Tutto può cambiare (Begin Again), un film del 2013 scritto e diretto da John Carney. Prodotto, tra gli altri, da Judd Apatow, Tutto può cambiare segna il ritorno di Carney a un film che parla di musica dopo lo straordinario successo ottenuto nel 2006 con l’indipendente Once – Una volta, titolo che ha anche vinto un Oscar per la ballata romantica Falling Slowly. Fotografato da Yaron Orbach e con le musiche composte da Gregg Alexander, Tutto può cambiare è stato girato interamente a New York in molti spazi all’aperto e rappresenta una sorta di lettera d’amore alla città, vista attraverso gli occhi di un irlandese trasferitosi da Dublino alla Grande Mela e mostrata il più vicino alla realtà possibile. Il film è stato proiettato in anteprima mondiale il 7 settembre 2013 alla trentottesima edizione del Toronto International Film Festival. Con Keira Knightley, Mark Ruffalo, Hailee Steinfeld, Catherine Keener, Adam Levine.
Sinossi
Inseguendo il sogno di sfondare e avere successo, Gretta (Keira Knightey) e il fidanzato di lunga data (Adam Levine) si trasferiscono a New York per dare adito alla loro passione per la musica. Quando lui però accetta un contratto da solista che gli porterà fama e successo, Gretta si ritrova da sola con il cuore spezzato a cantare in un bar non all’altezza delle sue aspettative. La svolta arriva quando sul suo cammino incontra Dan (Mark Ruffalo), un produttore discografico depresso che rimane affascinato dal suo innato talento. Per entrambi, sarà l’ultima possibilità per cambiare la vita intorno a loro.
«Non è un’ altra stupida commedia americana». Il titolo del divertente ‘spoof’ di una dozzina d’anni fa si adatta benissimo al nuovo film di John Carney, già autore dell’amabile Once. Anche in Tutto può cambiare la musica è il cuore del film, mentre tornano i temi prediletti di Carney, come gli amori passeggeri e la ricerca personale dell’onestà. Però il cineasta irlandese tenta questa volta l’avventura americana (anche se con un film dall’aspetto molto indie), disponendo di interpreti noti come Mark Ruffalo, Katherine Keener e Keira Knightley. Adam Levine, vocalist dei Maroon 5 firma anche la colonna sonora. Tutto può cambiare appartiene al genere che gli americani chiamano feel-good-movie, il film per far stare bene. A misurare la distanza tra questo e un prodotto standard di Hollywood, però, la si trova molto più lunga del previsto. Se la trama è, più che di amicizia, una storia d’amore irrealizzato, Carney la racconta con una leggerezza ammirevole, consegnandola a un lieto fine dolce-amaro che non rispetta i cliché della commedia sentimentale. Poi, il film utilizza la musica non solo come accompagnamento, ma come argomento, caldeggiando una scelta d’indipendenza, artistica ed economica, dai cedimenti allo star-system e una ‘rete’ solidale di appassionati che riunisca musicisti e ascoltatori. Fa, insomma, l’elogio di una bohème musicale erede di quella rappresentata dai fratelli Coen in A proposito di Davis. Non banale lo schema narrativo, che ritorna più volte sulla scena-chiave dell’esibizione di Gretta nel club; incantevoli alcune sequenze (i protagonisti che ascoltano musica con un auricolare ‘sdoppiato’); scelti benissimo i ruoli di supporto, tra i quali il rapper CeeLo Green nel cammeo di un amico di Dan. Se Knightley trova una delle parti più convincenti della sua eclettica carriera, Mark Ruffalo fa un po’ il ruolo di Mark Ruffalo, è vero. Però il film vi si presta particolarmente e non c’è da lamentarsi. Tanto più che, tra i due seducenti attori, si stabiliscono una complicità e una ‘chimica’ che non capita di trovare ogni giorno.