‘The Penguin’: gli elementi che pesano sul possibile rinnovo

La seconda stagione di The Penguin non è ancora confermata, ma neppure esclusa. A parlare è Lauren LeFranc, showrunner della serie, che ha chiarito che un’eventuale prosecuzione dipenderà in gran parte dalla possibilità di raccontare qualcosa di nuovo e narrativamente solido.

“Oltre alla presenza di Colin (Farrell), tutto dipende dal fatto che ci sia una storia che possiamo rendere più ricca rispetto a quanto abbiamo già raccontato. Ho strutturato l’intero arco narrativo pensando a The Penguin come a una serie limitata. Ora sto esplorando cosa potrebbe esserci oltre, se davvero ci sarà qualcosa in più”, ha spiegato, suggerendo che il team creativo non intende realizzare una semplice estensione dell’universo narrativo, ma qualcosa che alzi ulteriormente il livello.

La trama della prima stagione di The Penguin

La prima stagione di The Penguin è ambientata poco dopo gli eventi di The Batman di Matt Reeves e segue l’ascesa criminale di Oswald Cobblepot, detto Oz, nel vuoto di potere lasciato dalla morte di Carmine Falcone. La serie racconta come il personaggio riesca a imporsi come nuova figura dominante nel giro della criminalità organizzata di Gotham. La narrazione, dai toni cupi e realistici, ha un’impostazione che richiama i grandi noir e i classici del gangster movie.

Cast e produzione

A guidare il cast di The Penguin c’è Colin Farrell, irriconoscibile nei panni del protagonista grazie a un imponente lavoro di make-up e prostetica. Accanto a lui, Cristin Milioti interpreta Sofia Falcone, figlia del boss ucciso, mentre Clancy Brown veste i panni del rivale Salvatore Maroni. Lo show è prodotto da Matt Reeves insieme a Dylan Clark e alla stessa Lauren LeFranc, con HBO Max che distribuisce la serie come parte del più ampio universo narrativo legato a The Batman.

Un altro elemento che pesa sul possibile rinnovo di The Penguin riguarda lo stesso Colin Farrell. L’attore ha infatti ammesso, in passato, di aver trovato piuttosto snervante il complesso processo di trasformazione fisica per interpretare Oswald Cobblepot, un impegno che ha richiesto molte ore di trucco e prostetica ogni giorno. A meno che la storia non valga davvero la fatica, questo aspetto rende incerta la sua disponibilità a tornare nei panni del Pinguino.