The Miracle of Strawberry Leaf, Una fotografia bucolica
Fin dal primo frame di The Miracle of the Strawberry Leaf si percepisce la padronanza della fotografia di questa giovane regista. Le inquadrature mozzafiato e la videocamera fissa si pongono come tutt’altro che noiosi. Si può notare una scrupolosa attenzione per le scenografie e per i giochi di luce, mettendo in risalto le doti artistiche e le abilità in scenografia della regista Claudia De Salve. Il film infatti è pervaso da una luce calda e un’atmosfera sognante, in forte contrasto con le intenzioni del protagonista, molto algide e calcolate. La scelta del formato in 4:3 può apparire un po’ scontata abbinata ad una fotografia così onirica. Tuttavia, il framing più stretto aiuta la comunicazione con il personaggio, con cui si fatica ad entrare in connessione. Il protagonista è ritratto perlopiù in grandi campi larghi, per comunicarci la sua solitudine e il suo sentirsi perso nella vastità del mondo.

Una trama ermetica
Il corto sembra concentrarsi molto di più sul trasmettere un’emozione, un’atmosfera, uno stato d’animo, invece di raccontare una storia. Sebbene la trama tratti, a detta della regista, di un giovane ragazzo russo che dedica al padre il proprio suicidio in ricordo della madrepatria, non si ritrovano informazioni sufficienti nel film per risalire a questa storia. La foglia di fragola, animata con splendida eleganza, rimane un simbolo estremamente piacevole a livello visivo, ma poco pregnante non essendo sostenuto da una scrittura chiara. Il film rimane ermetico, avvolto da una fotografia che parla da sé, ma non a sufficienza per esprimere da sola una trama.

In conclusione…
The Miracle of the Strawberry Leaf selezionato al Garbatella Film Festival è di certo un prodotto di alto livello, elegante, pulito, con una fotografia delicata ma struggente. Sarebbe stato ideale se ci fosse stato qualcosa che raccontasse da un punto di vista di storytelling la complessa e travagliata trama che era stata pensata.