Basato su un’idea immaginaria teoricamente credibile e ancora più spaventosa in questi caldi mesi estivi, 59 degrees di Cyril Piñero e Matias de Sa Moreira è un cortometraggio distribuito da Fusa Films che difficilmente si dimentica dopo la visione.
La sceneggiatura chiama in causa il mercato immobiliare e allora possiamo dire che questo breve film ci aveva colpito come un “mattone” sullo stomaco durante la splendida 29ma edizione di Videocorto Nettuno. Ora è in concorso al Cactus Film Festival e la riteniamo un’ottima scelta di programmazione.
Ambientato in un futuro distopico con temperature climatiche massime impossibili da sostenere per la popolazione europea, 59 degrees spazza via in soli 10 minuti il sogno borghese più ambito: vivere in un attico panoramico o in una villa con giardino.
Sono entrambe tipologie di casa che in questo cortometraggio non esistono più. Anzi, se qualcuno ancora le possedesse, non riuscirebbe a disfarsene. Ormai l’unico sogno possibile coincide con una scelta necessaria di sopravvivenza uguale per tutti, ovvero riuscire finalmente a riprendere sonno in un fresco vano situato sotto la superficie terrestre.
L’ironica riuscitissima metafora del triste destino che attende l’umanità stremata da un clima sempre più ostile è sottolineata dall’inevitabile presa di potere della professione dell’agente immobiliare. La trama grottesca è infatti costruita attorno ad una trattativa di acquisto che mette in luce, nell’ombra di uno scantinato, anche le qualità interpretative degli stessi due registi.
Cyril Piñero impersona il cinico e impettito agente immobiliare, mentre a Matias de Sa Moreira tocca il ruolo dello sfortunato cliente cui probabilmente verrà spillata una montagna di soldi per quattro mura senza finestre.
La geniale realizzazione di questo corto si avvale di Romé Tillier alla fotografia e conferma che anche senza dispendio di grandi mezzi (qui il budget è di 4000 euro) si può ottenere un prodotto curato e accattivante, magari utilizzando come unica location – ça va sans dire – un garage.