La pellicola, diretta dalla regista e sceneggiatrice di origine libanese Danielle Arbid, è l’ adattamento dell’omonimo romanzo della scrittrice francese Annie Ernaux, amatissima in Italia. Il libro, pubblicato nel 1992 (come racconto autobiografico di grande successo e tradotto in 20 lingue) fece scandalo per il suo timbro erotico e sovversivo.
L’ amante russo-Passion simple: la trama
Un uomo e una donna s’incontrano ed esplode la passione: Aleksandr, un diplomatico russo, sposato (Sergei Polunin), ed Hélène (Laetitia Dosch), una docente universitaria e madre separata, iniziano ad incontrarsi regolarmente nei sobborghi di Parigi per diversi mesi. Cresce fra loro, giorno dopo giorno, una relazione clandestina, tormentata ed intensa, alimentata dalla dipendenza, dall’attesa spasmodica di rivedersi, dalla paura del distacco. Il film segue l’evoluzione di questa storia d’amore ‘impossibile’ fra i due protagonisti, dall’inizio alla fine.
Raccontando il femminile e il sociale
Protagonista del film è l’intensa e magnetica Laetitia Dosch, astro nascente del cinema francese: l’attrice ha conquistato a Cannes la Caméra d’Or per Jeune Femme di Léonor Serraille, presentato a Roma al Festival Rendez-Vous 2018. Annie Ernaux, la scrittrice francese alla cui opera si ispira il film, attraverso una scrittura autobiografica del reale, ha indagato il femminile e il sociale, raccontando i mutamenti del tempo e scrivendo un personale manifesto femminista, divenuto universale. Ancora non uscito in Francia, Passion simple. l’amante russosarà distribuito in Italia da Kitchen Film, che aveva già portato nelle sale italiane Dans les champs de bataille , della stessa regista.
La passione come dipendenza
“Sono innamorata del romanzo – afferma la regista – per molto tempo ne ho portata una copia sempre con me. Era come se fosse mio e ne regalavo una copia a tutti i miei conoscenti che si erano appena innamorati. Dal mio punto di vista, offre un’immagine perfetta, precisa e meravigliosa dell’amore appassionato. Ho cominciato allora a lavorare a una sceneggiatura in cui volevo raccontare quanto si è fortunati quando ci si innamora, su quali montagne russe emotive l’amore comporti, sull’assoluta perdita di controllo, su quanto si idealizzi l’amato. Ho adattato la storia ai giorni nostri: il romanzo di Ernaux è senza tempo. Volevo che la protagonista aspettasse il suo amante ovunque.
La passione implica la volontà di sottomissione all’altro sia uomo sia donna, senza indugi. Il giudizio morale non c’entra niente. Il romanzo, così come il film, non prova a spiegare le cose, ma per il personaggio di Hélène la nuova relazione è pura dopamina, una droga: in definitiva è una donna che si sottomette per amore ma è una sua decisione, una sua scelta. Non è vittima della situazione ma ne è volontariamente artefice”.
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