‘Humpday – Un mercoledì da sballo’: improvvisarsi gay per provare a creare arte
L'ambizione di sdoganare il cinema porno alle soglie della composizione artistica, spinge due amici eterosessuali, in stato di ebbrezza da alcol, a mantener fede all'impegno preso, ovvero interpretare in un film la coppia gay in azione. Ma dalle parole ai fatti ci sta un abisso.
Torna a farsi vedere una commedia che, nell’ormai lontano 2009, arrivò nelle sale italiane forte dell’eco malizioso che il film si era conquistato sin dalla sua prima proiezione al Sundance Film Festival, ove ottenne un gran successo e fu salutato come la quintessenza del film di genere “mumblecore”, ovvero quel prodotto indipendente e a bassissimo costo, con attori esordienti o poco noti, incentrato essenzialmente sui rapporti interpersonali ed intimi dei protagonisti.
Lo trasmette Mubi ed è già visibile dalla fine di marzo 2022.
Humpday – Un mercoledì da sballo: la trama
In Humpday – Un mercoledì da sballo, il tranquillo e collaudato ménage di coppia di due trentacinquenni conviventi, Ben e Anna, viene completamente stravolto una sera di metà settimana quando, mentre la coppia si ritrova già a letto ed ha rinunciato di buon grado anche quella sera a fare sesso in favore di una bella dormita, arriva un carissimo amico coetaneo di Ben, di nome Andrew.
Un tipo piuttosto spigliato, casinaro, persino invadente, anche se Anna, sul momento un po’ frastornata, accetta la proposta del suo compagno di ospitarlo per la notte, che Andrew accetta a sua volta senza nemmeno provare a schermirsi.
L’invitato si ferma qualche giorno, il tempo sufficiente per far sì che l’intesa perfetta della coppia padrona di casa rischi più volte di incrinarsi, specie quando Ben si attarda a una festa di amiche lesbiche di Andrew, saltando la cena che la stessa Anna aveva preparato con cura per tutti e tre, cucinando le sue particolari bistecche al forno.
Ma il vero marasma, il ciclone che metterà a dura prova la pazienza della donna, avverrà quando la donna scoprirà da Andrew, anziché da Ben, che i due amiconi hanno in programma di partecipare, in qualità di registi ed interpreti, a un festival di cinema a luci rosse piuttosto noto che da anni si tiene nella loro città.
I due amici infatti, la sera della festa che gli ha fatto saltare la cena amorevolmente cucinata da Anna, nell’ebbrezza dei troppi bicchieri mandati giù, hanno escogitato un’idea piuttosto fuori dal comune, che sono convinti riuscirà a renderli famosi e a sdoganare il cinema porno all’interno del mondo dell’arte vera e propria.
–“Si lo farei…
-Davvero?
-Si.
-Allora anche io ci sto.
-Davvero?
-Certo.
-Ma non penso che dovremmo farlo solo perché non vogliamo tirarci indietro. Non dovrebbe essere una specie di sfida. Lo scopo dovrebbe essere fare qualcosa di artistico.
-Penso che sia un’idea assurda, ma anche geniale, cazzo.
-È strana ma anche geniale perché va oltre i limiti, come dovrebbe fare tutta l’arte.”
I due maturano il proposito di girare un film pornografico di genere omosessuale, i cui due interpreti saranno loro stessi: un film omosessuale girato da due interpreti eterosessuali.
Il tentativo è quello di dimostrare che l’arte e la recitazione non hanno limiti e che il sesso non simulato può diventare arte come la recitazione tradizionale, abbattendo schemi e limiti che vadano al di là dell’indole sessuale di chi è coinvolto nella parte.
Ma se già la mattina dopo è dura accettare di prendere in considerazione il progetto che tanto li aveva esaltati la sera prima da ubriachi, poi il progetto, che viene portato avanti sino al fatidico giorno del primo tentativo di ciak, finirà per naufragare per il più semplice e naturale dei motivi. Costringendo i due amici per la pelle un po’ inconcludenti e ingenui a darsi un addio un po’ malinconico, soprattutto ripensando ognuno alla propria vita di uomo medio piuttosto irrisolto e perennemente alla ricerca di una soddisfazione che non si raggiunge mai.
Humpday – Un mercoledì da sballo: la recensione
Girato nel 2009 dalla regista indipendente Lynn Shelton, e presentato al Sundance Film Festival ove ha ottenuto un buon successo, Humpday – Un mercoledì da sballo è arrivato nel 2010 anche nelle mostre sale, così come in quelle di tutta Europa, generando una certa maliziosa curiosità negli spettatori, tanto da restare ancora oggi il film più noto della Shelton, che peraltro appare anche come attrice, ritagliandosi il ruolo dell’amica bisessuale di Andrew, ovvero Monica.
Nel cast di Humpday – Un mercoledì da sballo si segnalano le brillanti e naturali interpretazioni di due attori cardine della commedia indipendente.
Mark Duplass, spesso a suo agio con i personaggi da “medio-man”, nonché uno dei simboli dello stile “mumblecore” che ha dato vita ad un sottogenere molto frequentato dal cinema indipendente made in Usa, e che si ricorda anche come protagonista dell’inquietante horror Creep, con le regole del “found footage”, ovvero del film che si finge girato con materiale di un altro film ritrovato o recuperato.
Lo affianca lo scatenato Joshua Leonard, nei panni dell’amico del cuore che tutti vorrebbero avere, ma con cui nessuno vorrebbe o riuscirebbe a convivere più di qualche ora senza subire conseguenze irreparabili. Anche Leonard viene dall’horror in stile “found footage”, avendo esordito nel famosissimo Blair Witch Project.
Dopo un avvio un po’ logorroico e in cui l’improvvisazione dei dialoghi finisce per pesare un po’ troppo sulla linearità narrativa, il film si avvia al suo centro di interesse nell’ultima lunga scena ambientata nella camera d’albergo anonima che dovrà ospitare il set improvvisato dei due attori-amanti.
E l’imbarazzo dei due, rimasti in boxer (pressoché identici ed entrambi ridicoli), un po’ goffi, un po’ sovrappeso senza essere grassi, con la “testuggine addominale” ben nascosta dalla sedentarietà delle loro vite di quasi quarantenni, è la parte che dà il vero carattere al film, salvandolo e valorizzandolo.
L’attenzione suscitata dal film ha fatto anche sì che in Francia sia stato girato, nel giro di due anni, un remake con star d’oltralpe del calibro di Francois Cluzet, Laetitia Casta, Charlotte Gainsbourg e Asia Argento.
Si intitola Do Not Disturb, porta la firma dell’attore e regista Yvan Attal, ma non possiede le carte in regola per convincere come, al contrario, tutto sommato riesce a fare questo spigliato ed improvvisato Humpday. 6/10