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Mentelocale. Visioni sul territorio

‘Good Situation’: la libertà è davvero un concetto così semplice?

Magnani e Pecci seguono Kimi e Horng nella loro quotidianità, lasciando che si raccontino alla telecamera per le strade della Cambogia.

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Good Situation

Good Situation è il terzo cortometraggio documentario prodotto e realizzato da Alberto Magnani e Andrea Pecci.

I due, esperti del settore audiovisivo, danno vita a questo film portando in esso tutte le loro competenze acquisite su vari set televisivi e cinematografici: registiche, fotografiche, ma anche foniche e come operatori droni. Il risultato: un film impeccabile dal punto di vista tecnico. 

Fondatori della casa Good Films Production, Magnani e Pecci hanno realizzato più film ambientati nel sud-est asiatico. Good Situation, girato in Cambogia, verrà presentato alla dodicesima edizione del festival Mente Locale Visioni sul territorio, che si terrà dal 25 ottobre al 2 novembre 2025. Qui il link al programma del festival.

Good Situation

Uno spaccato sulla quotidianità

Dal punto di vista registico, lo stile di Magnani e Pecci è molto pulito. Abbiamo spesso inquadrature ferme, la cui inerzia corrisponde a quella del soggetto rappresentato: il paesaggio. Questi fa da sfondo alla vicenda trasmettendo tranquillità. Molte immagini del film tentano di restituire questo aspetto. 

Da un punto id vista stilistico, il film si serve di due forme della rappresentazione: il documento video e l’intervista. Nel primo caso il documento è costituito dalla cattura di una determinata azione tramite l’immagine. Nel secondo invece il valore documentario è costituito dalla voce e dalla coscienza della persona interloquita. 

Il funerale come “good situation”

Le azioni degli abitanti di Banlung che vengono immortalate riguardano specificatamente i loro usi e costumi. Il cortometraggio, suddiviso in piccoli capitoli, contiene infatti  anche delle scene che riguardano un funerale. Esso non esiste solo limitatamente alla sua cerimonia ma si distribuisce lungo la giornata in una serie di “rituali” e non sempre essi coinvolgono il compianto o emozioni negative. Kimi, uno dei due protagonisti, vede persone ballare, ridere ma anche piangere. Ai funerali in genere preferisce farsi trasportare dalla tristezza, l’amarezza, ma riconosce il valore e la potenza catartica di tale rito e di come lo vivono i suoi compaesani. Per questo arriva a definirlo una good situation, una “bella situazione”.

Tra i vari rituali rientra anche il momento della costruzione della bara: sono gli stessi abitanti a procurarsi i materiali per costruirla e a portarla a termine. In attesa del trasporto della salma al suo interno, previsto per l’indomani, la notte è invece caratterizzata dalla diffusione di musica ad alto volume e ballo collettivo. Al mattino, oltre alla chiusura della bara, viene anche effettuato un altro rituale: un sacrificio animale. 

Good Situation

Che cos’è la libertà e come conciliarla con il lavoro

Dall’osservazione di questi  momenti si evince come il tempo e il ritmo di questa comunità siano scanditi da volontà ed esigenze esclusivamente interne ad essa. Il lavoro e la vita non sono nettamente divisi in quanto il primo fa naturalmente parte della seconda. Procurarsi le risorse necessarie lungo tutto il ciclo della vita è l’unico tipo di lavoro di cui si preoccupano alcuni abitanti di Banglun. Ciò emerge anche dall’intervista a Kimi. Lui vorrebbe diventare meccanico ma si rende conto, parlando con i suoi amici, che nella città sarebbe necessario rinunciare a parte della libertà che invece ora ha. Nelle zone urbane infatti bisogna lavorare per mangiare mentre a Banglun ci si può nutrire procurando tutto il necessario da solo.

Good Situation

Dunque agli occhi di chi ama la semplicità della vita presso Banglun, la libertà è un gradiente che tende a sfumare e venire meno nei luoghi con maggiore industrializzazione. Dalle interviste emerge però un doppio standard che ci fa riflettere sul concetto di libertà da un punto di vista diverso. Sono le parole di Horng infatti, madre di due figli e proprietaria del Tree Lodge, a dimostrarci cos’è veramente il lavoro presso Banglun. Costretta ad occuparsi dei figli da sola ammette che “non è facile fare sia da madre che da padre a due bambini”. Specie se nel frattempo deve occuparsi anche della gestione della struttura Tree Lodge. Le sue condizioni di vita potrebbero potenzialmente essere identiche a quelle di Kimi, se la loro responsabilità fosse equamente distribuita tra i due. 

In sintesi

A metà tra il genere documentario e il genere slice of life, Good Situation offre un quadro della vita nella periferia cambogiana riuscendo a evidenziare alcune disparità di potere. Da una parte abbiamo una critica istituzionale che mira a rivelare i rapporti di subordinazione delle piccole comunità al pugno di ferro delle multinazionali che continuano a occupare territori in maniera impropria. Dall’altra si solleva invece un quesito di natura sociale in chiave di genere. Esiste una parità di condizioni e di libertà? Riascoltando le parole di Kimi con questa domanda in mente risultano evidenti le disparità tra i ruoli di genere nella società. In particolare il privilegio insito nel ruolo dell’uomo sembra essergli totalmente estraneo, mentre Horng continua a crescere i suoi figli sebbene lavori anche al Tree Lodge.

Importantissima dunque la scelta di Magnani e Pecci di dare voce a entrambi questi ruoli sociali, rivelando delle contraddizioni legate a diverse istanze. Il risultato è un film interessantissimo dal punto di vista sociale con il quale riusciamo a porci in relazione nonostante le diverse usanze e la distanza a livello geografico. Piacevole visione sia per gli amanti del documentario che del cinema d’autore in quanto il paesaggio ha una funzione descrittiva dell’ambiente e dello stato d’animo di chi lo abita, ma anche catartica.

Good Situation

  • Anno: 2023
  • Durata: 37'
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Alberto Magnani, Andrea Pecci