Paura e delirio a Las Vegas (Fear and Loathing in Las Vegas), un film del 1998 diretto da Terry Gilliam, con protagonisti Johnny Depp e Benicio del Toro. Presentato in concorso al 51º Festival di Cannes, è tratto dal libro parzialmente autobiografico Paura e disgusto a Las Vegas di Hunter S. Thompson, in cui lo scrittore usa lo pseudonimo di Raoul Duke, mentre l’avvocato Oscar Zeta Acosta viene chiamato Dr. Gonzo. Gli stessi personaggi erano già stati portati sul grande schermo nel 1980 rispettivamente da Bill Murray e Peter Boyle nella pellicola mai distribuita in Italia Where the Buffalo Roam, basata anch’essa sui testi dello stesso Thompson. Il film fu un insuccesso al botteghino, incassando 10,6 milioni di dollari a fronte di un costo di produzione di 18.5 milioni.
Stati Uniti d’America, 1971. Il giornalista Raoul Duke e il suo imponente avvocato, il dottor Gonzo decidono di partire a bordo di una decappottabile rosso scuro verso la città di Las Vegas. Nel bagaglio, sostanze farmaceutiche e bevande in grado di far uscire di testa chiunque.
Siamo nel 1971, e il tanto celebrato sogno americano di un miglioramento del proprio tenore di vita attraverso l’abnegazione e il duro lavoro è ormai al tramonto. Terry Gilliam entra a gamba tesa sul tema con il racconto nichilista e psichedelico di due uomini che hanno scelto di vivere dedicandosi in maniera quasi esclusiva a droghe e surrogati. Il film narra infatti la storia del giornalista Raoul Duke (Johnny Depp), inviato dal proprio giornale a Las Vegas per scrivere la cronaca di una gara motociclistica che si terrà nel deserto del Nevada. A fargli compagnia c’è l’irresistibile Dottor Gonzo (Benicio del Toro), suo avvocato e amico.
Gilliam tenta un’impresa realizzata pochissime volte prima di lui a livelli così alti (a memoria ricordiamo solo Il pasto nudo di David Cronenberg), cioè immergersi completamente nella mente di due persone in preda al delirio di droghe e alcool, mostrandoci con ardite scelte registiche e una perfetta computer grafica le loro allucinazioni, la distorsione della loro realtà e le inevitabili conseguenze sui loro comportamenti.
Colonne portanti di quest’opera sono gli attori protagonisti, due fuoriclasse assoluti che nobilitano l’intero film con le loro performance e la loro naturale alchimia su schermo. Johnny Depp si immerge completamente nel personaggio con la sua proverbiale professionalità, che lo ha portato a vivere a stretto contatto con il vero Hunter S. Thompson per diversi mesi in modo da prepararsi al meglio per la parte. I risultati si vedono: la sua prova nei panni del giornalista è probabilmente una delle migliori della sua lunga carriera; davvero stupefacente (in tutti i sensi) come l’attore feticcio di Tim Burton riesca a rendere con la sua proverbiale mimica facciale la paranoia del suo personaggio.
Benicio del Toro è la sua ideale spalla comica, e riesce a rappresentare con disarmante facilità il ruolo a tratti quasi demenziale del Dottor Gonzo e le diverse alterazioni del suo stato d’animo causate dall’abuso di droghe. Non mancano piccole e brevi apparizioni in ruoli di contorno per alcune star come Cameron Diaz, Tobey Maguire, Christina Ricci, Harry Dean Stanton e anche Flea dei Red Hot Chili Peppers. Ulteriore punto a favore del film una colonna sonora epica e perfettamente integrata con il delirio dei protagonisti, composta da pezzi di leggende della musica come Rolling Stones, Jefferson Airplane, Bob Dylan, Tom Jones e Frank Sinatra.