Tales Vision è un canale Youtube fondato da Tristan Tales e Luke Pounder. I loro video non sono però reaction, video blog o recensioni di film appena usciti. I due girano “mini-mini serie”: film a episodi composti da cortometraggi (gli shorts di Youtube in parole povere), della durata intorno al minuto. Per alcuni potrebbe essere una forma di cinema sperimentale, basato sulla sottrazione di tempo, anziché sul prolungamento tipico della “quality television”. Per altri invece è l’ennesima prova che il pubblico oggi non cerca il vero cinema, ma contenuti da divorare e digerire nel tempo più corto possibile.
Sta di fatto che la loro serie Lostlings ha attirato l’attenzione di Hollywood e c’è già chi la paragona a Stranger Things. Ma è davvero così?
Lostlings – la trama
A Shadowbrook, cittadina della provincia statunitense, ogni anno scompare un ragazzo per poi tornare senza ricordi del periodo della sua assenza. Le autorità non riescono a scoprire il motivo, e i cittadini iniziano ad abituarsi all’evento tanto da dare un nome a questi ragazzi: “Lostlings”. Tutto cambia però quando Jesse non fa ritorno. I suoi amici decidono che è il momento di svelare il mistero e riportarlo a casa.
Le similitudini tra Lostlings e Stranger Things si fermano per ora alla scomparsa di Jesse. La serie conta per ora due soli video di 1 minuto che tolto l’incipit interessante non raccontano molto. Più che una serie sembra più un concept di serie. Anzi, le poche idee narrative sono abbozzate al punto che basta pensarci un attimo per rendersi conto che contraddicono l’incipit della storia stessa.
Lostlings: dal piccolo-piccolo schermo al piccolo schermo
Com’è possibile quindi che una casa di produzione abbia deciso di finanziare la produzione di una serie basandosi su così poco?
La casa in questione è la Lion Forge; una piccola casa indipendente che per ora ha prodotto solo serie animate low budget. In recenti dichiarazioni, la produttrice Stephanie Sperber si è focalizzata sul fatto che Lostlings sia una nuova proprietà intellettuale. Guardando gli altri shorts di Tales Vision si può notare un pattern che accomuna Lostlings a molti dei loro video: espongono tutti un’idea di base accomunata a un’estetica precisa. Realizzati davanti a un green screen molto semplice, quello che può saltare più all’occhio sono al massimo i costumi degli shorts più fantasiosi. Ogni volta però che la trama sembra iniziare, il video finisce.

Sembra quindi che Tales e Pounder stiano cercando di vendere “estetiche” a potenziali produttori, senza doversi esporre troppo economicamente e intellettualmente. Viene però da chiedersi se sostituire un’industria basata sul riciclo di idee passate con una su immagini e atmosfere stereotipiche sia veramente ideare “nuove proprietà intellettuali” o che queste possano essere interessanti per il pubblico.