Terminate le riprese di Gianni Schicchi, l’adattamento cinematografico dell’omonima opera di Giacomo Puccini.
Con la regia di Damiano Michieletto e con Giancarlo Giannini, l’opera (1918, su libretto di Giovacchino Forzano) é tratta dal canto xxx dell’Inferno di Dante Alighieri.
Gianni Schicchi film opera
Il film-opera è prodotto da Genoma Films di Paolo Rossi Pisu, da Albedo Production di Cinzia Salvioli con DO Consulting & Production di Daniele Orazi insieme a Bravo S.r.l. e Illumia S.p.a. in qualità di produttori associati. Si avvale, inoltre, della coproduzione della neonata Musa S.a.s. di Monica Bellucci.
I produttori artistici sono Cinzia Salvioli e Elisabetta Bruscolini, e la scenografia è di Paolo Fantin, con i costumi di Nicoletta Ercole in collaborazione con Alessandra Carta.
Gianni Schicchi è definito film-opera per il genere, ma è assimilabile al “colossal” per l’imponenza della lavorazione: tra cast tecnico e artistico sono coinvolte 237 maestranze in 15 location differenti per un totale di cinque settimane di lavorazione; le immagini riprese in Toscana, in provincia di Siena, tra i comuni di Trequanda e Pienza e Montalcino; si avvale della collaborazione con l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, diretta dal Maestro Stefano Montanari con la partecipazione di Jonathan Santagada in qualità di assistente alla direzione musicale. Attualmente è in fase di postproduzione.
Cosa sappiamo di Gianni Schicchi
Gianni Schicchi, il protagonista del film di Michieletto, è un faccendiere toscano che con uno stratagemma riesce a intascare l’eredità del collezionista d’arte Buoso Donati (Giancarlo Giannini), suscitando l’interesse di tutti i parenti accorsi per avere la loro quota ereditaria.
La storia ricalca quella del Puccini e quella raccontata da Dante nell’Inferno: Schicchi si infila nel letto del defunto Buoso Donati per sostituirlo e dettare al notaio il testamento; affida tutti gli averi ai parenti, in particolare a Simone Donati, e per sé tiene una giumenta.
Le vicende storiche
Le vicende storiche di questo cavaliere medievale, appartenente alla famiglia Cavalcanti, sono incerte, storicamente, ma ricostruite proprio a partire da quanto racconta Dante nella Divina Commedia. Il cavaliere finisce nella decima bolgia dell’ottavo cerchio dove sono puniti i falsari e i primi che vengono citati a inizio canto xxx sono i “falsari di persona”, quelli sostituitisi ad altri per ingannare il prossimo. Nei versi danteschi c’è Capocchio, un eretico italiano, che finito di parlare con Dante viene morso alla gola da Gianni Schicchi, raffigurato, nell’allegoria, con comportamenti animali.
L’OPERA DA TRE SOLDI. Produzione Piccolo Teatro di Milano. Regia Damiano Michieletto. Foto ©Masiar Pasquali
Damiano Michieletto, il regista
Michieletto è un regista teatrale, alla sua prima opera dietro una macchina da presa. Laureato in Lettere Moderne a Venezia ha studiato opera e produzione teatrale alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Ha portato le sue opere nei più importanti scenari internazionali: il Teatro alla Scala, l’Opéra di Parigi, la Royal Opera House di Londra, il Bolshoi di Mosca, il Nuovo Teatro Nazionale di Tokyo e tanti altri. Tra i premi conferiti a Michieletto troviamo: il Laurence Olivier Award, l’Irish Time Award, il premio russo Casta Diva, il Premio Abbiati della Critica Musicale Italiana, l’Österreichischer Musiktheaterpreis, il Reumert Prize, il Melbourne Green Room Award.
Tra le altre ha messo in scena La bohème, Falstaff, La Cenerentola di Rossini.