‘L’indice della paura’ La miniserie che spiega come funziona la società
Disponibile dal 18 febbraio su Sky Atlantic, on demand su Sky e in streaming su NOW, L'indice della paura è la nuova miniserie con Josh Hartnett nei panni di un genio informatico dai deliri paranoici.
Basato sull’omonimo romanzo di Robert Harris e disponibile su Sky Atlantic dal 18 febbraio 2022, L’indice della paura ripercorre le vicende di un uomo d’affari – interpretato da Josh Hartnett – alle prese con gli scherzi che può giocare la mente. La miniserie, composta di quattro episodi, appartiene al generefinancial thriller, ma pesca qua e là nelle suggestioni del noir e del thriller psicologico, sfumando spesso i suoi confini ma non riuscendo a centrare del tutto l’obiettivo.
Alex Hoffman (Hartnett) è quello che si definirebbe il classico (e invidiabile) genio informatico. In molti dipendono da lui e dalle sue scelte, che fa con grande coraggio e senza troppi scrupoli. Forte della sua esperienza nel campo e, in qualche modo, della fortuna che ha sempre girato in suo favore, Alex è in procinto di ricevere finanziamenti da milioni di dollari.
Sulla cresta dell’onda, lavorativamente e sentimentalmente parlando, finisce in un pericoloso e ambiguo vortice di situazioni, che lo getteranno nel delirio. Delirio che l’uomo conosce bene, avendo in passato sofferto di esaurimento e crollo nervoso. Nel momento in cui inizia ad avere allucinazioni e a cercare la verità che vi si nasconde dietro, la moglie Gaby (Leila Farzad) teme per l’incolumità di entrambi.
A peggiorare le cose, le indagini dell’investigatore Leclerc (Grégory Montel) stringono sempre di più il cerchio intorno ad Alex, spinto a percorrere anche vie illegali al fine di scoprire se davvero qualcuno ce l’ha con lui o se è tutto frutto della sua immaginazione.
Il titolo L’indice della paura, fa riferimento a una delle emozioni più antiche e forti che esistano: la paura, appunto. C’è chi dice che sia infatti quest’ultima a dominare il mondo. E a guidare le azioni degli esseri umani, in special modo di coloro che decidono le sorti di intere popolazioni. E considerato l’attuale panorama internazionale, con la crisi dell’Ucraina all’orizzonte, le riflessioni suggerite dallo show non appaiono così banali.
La cosa di cui avere paura, è la paura stessa.
Tra effetti domino, tragedie e crolli finanziari, il contesto nel quale si muovono Alex e il resto dei personaggi è asfissiante, claustrofobico, intimidatorio. La miniserie basa quindi tutto sull’ansia, crescente e tangibile, che avvolge in egual misura spettatori e protagonisti. In fondo Harris, l’autore del best seller dal quale ha origine il prodotto televisivo, ha mostrato in più di un’occasione la sua competenza nel creare universi di fantasia, profondamente legati alla realtà e fondamentali dal punto di vista del confronto, dell’analisi e della discussione.
Cosa non convince de L’indice della paura
Nel corso dei quattro episodi, le vicende di Alex diventano sempre più ingarbugliate, viscose e violente, portandolo a dubitare di se stesso. In tale maniera si gioca l’appeal della serie, volta a catturare l’attenzione e la curiosità del suo pubblico. In ansia quasi dal primo all’ultimo minuto, si tenta di intuire le mosse successive del protagonista. E sin dove si spingerà per capire cosa (gli) sta accadendo.
Quello che però non convince è la scrittura, talvolta poco limpida o brillante, sfortunatamente non supportata, né di supporto alle performance degli attori. Per quanto affascinante possa ancora essere Hartnett, non ha di certo il carisma o la presenza necessari a dare quel qualcosa in più. Diversi i casi della Farzad e di Montel, ai quali spettano solo ruoli di contorno.
Un’ultima curiosità: le location de L’indice della paura sono state rintracciate in Ungheria, sebbene la storia si svolga tra Monaco e Ginevra.