‘The Morning Show’: ritornano i lati oscuri del potere e della TV
La serie targata Apple TV+ con protagoniste Reese Whiterspoon e Jennifer Aniston torna alla "normalità" post-Covid con una terza stagione ricca di cambiamenti e di rivelazioni.
É ora disponibile su Apple TV+ tutta la terza stagione di The Morning Show. Una delle serie drama più attese dell’anno torna con una nuova storia, a ben due anni di distanza dall’uscita dell’ultima stagione (qui la recensione della stagione 2). Nel cast ancora Reese Whiterspoon e Jennifer Aniston, anche produttrici esecutive, nei rispettivi ruoli di Bradley Jackson e Alex Levy. Riprendono i loro personaggi anche Billy Crudup,Greta Lee, Mark Duplass e Julianna Margulies.
The Morning Show 3: la trama
Come nelle scorse stagioni, The Morning Show cerca di stare al passo con la storia contemporanea e riparte quindi dall’era post-Covid. Avevamo lasciato i personaggi nel bel mezzo della pandemia e alle prese con problemi più grandi di loro. Alex (Jennifer Aniston), colpita dal virus, decide di documentare la sua convalescenza con un nuovo programma trasmesso sulla piattaforma streaming di UBA e torna a essere una star della televisione. Bradley (Reese Whiterspoon), in una turbolenta relazione con la giornalista Laura Peterson (Juliana Margulies), si prende cura del fratello perso nella dipendenza dalla droga e lo manda in un centro di riabilitazione.
La terza stagione coincide con il ritorno a una quasi normalità negli studi televisivi della UBA: Alex si muove tra il The Morning Show e il suo one-woman-show Alex Unfiltered, Bradley conduce finalmente il telegiornale serale, a cui aspirava fin dal suo arrivo. Dietro le quinte della UBA, il CEO Cory Ellison (Billy Crudup) contratta con il ricco magnate della tecnologia Paul Marks (Jon Hamm) per vendere il network e investire maggiormente sullo streaming dopo il successo nel periodo del Covid. Ma quando l’attacco informatico di un hacker misterioso rivela informazioni sensibili e personali, il The Morning Show rischia di crollare su se stesso tra tradimenti, nuove coalizioni e pugnalate alle spalle.
Un nuovo legame con il presente: i multimiliardari
Dopo una prima stagione di altissimo livello e una seconda di alti e bassi anche a causa dei continui slittamenti e delle difficoltà di produzione a causa del Covid, la terza stagione di The Morning Show vuole fin dall’inizio riportarsi al livello e alla qualità del suo esordio. E. così come c’é aria di cambiamenti ai vertici della UBA nella finzione narrativa, anche il team dietro alla creazione della serie presenta grandi novità con la terza stagione. Il testimone di showrunner é passato infatti a Charlotte Stoudt e anche la squadra di sceneggiatura ha subito un ricambio radicale nel tentativo di restituire originalità e nuova vita alla storia. Nonostante i cambiamenti dietro le quinte, The Morning Show continua a essere una serie che vuole parlare del e al presente.
Jon Hamm (che interpreta il magnate della tecnologia Paul Marks) nella terza stagione di ‘The Morning Show’
Fin dal suo primo episodio, la terza stagione mostra un’attenzione e un interesse per le vicende burocratiche e finanziarie del network mai emersi con tanta evidenza nelle scorse stagioni. La scelta di introdurre il personaggio di Paul Marks, un magnate multimiliardario e visionario che seduce, ma al tempo stesso minaccia, i vertici della UBA sposta la serie in un’orbita di genere che non può che ricordare alcuni dei prodotti televisivi di maggiore successo degli ultimi anni, primo fra tutti Succession. Ma The Morning Show non rivela mai l’ambizione di volersi trasformare in quel tipo di serie, né tantomeno di volere competere: piuttosto, questa svolta é soltanto un elemento narrativo tra i tanti già impiegati nel passato per mantenere la storia ancorata alla contemporaneità – con un Marks che non può che ricordare i tanti multimiliardari ossessionati dallo spazio e nuovi proprietari di social media del nostro presente.
Lo smascheramento del razzismo sul posto di lavoro
Uno dei più grandi meriti di The Morning Show rimane quello di riuscire a trattare questioni attuali e complesse quanto spinose e delicate in modo critico e attento, senza mai cadere in didascalismi e artificiosità. Quando nella terza stagione un attacco informatico colpisce l’UBA, alcune email private e compromettenti vengono rese pubbliche: tra queste anche quella in cui la direttrice esecutiva Cybil Reynolds (Holland Taylor) fa una battuta razzista ai danni della giovane neo-conduttrice del The Morning Show, Christina Hunter (Nicole Beharie). La giornalista si ritrova contro la sua volontà nel bel mezzo di uno scontro a fuoco tra i vertici del network, che tentano di comprare il suo silenzio, e chi, come il marito, vuole che riveli tutto al pubblico per smascherare la gerarchia razzista, oltre che sessista, su cui la UBA si regge da sempre.
Anche in questo caso, The Morning Showrivela tutte le sue potenzialità in un terzo episodio carico di rabbia, emozione e rivalsa. L’interpretazione magistrale di Nicole Beharie riesce a rappresentare con violenta onestà e realismo lo stato d’animo di Christina, costretta a scegliere se lasciar perdere o se contrattaccare per l’ennesima volta. Per tutto l’episodio, la giornalista é sballottata da una parte all’altra in un continuo ed estenuante conflitto con se stessa e con le aspettative esterne – una condizione che la serie dipinge, con grande onestà, come quotidiana per i dipendenti non-bianchi del network.
Nicole Beharie nel ruolo di Christina Hunter nella terza stagione di ‘The Morning Show’
L’apice della vicenda arriva quando Christina ottiene di poter intervistare la direttrice in diretta nazionale sul The Morning Show. Grazie a una scrittura concisa e puntuale il confronto assume ben presto il ritmo di una guerra verbale, in cui Christina non perde però mai il controllo. Il tono composto e professionale con cui smaschera il razzismo del network e spinge Cybil ad assumersi la responsabilità del suo commento rende la scena ancora più violenta e disarmante. In uno degli episodi migliori, The Morning Show rivela ancora una volta la sua forza nello sguardo attento e per questo spaventoso con cui fa luce su un tipo di discriminazione diffusa e istituzionalizzata ma che, troppo spesso, si preferisce non vedere.
I personaggi secondari si fanno protagonisti
Nella moltitudine caotica e quasi eccessiva di spunti narrativi e volti nuovi, The Morning Show continua a essere un pozzo di personaggi di grande complessità e dalle grandi sorprese. Se nelle scorse stagioni il focus era quasi sempre rimasto sulle due protagoniste, Alex e Bradley – sempre interpretate magistralmente da Jennifer Aniston e Reese Whiterspoon – il vero fulcro di questa stagione é sicuramente Cory Ellison. Interpretato da Billy Crudup, già vincitore di un Emmy nel 2020 per questo ruolo, il presidente della UBA tira fuori il meglio e il peggio di sé in questa stagione. Fin dall’inizio, Cory é stato uno dei personaggi più imprevedibili e indecifrabili, tanto calcolatore da non farsi scrupoli a sacrificare suoi colleghi per il bene di se stesso e del network.
Ma anche il destino di Cory alla UBA non é sicuro: gli ascolti del The Morning Show sono in calo e i debiti del network sono sempre più alti. Per due stagioni il direttore é riuscito a manipolare situazioni per mantenere a galla la rete e per rimanere alla guida, ma ora tutto sembra tendere a un suo imminente fallimento. Una delle sorprese di questa stagione – e probabilmente della prossima – é sicuramente Stella Bak (brillantemente interpretata da Greta Lee), giovane presidentessa della UBA News ed ex-“protetta” di Cory, ma con cui é ormai definitivamente in collisione.
Anche lei stratega intelligente e indecifrabile, Stella é un personaggio complicato e spesso in contraddizione con se stessa, fin ad ora rimasta fedelmente all’ombra del capo. Ma dopo le informazioni rese pubbliche sugli abusi di Cory, Stella lo affronta e promette, nel finale, che sarà lei la guida di un tanto atteso cambiamento alla UBA.
Un finale che prospetta cambiamento
Tornata a pieno ritmo con questa terza stagione, The Morning Showci regala una stagione fatta di colpi di scena e trattative continue ma che non fanno altro che fallire. E la sorpresa più grande arriva proprio alla fine: quando ormai l’acquisizione di UBA da parte del multimiliardario Marks e la disfatta di Cory, finito anche nel mirino dei media per vari scandali, sembrano certe, ecco che tutto viene cancellato ancora una volta in un attimo. Le indagini e i sotterfugi delle donne dell’UBA, portate avanti per 10 episodi, finalmente riescono a smascherare la vera natura del miliardario, che non si fa problemi a silenziare Bradley e vari altri impiegati quando dimostrano di avere informazioni compromettenti su di lui.
Ancora una volta, é Alex Levy (Aniston) a farsi portavoce e salvatrice delle sorti della UBA – ma soltanto grazie all’azione delle colleghe. Proprio nel momento in cui la cessione sta per essere confermata, Alex svela di avere un’alternativa alla proposta di Paul Marks, nel frattempo anche diventato il suo partner, e denuncia tutti i segreti e gli abusi compiuti dall’uomo per mantenere controllo sull’accordo. Sotto gli occhi increduli di una sala fatta di soli uomini, é di nuovo la giornalista ad avere la meglio. Si tratta di una scena potentissima, che dimostra come The Morning Showsia sempre in grado di riflettere con grande consapevolezza e anche autocritica su una questione troppo attuale, soprattutto in un campo come quello dei media: come le donne debbano lottare sempre e comunque per riuscire ad avere un briciolo di voce in un mondo fatto di uomini.
Il bilancio della terza stagione
Per quanto la terza stagione si riveli nettamente superiore alla seconda, é evidente é che la serie continui a portarsi dietro alcuni problemi strutturali, come la quantità di storyline che vengono aperte e spesso dimenticate o la concessione di uno screentime eccessivo a personaggi secondari che non sono mai stati realmente caratterizzati. Molti punti sono stati lasciati in sospeso nel finale di stagione – primo fra tutti l’unione proposta da Alex tra UBA e un altro network, la NBN – e aprono la strada alla quarta stagione, già confermata da Apple TV+.
Non ci resta altro che aspettare per scoprire se le promesse fatte da Stella e da Alex riguardo al ricambio dei vertici del network e a una spinta positiva verso il cambiamento saranno mantenute. Quanto si può osservare al termine di questa stagione é che, nonostante tutto, The Morning Show conserva il suo sguardo cinico e disilluso sul mondo dell’informazione e resta fedele a se stesso anche nella confusione e nel disordine, restando una visione imperdibile per riflettere sulla realtà che ci circonda.