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Hereditary – Le radici del male… e Toni Collette passò all’horror!

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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Visto nelle sale cinematografiche italiane nel Luglio 2018, il Time Out New York non ha esitato a definirlo “L’esorcista di questa generazione”.

Primo lungometraggio diretto da Ari Aster, come i suoi short è incentrato sui rituali e i traumi familiari Hereditary – Le radici del male, a proposito di cui osserva: ”Detto in maniera un po’ semplice, è un racconto visto dalla parte degli agnelli sacrificali che fino alla fine non sanno di esserlo. Mi piaceva l’idea di fare un film che tradisse a tutti i livelli, dove l’investimento emotivo che chi guarda mette nei personaggi venisse frustrato. L’epilogo e molto di ciò che precede non è giusto per niente. Ma io pongo il pubblico di fronte a questo, glielo butto in faccia. Volevo fare questo, e questo ho fatto”.

Quindi, di cosa stiamo parlando? Di un film sulle possessioni demoniache? Di una ghost story? Di una storia di psicopatici che nascondono qualcosa?

Diciamo di nulla di tutto questo, o, forse, di un po’ di tutti e tre, con la candidata al premio Oscar Toni Collette nei panni di Annie, artista che, in procinto di mettere in mostra le sue opere in una galleria, elabora la propria rabbia attraverso l’arte e la creazione di una casa di bambole in miniatura che raffigurano le difficoltà e le sofferenze realmente vissute dalla sua famiglia: i Graham, freschi della morte della anziana Ellen.

Un tragico evento dopo cui comincia a scoprire una serie di oscuri e terrificanti segreti riguardanti proprio il nucleo in questione, costituito anche dal marito psichiatra Steve, dal volto del veterano Gabriel Byrne, dal figlio Peter, adolescente allo sbando e fumatore di spinelli incarnato da Alex Wolff, e dalla problematica figlia piccola Charlie, ovvero Milly Shapiro.

Una ragazzina, quest’ultima, i cui inquietanti connotati ricordano, in un certo senso, quelli del nano di A Venezia… un Dicembre rosso shocking di Nicolas Roeg, classico della tensione che, non a caso, rientra proprio tra le dichiarate fonti d’ispirazione del regista, insieme a Suspense di Jack Clayton e Rosemary’s baby – Nastro rosso a New York di Roman Polanski, ma anche a titoli estranei al filone horror come i feroci drammi Gente comune di Robert Redford e Tempesta di ghiaccio di Ang Lee.

Titoli che, come in questo caso, pongono al proprio centro una generazione di consanguinei impegnata a confrontarsi con la morte, le malattie mentali e la violenza psicologica; al servizio di oltre due ore di visione che, in un primo momento concentrate sui decisamente poco rosei rapporti che intercorrono tra i protagonisti, arrivano ad introdurre la tematica delle sedute spiritiche quando entra in scena la casalinga Joan alias Ann Dowd, anch’ella afflitta dal fatto che ha recentemente perso un parente.

Man mano che raccapriccianti immagini come quella della testa mozzata ricoperta di formiche accompagnano la lenta evoluzione di una tecnicamente ineccepibile operazione che, sguazzante in mezzo ad apparizioni, incubi e dimensione paranormale, Koch Media, in collaborazione con Key Films, provvede a rendere disponibile in un’edizione limitata su supporto blu-ray nella propria collana Midnight Factory, dedicata al cinema dell’orrore.
Supporto che, racchiuso in custodia amaray inserita in slipcase cartonato, non solo include nella confezione un interessante booklet, ma dispensa il trailer italiano, sedici minuti di scene eliminate e diciannove di making of nella sezione riservata ai contenuti speciali, in modo da rendere ancora più accattivante l’esperienza in home video di Hereditary – Le radici del male.

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