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LE IENE di Quentin Tarantino: ecco perché è diventato un film di culto

Ne Le iene, l'esordio di Quentin Tarantino, troviamo un'anticipazione di molti lati del suo cinema successivo. Un film divenuto cult e in cui si dimostra già maturo. Le iene è disponibile su Netflix.

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Quando si pensa ai film d’esordio più riusciti, un posto lo trova sempre anche Le iene (Reservoir Dogs) di Quentin Tarantino (di cui abbiamo parlato recentemente con la recensione di Jackie Brown e di cui approfondiamo la sua filmografia qui) simbolo dei registi cinefili. Partì come commesso in un negozio di video di Los Angeles e, grazie alle persone conosciute in quell’ambito, riuscì a proporre le sue sceneggiature. Così, nel 1992, esordì come regista. Fu un esordio eclatante, acclamato sia al Festival di Cannes che a Hollywood. Il film è disponibile su Netflix.

Trama

Il boss Joe Cabot e suo figlio Eddie organizzano una rapina ad una gioielleria, coinvolgendo sei criminali che non si conoscono tra loro e a cui vengono dati nomi legati ai colori. La rapina non ha buon esito, la polizia li raggiunge dopo pochi istanti e ha inizio una sparatoria. I supersiti si ritrovano nel luogo stabilito da Joe, un magazzino abbandonato, e devono far luce sulle ragioni del fallimento e sull’idea che una talpa abbia rovinato il piano, non sapendo quindi di chi fidarsi.

Le iene – La recensione

La prima scena è subito un emblema dello stile e della bravura del Tarantino sceneggiatore. Una sequenza di circa 8 minuti che vede i protagonisti seduti attorno ad un tavolo in una tavola calda. I temi della conversazione sono totalmente marginali, il significato della canzone Like a Virgin di Madonna e la mancia da dare alla cameriera. Eppure Tarantino, con il suo classico linguaggio popolare, conferisce a quella conversazione una grande rilevanza, rendendola indimenticabile. La camera all’inizio si muove circolarmente attorno al tavolo, poi passa a dedicarsi ai primi piani fissi. Una sequenza divenuta cult che si pone nel film quasi come un cortometraggio introduttivo. Alla fine infatti, dopo la camminata a rallenty, scorrono i titoli su schermo nero, come se il film fosse finito.

Sono i primi 8 minuti del cinema di Tarantino e abbiamo già un ottimo antipasto di parte di ciò che vedremo nei successivi 100 minuti e 28 anni. Il linguaggio utilizzato, il grande uso della dialettica, la caratterizzazione e costruzione dei personaggi, l’ironia, la manipolazione giocosa del cinema e l’utilizzo della musica. Manca l’ingrediente della violenza, ma comparirà di lì a poco.

Le iene di Quentin Tarantino

La narrazione scomposta

Il film si fa notare in primis per la sua struttura narrativa. Non vediamo mai la rapina e veniamo a conoscenza dei fatti antecedenti e delle identità dei personaggi attraverso flashback legati ai vari punti di vista. La linea temporale viene così scomposta e procede ad incastri. Tarantino, per questi aspetti narrativi, ha guardato a Rapina a mano armata di Stanley Kubrick. Film che a sua volta proseguiva il modello di Quarto potere di Orson Welles, per rimanere al cinema americano. Esempi in cui la continuità temporale, uno dei cardini del cinema classico hollywoodiano, veniva scomposta e riformata.

Il cinema americano non si è mai abituato a quella rottura narrativa e anche negli anni ’90, Le iene ha rappresentato un caso sorprendente per l’audacia di scrittura, così come Pulp Fiction in seguito. Nel suo esordio, inoltre, si vede già come Tarantino non rimanga ancorato a generi precisi, realizzando un cinema liquido, da questo punto di vista. Le iene è collegabile all’heist movie, anche se non vediamo la rapina, così come alla commedia nera, al thriller e al neo-noir. Senza però finire pienamente in nessuno di essi.

Il film procede tra numerosi colpi di scena e, nonostante la struttura frastagliata, la tensione è costante. L’abilità di Tarantino è già ben visibile, anche se non tutti i momenti mantengono la stessa brillantezza. Se l’unità temporale viene smontata, quella di luogo rimane ben salda. Quasi tutto il film si svolge in un magazzino, ricollegandosi anche al cinema da camera e dando un ruolo fondamentale alla dialettica.

Il ruolo della colonna sonora e della violenza

È ben visibile anche l’importanza che riveste la colonna sonora nel cinema di Tarantino. Ha sempre scelto con grandissima cura le musiche dei suoi film e ha spesso privilegiato le fonti interne, come ad esempio la radio. Ma anche quando non nasce da una fonte interna, la musica finisce ugualmente per entrare nella diegesi. Come se nascesse direttamente all’interno delle immagini e come se i personaggi la percepissero lo stesso. Non ha il classico ruolo di commento o sottolineatura, quindi, ma in molti casi si attua un ribaltamento. Sono le immagini ad essere di supporto alla musica. Ne escono spesso delle scene cult, vere opere pop audiovisive.

Le iene di Quentin Tarantino

L’inquadratura dal bagagliaio (trunk shot), che appare per la prima volta in Le iene e ritorna in molti film di Tarantino

In Le iene uno dei massimi esempi è la camminata iniziale a rallenty, sulle note di Little Green Bag. Ma soprattutto il momento in cui Mr. Blonde tortura il poliziotto con in sottofondo Stuck in the Middle with You degli Stealers Wheel. Quest’ultima scena è anche un perfetto esempio dell’utilizzo che fa Tarantino della violenza, altro elemento fondamentale dei suoi film. È un uso molto spesso grottesco, ironico, persino ludico. Una visione che proviene da un tipo di film che Tarantino ha sempre adorato, gli exploitation film, i b-movie.

L’Universo di Tarantino

I film per Tarantino sono anche l’occasione per riferimenti, citazioni, giochi, rimandi, ed è così anche in Le iene. Viene citata, ad esempio, Pam Grier, attrice simbolo del genere della blaxploitation degli anni ’70 e una delle icone di Tarantino. Questo riferimento assume maggior importanza in quanto 5 anni dopo il regista la vorrà come protagonista in Jackie Brown. Per la realizzazione di molte scene di Le iene, il regista fu accusato di aver copiato City on Fire, film hongkonghese di Ringo Lam. Nel finale è presente un triello, come anche nel film di Lam, rimando a Il buono, il brutto, il cattivo di Sergio Leone, altro mito personale di Quentin Tarantino. In questo caso però viene tolta del tutto l’enfasi e la grandezza del Triello leoniano, in un finale molto cinico e sporco.

Non solo riferimenti ad altri film e ad altro cinema, Tarantino tramite le sue opere ha realizzato un vero e proprio universo espanso di marveliana memoria, che ha inizio già in questo film. Il personaggio di Mr. Blonde infatti si chiama Vic Vega e rappresenterebbe il fratello di Vincent Vega, personaggio interpetato da John Travolta in Pulp Fiction. Tanto che, come ha riportato recentemente Michael Madsen, Tarantino ha avuto addirittura l’idea di un film sui fratelli Vega.

La capacità di Tarantino di creare e plasmare personaggi si sposa con un’accurata scelta del cast e con interpretazioni di grande valore. In Le iene spicca un Hervey Keitel già agli apici della carriera e su livelli scorsesiani. Troviamo inoltre Tim Roth, Steve Buscemi e soprattutto Michael Madsen, attore feticcio di Tarantino e qui perfetto nella parte del criminale folle.

Il trailer de Le iene

 

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  • Anno: 1992
  • Durata: 99'
  • Distribuzione: Paco Pictures
  • Genere: Noir, Thriller, Crime
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Quentin Tarantino
  • Data di uscita: 09-October-1992