Primo giorno, anno zero. Secondo un grande scrittore come Emil Cioran gli inizi delle cose sono i soli a possedere un barlume di verità, per cui abbiamo voluto proprio esserci, a questo battesimo del fuoco di una nuova kermesse cinematografica, il Terni Pop Film Fest, che aspira a trattare col rispetto che merita quel cinema popolare troppo spesso bistrattato dalla critica più seriosa. Messo da parte il dispiacere per la defezione di Guido De Angelis, colonna degli Oliver Onions il cui arrivo in Umbria è stato bloccato da circostanze inattese, l’eccezionalità degli incontri che hanno caratterizzato la prima serata del festival ci ha comunque posto nella direzione giusta. Garantendo così il giusto trasporto da parte del pubblico, per il quale del resto tale evento è stato pensato. Difatti, se al Cinema Politeama di Terni il pomeriggio era cominciato col tributo alla bravura di Christian De Sica, ovvero con la proiezione de Il conte Max, remake del film di Camerini (Il signor Max, 1937) con protagonista suo padre Vittorio, l’indiscusso principe della serata è stato invece un grosso (tanto per il fisico che per la generosità) personaggio, la cui scomparsa ci aveva addolorato parecchio: Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer. Per ricordare l’amatissimo attore è stato proiettato sul grande schermo Altrimenti ci arrabbiamo, esperienza quasi lisergica. Ma soprattutto gli organizzatori del festival hanno voluto farci un grosso regalo, lasciando che a introdurre l’evento fosse proprio la famiglia di uno dei volti più popolari del cinema italiano, intorno alla cui carriera e al così amabile carattere sono stati subito sciorinati molteplici aneddoti.
Ma c’è di più: la vita di Bud Spencer diventerà presto un film! Al momento si sta lavorando alla sceneggiatura, che ripercorrerà la vita di Bud prima del suo debutto nel mondo dello spettacolo. Anche perché è stata sempre notevole la curiosità degli ammiratori, riguardo al versante umano e alla precedente carriera sportiva del loro beniamino. Questo quindi è l’annuncio fatto ieri sera da Giuseppe Pedersoli, figlio di Carlo, durante la cerimonia d’apertura che l’ha visto sul palco assieme all’altra figlia Diamante e al nipote Alessandro Pedersoli, che hanno raccontato non solo alcuni curiosi aneddoti relativi alla carriera del grande attore napoletano, ma anche e soprattutto il lato più personale di “Papà e nonno Bud”.
“Non potevamo non cominciare con lui” – hanno spiegato i direttori artistici Simone Isola e Antonio Valerio Spera – “visto che i suoi film hanno segnato quattro generazioni”. Sotto i riflettori i grandi miti del cinema popolare di casa nostra, sì, ma pure qualche giovane promessa: tra gli ospiti di questa prima giornata ci ha fatto un’impressione senz’altro positiva, sia per le motivazioni che lo guidano sul set che per il talento dietro la macchina da presa, un cineasta emergente come Alessandro Grande. La notorietà gli sta arrivando ora con Bismillah, cortometraggio che ha già mietuto un successo dietro l’altro. A Terni però lo si è voluto omaggiare (e premiare), mostrando qualcosa di più di un percorso artistico molto interessante, e ancora in evoluzione. A partire da un altro corto datato 2013, quel Margerita impreziosito peraltro dalla presenza di Moni Ovadia, che evidenziava già la capacità del giovane autore di trattare temi sociali molto attuali con un piglio non convenzionale, con quella “leggerezza” in grado di apparentarlo per vie traverse alla nostra idea di cinema popolare. Di questo e di molto altro abbiamo parlato direttamente con lui, nel corso di una breve intervista che pubblicheremo a breve. Intanto possiamo concludere dicendo che la sua partecipazione ha ulteriormente arricchito una prima giornata di festival, quella del 27 settembre, che, tranne per l’amarezza dovuta all’assenza di Guido De Angelis, non ha deluso le aspettative.