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Film da Vedere

La ragazza del mondo di Marco Danieli, con Sara Serraiocco e Michele Riondino

Opera prima di Marco Danieli, insignita con il David di Donatello nel 2017 per il miglior regista esordiente, La ragazza del mondo rivela una capacità di lettura della realtà e un’ambizione non comuni, trattando temi tutt'altro che facili. Eccellenti le prestazioni dei due protagonisti, Sara Serraiocco e Michele Riondino

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La ragazza del mondo, un film del 2016 diretto da Marco Danieli e interpretato da Sara Serraiocco e Michele Riondino. Con la direzione della fotografia di Emanuele Pasquet, le scenografie di Laura Inglese, i costumi di Claudia Montanari e Giulia Pagliarulo e le musiche originali di Umberto Smerilli, La ragazza del mondo è interpretato da Sara Serraiocco, Michele Riondino, Pippo Delbono, Marco Leonardi, Lucia Mascino, Stefania Montorsi. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2016, in cui ha ricevuto il Premio Pasinetti, il Premio Carlo Lizzani e il Premio UAAR, La ragazza del mondo nel 2017 ha vinto il David di Donatello per il Miglior regista esordiente (Marco Danieli).

Sinossi
Giulia e la sua famiglia sono Testimoni di Geova. Rigide regole religiose non permettono relazioni sentimentali con chi non fa parte della comunità. Facendo proselitismo ha modo di conoscere Libero, un ex-spacciatore appena uscito dal carcere, di cui si innamora. A Giulia viene chiesto di interrompere la relazione, pena l’uscita dai Testimoni, ma la ragazza decide di non arrendersi. Giulia, quasi disassociata, va a convivere con Libero, ma per sopravvivere entrano nel giro dello spaccio che porta ulteriori difficoltà nella loro vita di coppia già di per sé complicata. Le loro diversità, però, li porta a prendere strade diverse.

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Prima di entrare nel merito degli argomenti trattati da La ragazza del mondo, opera prima di Marco Danieli, insignita con il David di Donatello 2017 per il miglior regista esordiente, ciò che preme sottolineare è la buona fattura del film, che lo rende un prodotto esportabile, immune al provincialismo ingenuo di tanta cinematografia italiana contemporanea. I temi affrontati – la sceneggiatura è stata scritta dallo stesso Danieli insieme ad Antonio Manca – rivelano una capacità di lettura della realtà e un’ambizione non comuni, dimostrando come si possa, anche nel nostro paese, alimentare un cinema che abbia pretese autoriali, senza ghettizzarsi o destinarsi a nicchie irrilevanti dal punto di vista commerciale. Tutto funziona ne La ragazza del mondo, a cominciare dalle caratteristiche tecniche (la fotografia di Emanuele Pasquet, il montaggio di Alessio Franco e Davide Vizzini e le belle musiche di Umberto Smerilli) fino alle prestazioni attoriali che difficilmente si dimenticano. Parliamo, ovviamente, dei protagonisti, un’intensa e sempre credibile Sara Serraiocco e lo straordinario Michele Riondino (impressiona davvero la sua interpretazione, che avrebbe probabilmente anch’essa meritato il David di Donatello), ma anche degli altri attori, Pippo Del Bono e Marco Leonardi, che contrappuntano egregiamente l’evolversi della vicenda narrata.

Ciò che viene messo in scena è lo scontro dialettico tra due mondi, quello ingessato, repressivo e mortifero di Giulia (Serraiocco), testimone di Geova alle prese con una realtà troppo diversa da quella che vive con la sua famiglia borghese insieme agli altri aderenti alla congregazione, e quello di Libero (Riondino) – nel nome un destino -, ragazzo turbolento di estrazione popolare con alcuni precedenti penali, da cui la ragazza si sente profondamente attratta.

Sebbene nel film non manchino segnali sull’interpretazione di questo confronto serrato, ciò che alla fine affascina è che entrambi i termini della questione vengano restituiti con un certo distacco, nel senso che gli sceneggiatori non sparano sulla croce rossa (nella fattispecie sul fondamentalismo religioso dei Testimoni), piuttosto cercano di mostrare quanto di buono è contenuto nell’uno e nell’altro modo di vivere, quantunque la giovane protagonista dovrà fare ‘un salto nel buio’ per sottrarsi a regole ferree non sostenibili (le viene anche interdetta la possibilità di continuare gli studi che toglierebbero tempo alla predicazione). Al netto dei fatti che determinano l’evoluzione e l’epilogo della vicenda, inquadrabili all’interno di un contesto etico e psicologico, ciò che forse viene trascurata è, si perdoni l’anacronismo del gergo, la differenza di classe dei due personaggi che, pensiamo, costituisca, insieme agli altri fattori, un punto decisivo, laddove se Libero fosse stato un rampollo di qualche famiglia abbiente siamo persuasi dal credere che l’esito sarebbe stato sensibilmente diverso. Con ciò non si vuole sminuire il lavoro di scrittura, che certamente ha tenuto conto di tali considerazioni, però si può non empatizzare con il giovane protagonista che, a fronte della possibilità di liberazione offerta a Giulia, non viene adeguatamente ricompensato.

A parte questa osservazione, il film di Danieli è efficacissimo nel tenere desta l’attenzione per tutta la sua durata, pur trattando temi tutt’altro che facili, invitando lo spettatore, al di là di una semplicistica partigianeria, ad immedesimarsi con i protagonisti, per tentare insieme a loro di trovare una sintesi che produca il superamento della situazione bloccata che si viene a verificare. Ma è la vita che Danieli mette in scena, e, dunque, le numerose riflessioni evocate sono sostenute da una grande partecipazione emotiva che rende il film sempre avvincente, con un ritmo incalzante. Non proseguiamo nell’analisi del film, perché rischieremmo di svelare troppi particolari che ne rovinerebbero la fruizione. Ci limitiamo a suggerirvi caldamente, qualora l’aveste perso, la visione de La ragazza del mondo.

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La ragazza del mondo

  • Anno: 2016
  • Durata: 99'
  • Distribuzione: CG Entertainment
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Marco Danieli