Governance è una riuscita messa in scena delle dinamiche alla base della gestione ed organizzazione di un colosso che opera nel mercato dell’energia, al termine di un ciclo, il più disastroso per l’ambiente, dove il profitto era tutto e le questioni ecologiche semplicemente non esistevano.
Un solido ritratto del mondo petrolifero con due interpreti di alto profilo
Tenuto letteralmente in piedi da un personaggio incarnato alla perfezione da Massimo Popolizio, una vera e propria anima accaparratrice, emblema di una gestione dell’energia ormai non più accettabile, fuori tempo massimo, che resiste con le unghie e con i denti ad un mutamento per lui inaccettabile. Renzo Petrucci è vorace, in tutto: nel parlare, nel mangiare, nel vivere. A stento riesce a trattenere la rabbia, l’energia fagocitatrice. Il mondo petrolifero appare ai suoi occhi come un campo di guerra da conquistare attraverso progetti il cui unico fine è il più alto profitto. A discapito di tutto. Predatore anche nella vita privata, formalmente tenuta in piedi da un matrimonio e da una figlia il cui handicap gli procura estrema sofferenza, anche se è incapace di donarle un affetto autentico.
A Renzo si contrappone Michele, compaesano di Renzo, totalmente compreso e reso da Vinicio Marchioni. Michele è il debole, è quello dei due che non ce l’ha fatta: scontata la prigione per furto, si arrabatta con un lavoro da meccanico e spera in Renzo per quel salto di qualità sociale a cui ambisce anche per la sua famiglia. La prova di vita a cui Michele, suo malgrado, verrà sottoposto farà emergere quei lati dell’anima nascosti e mai sollecitati a cui, dopo iniziali resistenze, cederà inesorabilmente. Anche Michele, nel piccolo, imparerà quel gioco della vita di cui Renzo rimane la belva più spietata.
Governance: una narrazione dall’interno
Michael Zampino, come lui stesso ha dichiarato al pubblico dopo la proiezione, ben conosce il mondo che ha raccontato. Per 15 anni ha lavorato in una grande società petrolifera: il tipo di business, le dinamiche aziendali, le tipologie managerali. Renzo Petrucci racchiude vari personaggi che Zampino ha incontrato durante quegli anni. La figura di Massimo Popolizio rappresenta il passato. Cresciuto con quello spirito in cui le tematiche ambientali non esistevano. Doveva creare la rete, sviluppare partecipazioni nelle raffinerie. Adesso, in un contesto in cui non si riconosce più, tragicomicamente è ancora più solo di quanto lo sia mai stato.
Anche l’amministratore delegato interpretato da Claudio Spadaro rende ottimamente una figura presente in realtà aziendali complesse come queste: l’ex amministratore delegato della società che vuole il suo tornaconto anche quando è in pensione. I cd. consulenti esterni che si ripropongono, a fine carriera, come responsabili di grandi progetti. Il gioco del potere sembra insaziabile per chi lo ha sperimentato.
Trama
Renzo Petrucci è uno spietato e cinico Direttore Generale di un gruppo petrolifero. Un’inchiesta per corruzione è il baratro della fine della sua carriera. Renzo vede il suo ruolo minacciato da una giovane manager francese, improntata ad uno sviluppo in chiave più ecosostenibile. L’uomo non ci sta. La ritiene responsabile della soffiata che ha avviato l’inchiesta, presumendo sia ancora legata alla sua vecchia compagnia, concorrente della società in cui è neoassunta. Michele, un vecchio amico d’infanzia di Petrucci, con un passato da galeotto e che spera in Renzo per gestire una delle stazioni di servizio del gruppo petrolifero, condividerà con il manager un peso inizialmente insostenibile. Petrucci gli insegnerà come stare al mondo, in uno scambio reciproco e necessario di ricatti. Nonostante solidi sospetti a suo carico, Petrucci continuerà a dominare quel terreno di caccia umana ed economica necessario alla sua stessa anima.
Una regia essenziale al servizio della storia e dei suoi personaggi
Governance ha una tenuta d’occhio sempre attaccata ai suoi personaggi. La struttura ‘corale’ del film ci rende un universo psicologico ed emotivo credibile, dove le ‘forzature emotive’ del suo protagonista ben si adattano all’ambiente claustrofobico nel quale Renato si muove come un animale in gabbia. Con un utilizzo ben controllato della musica, la pellicola mantiene una tensione psicologica fino alla fine, nello sguardo sospeso di Renato che chiude il cerchio della vicenda.
Tutto il cast attoriale si dimostra all’altezza dei personaggi che popolano il film, arricchendo la performance di Popolizio e Marchioni. Rendendo naturale, adattato, l’abominio compiacente tra politica e capitalismo. Non si mette in discussione nulla, il potere può qualsiasi cosa.
Michael Zampino e la sua nuova vita
Con Governance, il regista ha dichiarato di poter finalmente tagliare quel cordone ombelicale con la prima parte della sua esistenza, disfacendosene con tutta la partecipazione e il distacco con cui riesce a non perdersi e a non rimanere stucchevole.
Michael Zampino è Italo/Francese. Laureato in Economia, ha studiato Cinema alla New York University. Per 15 anni ha lavorato nell’industria petrolifera e del gas. Ha co-fondato Panoramic Film a Roma, coproducendo cortometraggi e lungometraggi. Nel 2004 ha diretto il cortometraggio Goodbye Antonio, aggiudicandosi diversi premi. Nel 2011 ha esordito nel lungometraggio con il noir L’Erede – The Heir, che ha ottenuto un buon successo di critica e di pubblico.
Governance ha incassato nominations ai Nastri d’Argento e ha vinto il Globo d’Oro 2021 per la Migliore Sceneggiatura. Suo, anche il Premio Kinéo per la migliore opera prima/seconda al Festival di Venezia 2021. È andato in streaming nell’aprile 2021 su Amazon Prime.
