Giovanni Piperno, già autore di diversi documentari (ricordiamo L’esplosione, vincitore nel 2003 del Torino Film Festival), ci trascina in un particolare viaggio datato 2007 da Venezia a Pechino con la sua ultima fatica: Cimap!-Cento italiani matti a Pechino, presentato presso il Festival del Film di Locarno e dedicato a Mario Tommasini e allo psichiatra Franco Basaglia.
Direttore della fotografia de L’orchestra di Piazza Vittorio, diretto da Agostino Ferrente nel 2006, Giovanni Piperno, già autore di diversi documentari (ricordiamo L’esplosione, vincitore nel 2003 del Torino Film Festival), ci trascina in un particolare viaggio datato 2007 da Venezia a Pechino con la sua ultima fatica: Cimap!-Cento italiani matti a Pechino, presentato presso il Festival del Film di Locarno e dedicato a Mario Tommasini e allo psichiatra Franco Basaglia.
Particolare perché, come il titolo lascia intuire, i protagonisti di questo documentario on the road destinato a toccare l’Ungheria, l’Ucraina, la Russia e la Mongolia sono 77 malati mentali e 130 tra operatori, psichiatri, familiari e volontari; a otto di essi viene chiesto di immaginare un evento creativo al quale far partecipare tutti gli altri e che, giunti a destinazione, abbia come obiettivo quello di far comprendere al mondo il senso del tanto utopico quanto assurdo viaggio in treno. Un viaggio per aprirsi che vede nel mucchio elementi di spicco come Andrea, Paolo e, soprattutto, Vincenzo, il quale, caratterizzato da una folta barba nera e capace perfino di far sorridere lo spettatore tramite le sue affermazioni, non manca di sicuro di un certo carisma.
Infatti, complice pure la grottesca affermazione di un tizio che osserva quanto sia stupido fumare ma anche come non riesca a trovare una motivazione per smettere, non è certo l’ironia a mancare nel corso dei circa 82 minuti di visione, destinati ad assumere una piega decisamente più drammatica una volta superata la prima metà del film.
Quando Carmelo racconta di soffrire di bipolarismo polare, sindrome che fa passare l’individuo dall’euforia esagitata alla depressione cupa, e un altro degli intervistati confessa di aver dovuto subire diversi elettroshock.
Fino alla fine di un prodotto volto a dire che il cambiamento, insieme, è possibile.
Francesco Lomuscio
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