
Anno: 2012
Distribuzione: Warner Bros
Durata: 105′
Genere: Azione/Commedia/Fantascienza
Nazionalità: USA
Regia: Barry Sonnenfeld
A dieci anni dalla loro ultima avventura sullo schermo, tornano le avventure degli uomini in nero, gli agenti governativi incaricati di svolgere ogni tipo di attività che coinvolga gli extraterrestri sul nostro pianeta: tornano i Men in black.
Come sempre interpretati da Will Smith e Tommy Lee Jones, questa volta gli agenti J e K devono vedersela con il minaccioso Boris l’Animale (Jemaine Clement), il quale, tornando indietro nel tempo, finisce per cambiare negativamente il destino del secondo, tanto da spingere il primo ad avventurarsi in un viaggio spazio temporale nel 1969 per fermarlo.
Ed è Josh Brolin a incarnare la versione giovane di K in questo tassello che, ovviamente proposto in 3D, fa dei viaggi nel tempo, appunto, l’elemento principale volto a elevare la saga dall’ennesimo campionario fantascientifico tempestato di alieni buoni e cattivi.

Con una non indifferente strizzata d’occhio alla trilogia Ritorno al futuro (soprattutto al secondo), come c’era da aspettarsi; mentre Barry Sonnenfeld (La famiglia Addams), regista anche dei due capitoli precedenti, cerca di mettere un po’ di pepe nella storia fantasticando sulla visione aliena di fine anni Sessanta che imperava negli Stati Uniti, destinata a tirare in ballo il viaggio verso la luna e volti noti del periodo (esilarante il momento in cui viene svelata la vera natura MIB di Andy Warhol).
Inoltre, provvede una certa cura nella scrittura, per mano dello sceneggiatore Etan Cohen (Tropic thunder), a elaborare maggiormente le onnipresenti gag e i rapporti tra i protagonisti, traendo qualcosa in più da J e K e concedendo un finale che, almeno per gli amanti della saga, cerca di essere spiazzante.
Certo, il ritmo e la freschezza non sono più quelli di una volta; infatti, il primo Men in black rimane senza dubbio il migliore della trilogia, mentre la mano di Sonnenfeld, recentemente avventuratosi in ambito televisivo, pare essere ferma, per diversi aspetti, alla visione cinematografica anni Novanta.

Per il resto rimane l’affiatamento degli interpreti, dal sempre all’altezza Smith all’impassibile Jones, per arrivare alle new entry Brolin, Clement, Michael Stuhlbarg (A serious man) ed Emma Thompson (Casa Howard); quest’ultima chiamata a sostituire Rip Torn (assente per motivi giudiziari) nei panni del capo MIB.
Senza escludere, ovviamente, l’apporto degli ottimi effetti speciali e delle creazioni aliene del maestro Rick Baker, il quale, proprio grazie al primo Men in black, si era aggiudicato uno dei suoi sette Oscar.
Mirko Lomuscio