leo, Martin Scorsese la volle per un ruolo in Gangs of New York, Una carriera impreziosita dallo struggente Valeria dentro e fuori di Brunello Rondi, film che avrebbe meritato ben altro successo. Non mancano i rimpianti: su tutti quello legato al provino con De Sica per Il giardino dei Finzi Contini. Come mi raccontò, era così emozionata che s’impappinò e non riuscì a concentrarsi. Una passione per la pittura, un amore per il fitness, (grazie alle sue videocassette, lo lanciò in Italia) e accrebbe ancor più la sua fama con dei ruoli in televisione (Incantesimo, Un posto al sole, Capri…) e in teatro. La sua ultima interpretazione sul grande schermo é nel 2021,nell’esilarante Una famiglia mostruosa di Volfango De Biasi,
E’ la madre di Alessandro Borghese, noto chef stellato, nato dal matrimonio con il napoletano Luigi Borghese.
Amore vuol dir gelosia: Enrico Montesano e Barbara Bouchet in un’esilarante commedia che ben fotografa lo spirito di un’epoca
Barbara Bouchet: quaranta gradi all’ombra del lenzuolo
Stasera in tv su Iris alle 21 L’anatra all’arancia, l’indimenticabile film di Luciano Salce con Ugo Tognazzi, Monica Vitti e Barbara Bouchet