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TFF: l’orgoglio di Gianni Amelio

Il Torino Film Festival è prossimo a soffiare le 30 candeline

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Il Torino Film Festival è prossimo a soffiare le 30 candeline (omaggiate dalla locandina-manifesto appositamente creata da Altan per questa edizione), ma il gruppo di presentazione, capitanato da Gianni Amelio (direttore in uscita, alla sua quarta ed ultima esperienza in tale ruolo) che alla Casa del Cinema ha fornito ‘l’anticipata romana’ alla conferenza stampa serale tenutasi al quartier generale a Torino) non si sofferma più di tanto sul  traguardo in sé quanto sull’atipicità di una vetrina cinematografica e di un lavoro difesi a denti stretti con moto vivace proprio dal suo direttore. ORGOGLIO, la parola scandita più volte da Amelio. Un orgoglio nella selezione (a suo dire, metà dei film scelti sono di alto livello, e il resto “non al di sotto delle 3 stellette, visto che Mereghetti ne dà al massimo 4”). Torino è la fucina del passaparola (azione alla quale tutti i Festival dovrebbero tendere: diffondere, espandere la nascita e la conoscenza di novus cinematografico): rivendicando l’originalità degli stessi fruitori del Torino Film Festival: “ dei cineasti in pectore”, i suoi spettatori. Anche se tale premessa scivola in aperta contraddizione quando lo stesso Amelio si vanta della durata media dei film del Festival, che  “da loro” non supera l’ora e mezza… insomma “nulla di noioso, nulla che respinge”.

Quanto all’impianto strutturale, qualche novità c’è: Festa Mobile, la sezione Pop del Festival (com’è l’ha definita Emanuela Martini, il vice-direttore), apre anche ai classici. Nella formula, e di racconti di cinema, con la versione originale di Viaggio in Italia di Rossellini, per esempio, o nell’omaggio a Francesco Pasinetti (primo critico italiano a definire il cinema un’arte), qui ricordato nella veste di regista di documentari con 4 suoi lavori,  e nell’imperdibile (ed essenziale, aggiungo) retrospettiva sul cinema di Joseph Losey (che molti Festival nel passato hanno tentato di realizzare, invano, specie per problemi di restauro di alcune pellicole), che comprende tutti i suoi lungometraggi, insieme a qualche documentario e film pubblicitario realizzato negli anni ‘40/50.

Torino XXX, che celebra in un modo a sè il 30ennale, proponendo le ultime pellicole di chi dal TFF ha ‘spiccato il volo’. Ci sarà anche No (2012) di Pablo Larraín. Così com’è nuovo lo spazio rivendicato dal documentario in TFF Doc, dentro un viaggio che supera il modello generalista, del quale è parte Documenti ed il suo fuori-schermo a caccia di nuovi tracciati, soltanto apparentemente divisori. Franco Maresco presenzierà Torino in una conversazione con Tatti Sanguineti sugli ultimi 20 anni della Sicilia (e dell’Italia) sia con Cinico Tv che con Belluscone, l’ultimo film interminabile-impossibile del diavoletto siciliano, di cui verranno offerte alcune immagini in anteprima assoluta. Ben saldo, il Concorso Internazionale lungometraggi con le rispettive opere prime, seconde e terze coinvolte.

Rapporto Confidenziale e le sue ossessioni-possessioni ci segnala il nuovo film di Rob Zombie The lords of Salem e The land of the hope di Sion Sono.

Onde e il cinema contemporaneo nella mutevolezza e varietà dei formati, linguaggi e tecnologie omaggia il giovane regista Miguel Gomes (che ha monopolizzato la Berlinale 2012 con Tabu), considerato il nuovo maestro del cinema portoghese.

E chiudiamo con il Torino Film Lab, officina di germogli visivo-cinematografici proposti al pubblico appena completati. Nonostante i problemi distributivi e di massificazione culturale nelle sale italiane, Torino continua indefessamente un cammino che ha “il sapore delle cose moderne in senso buono” (chiosa Amelio): “Torino è l’avvenire del cinema”.

Maria Cera

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