Presentato tra gli eventi speciali della XIX edizione di Alice nella città, sbarca in sala, il 29 settembre 2022, Anna Frank e il diario segreto di Ari Folman.
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Anna Frank e il diario segreto | La trama
Quando Kitty si risveglia, nella casa dove è nata e ha vissuto con Anne, si rende immediatamente conto che qualcosa è cambiato. Tante persone si avvicendano all’interno dell’appartamento, ma nessuno sembra vederla, nè sentirla. Assiste al viavai continuo, domandandosi che fine abbiano fatto la sua amica e il resto della famiglia.
Decisa a scoprirlo a tutti i costi, mette in borsa il diario di Anne e parte alla sua ricerca. In una Amsterdam fredda e ghiacciata, muove i primi passi verso quella che sarà una scoperta triste ma incredibile. Di tappa in tappa, attraversando l’Europa in compagnia di Peter, un ladruncolo con cui stringe un legame, Kitty arriverà nel luogo in cui la sua amica ha perso la vita.
Il nuovo capolavoro di Ari Folman tra realismo magico e dramma della tragedia
Dal museo di Amsterdam, prende il via la storia, tra realismo magico e dramma della tragedia. Ari Folman torna dietro la macchina da presa e dirige un altro dei suoi capolavori. Dopo lo straordinario Valzer con Bashir, Anna Frank e il diario segreto usa il filtro dell’animazione per raccontare un pezzo della nostra Storia e metterne in luce il messaggio fondamentale.
I disegni di Lena Guberman possiedono una dolcezza e un tale livello di dettagli da sembrare vivi. Non solo le figure umane, perfettamente rese da elementi quali lentiggini, piercing o pattini, ma anche l’atmosfera che le avvolge e, in un certo senso, condiziona.
La suggestiva apertura, nel bel mezzo di un temporale, conduce immediatamente all’interno della narrazione. La pioggia battente, il vento fortissimo, appaiono come segnali che qualcosa di incontrollabile sta per avvenire. E così è. Ma non c’è da stupirsene, quanto piuttosto da restare ammaliati e incantati dalla magia sullo schermo.
Sulle tracce di uno dei massimi simboli dell’Olocausto
Kitty diventa il punto di riferimento per lo spettatore, accompagnandolo nel suo viaggio di ricerca e scoperta. L’idea alla base di Anna Frank e il diario segreto è incredibilmente valida e pregevole. Attraverso il personaggio immaginario, le sue emozioni e il suo sguardo, abbiamo modo di ritrovare uno dei massimi simboli dell’Olocausto.
Cosa potrebbe esserci di più utile dei miei ricordi?
Ma la prospettiva risulta così originale da offrire nuovi spunti per riflettere e ricordare. Il 12 giugno 1942 Anne festeggiava il suo compleanno in compagnia della famiglia. Di lì a poco la loro esistenza subirà prima un cambiamento radicale e poi una vera e propria interruzione. Violenta, gratuita, inumana.
Anne era una ragazza come tante, e immaginava la sua migliore amica simile a lei, ma con qualche caratteristica particolare, quale per esempio la bocca di Ava Gardner. Viene così a tratteggiarsi la figura di colei che sarà una compagnia costante e imprescindibile per la giovane. A lei Anne si racconterà, tra amori adolescenziali e miti cinematografici, sino all’arrivo del Nazismo e di tutto ciò che ne consegue.
Anna Frank e il diario segreto | Un messaggio per i posteri
La bellezza, la poesia e l’identità della pellicola si riconoscono nel mettere in scena una serie di suggestioni di grande impatto: dalla mitologia greca a quella dantesca, da Myazaki alla Belle Epoque, ogni rimando – consapevole o meno che sia – aggiunge valore al progetto.
A ciò si aggiunge il discorso sull’immigrazione e sui rifugiati, utile a riattualizzare le gesta di Anne Frank e di quanti hanno lottato per la propria sopravvivenza, per la libertà e per i diritti inalienabili dell’essere umano.
Tutto questo è Anne Frank.
Per questo, e per molto altro ancora, la Frank è oggi un’istituzione ad Amsterdam, come nel resto del mondo. Scuole, ponti, ospedali, teatri le sono stati intitolati, a dimostrazione dell’importanza dei suoi scritti, dei suoi ricordi.
Il punto, e non fa mai male ribadirlo, è sempre lo stesso. È necessario fare tesoro del passato, non seppellirlo come è stato fatto con i milioni di ebrei morti nei campi di lavoro. E, soprattutto, proteggere le anime dei bambini dal male del mondo.
*Sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.
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