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Bifest

’10 anni di gestazione prima di portarlo sullo schermo’ – dice Michael Steiner – il regista di ‘And Tomorrow We Will Be Dead’

'Mettere in scena 08 mesi di prigionia non è facile, perché sono difficili da condensare'. La parola al regista svizzero di 'E domani saremo morti'. La commovente storia del rapimento di due turisti svizzeri, sequestrati lungo l'antica Via della Seta

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and tomorrow we will be dead

L’interessante And Tomorrow We Will Be Dead con Morgane Ferru e Sven Schelker, presenziato dal regista Michael Steiner e introdotto da Enrico Magrelli, è stato presentato al Bifest.

Un preciso atto di accusa sui media, il loro pressappochismo e la fragilità dell’informazione, tanto più in epoca di devastanti fake news, il film narra la vicenda contorta e inspiegabile del rapimento di due giovani svizzeri in vacanza in Pakistan nel 2011.

Il potere del cinema: offrire risvolti invisibili

La pellicola prosegue anche con una finestra sulle retrovie sia politiche che diplomatiche di un paese neutrale come la Svizzera che, pertanto non paga riscatti e che, per poco non rendeva l’esito fatale. Seppur per motivi diversi sia il Pakistan che la Svizzera fanno una figura barbina.

Infatti sarà solo grazie alla scaltrezza e intelligenza della giovane coppia (lui peraltro un poliziotto) che i due riusciranno ad eludere la sorveglianza di Pashtun, terroristi e talebani.

La locandina di And Tomorrow We Will Be Dead 

Le mie domande al regista Michael Steiner di And Tomorrow We Will Be Dead

GSS: La storia di due cittadini svizzeri sequestrati lungo l’antica Via della Seta. Come hai saputo del rapimento? Sembra un romanzo. 

MS: si in effetti è una storia che sembra assurda, irreale per molti versi, ma vera. La stampa contro, le trattative, ha diversi punti non chiari. avevo seguito sui giornali il rapimento e poi ho pensato solo il cinema può aiutare a fare chiarezza  e a dare luce a una storia molto buia che ha rovinato le vite dei due protagonisti non solo nella prigionia, ma anche dopo. Si sono separati, sono stati accusati, lei ha anche scritto un libro per cercare di chiarire l’accaduto ma molti non hanno creduto alle versioni fornite. Tutto ha generato di sicuro molta sofferenza

GSS: Hai visto per caso un altro film molto forte come il tuo, svedese sul rapimento di due giornalisti in Africa? 

MS: si ne avevo sentito parlare, ma non l’ho ancora visto.

Le riprese

GSS: Dove avete girato? Dove hai ambientato le riprese? Spero non in Pakisistan. Ancora.

MS: Non potevamo girare in Pakistan per ovvie ragioni. Primo perché il governo pakistano non ne esce molto bene da questa vicenda. Secondo per un certo timore dopo il rapimento riguardante i due miei protagonisti. Il film abbiamo quindi scelto di girarlo in Rajasthan, anche pr motivi di sicurezza.

GSS: molti giornalisti, come si vede  alla fine del film, non credettero che gli ostaggi si fossero liberati da soli o addirittura misero in dubbio la loro prigionia. Su che base?

MS: Il problema è sottile. Io ho parlato con diversi giornalisti. Alcuni non avevano ricevuto le notizie di prima mano, né le avevano raccolte in prima persona. O tantomeno erano riusciti ad andare alle fonti e ad approfondire. Hanno solo copiato sulla carta quello che avevano preso da altri e questo può risultare estremamente superficiale.

Mi sono dovuto rivolgere alla diplomazia nell’ambasciata in Pakistan. Essi non sapevano che i due turisti fossero stati rapiti e scappati per tanto non avevano organizzato nulla per liberarli e l’ambasciata non aveva nulla per accoglierli. Ignoravano addirittura che qualcuno fosse stato rapito. Ne avevano idea ma non erano preparati ad accoglierli quando sono fuggiti.

E’ successo poi che è stato l’esercito militare che ha chiamato l’ambasciata svizzera, chiedendo se avevano trattato coi talebani. Loro hanno risposto di no. Così sono stati portati a Islamabad e poi da li all’ambasciata. Siamo in tempi di guerra dobbiamo stare attenti di più anche a come funziona l’uso dei social o le notizie spesso fake.

GSS: La richiesta di liberare ostaggi pakistani agli americani. La svizzera che non paga riscatti. Il Pakistan che da ostaggi morti. Si rischiava anche di scatenare una guerra tra stati.. o sbaglio? E tutto solo per un mango fresco?

MS: si in effetti la diplomazia è una cosa tortuosa. Ogni stato ha i propri paletti ed è difficile stare attenti a non abbatterli e ottenere ciò che è necessario.

La sinossi di And Tomorrow We Will Be Dead

Amante fin da piccolo di Marco Polo e dei viaggi David Och non avrebbe mai immaginato che presto la sua vita sarebbe stata più avventurosa di quella del famoso veneziano e di Silvio Pellico assieme.

Di li a poco, nel 2011, David Och scelse di partire con la moglie Daniela Widmer, per una vacanza in Pakistan. La coppia sarebbe stata poi rapita e consegnata ai talebani.

La loro si rivelerà un’odissea in grado di tenere tutta la Svizzera con il fiato sospeso per otto mesi, fino al momento in cui riusciranno a fuggire dai carcerieri.

Il cast di

Una coproduzione Svizzera e Germania, 2021, durata 115 minuti il titolo internazionale: And Tomorrow we will be dead. Genere Drammatico – vede nel cast ottimi attori, ben coordinati, totalmente credibili. Tra di loro  Sven Schelker, Ajay Kumar Nain, Morgane Ferru, Siddhant Karnick, Dara Sandhu

 

 

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'And Tomorrow We Will Be Dead'

  • Anno: 2021
  • Durata: 115
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Svizzera Germania
  • Regia: Michael Steiner