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70 Festival di Cannes: Okja di Bong Joon-ho con Tilda Swinton, Paul Dano e Jake Gyllenhaal (Concorso)

Okja è la nuova profezia di Bong Joon-ho in concorso a Cannes 70. Il messaggio del film e lo straordinario uso del cinema come mezzo popolare per comunicarlo bastano a concedere a Okja la chance della visione

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Una competitiva e spietata Tilda Swinton, Paul Dano nei panni di un animalista non violento, Jake Gyllenhaal in quelli del bizzarro showman – amico non tanto fedele degli animali, la regia di Bong Joon-ho capace di veicolare tematiche di forte impatto sociale in un cinema di grande intrattenimento,  un ‘big pig’ versione animale da compagnia in computer graphic e Netflix: questo e tanto altro è Okja, la nuova profezia di Bong Joon-ho in concorso a Cannes 70.

Bong Joon-ho ci parla di alimenti geneticamente modificati, immagina la creazione del cibo che finisce nei nostri piatti, si ferma a considerare l’etica delle multinazionali, il maltrattamento degli animali, il tutto perfettamente calato nella logica della spettacolarizzazione usata sapientemente per raggiungere il grande pubblico .

Già con Snowpiercer il regista coreano aveva confermato la sua maestria nel gestire le esigenze di una  grande produzione  dando vita  a prospettive destinate a lasciare il segno nello spettatore – consumatore di oggi, e nel cinema.  Cos’è un alimento geneticamente modificato e qual è la sua provenienza? È salutare? Gli animali (nel caso della carne) sono rispettati? Bong Joon-ho ci da la sua fantasiosa quanto amara versione dei fatti.

La Mirando Corporation, azienda che durante il secondo conflitto mondiale aveva sostenuto stragi umane con la produzione di gas nervino, si lava ora la coscienza mostrandosi preoccupata a risolvere l’insufficienza delle risorse alimentari mondiali. Secondo Lucy (Tilda Swinton), il volto del cambiamento ossia la figlia del malevolo ex boss, la produzione di carne eccezionalmente buona proveniente da ventisei maiali giganti potrebbe sopperire alla carenza di cibo.

Dieci anni dopo l’allucinante discorso dell’allucinata manager conosciamo uno dei super maiali della Mirando, Okja, un tenero incrocio tra un ippopotamo gigante e un bel cagnone allevato dalla premurosa Mija (An Seo-hyun). Con un espediente piuttosto didascalico, il regista non tarda a mostrarci come in Corea la piccola  Mija e Okja-Totoro abbiano un rapporto davvero speciale, non di certo quello comune tra un allevatore e l’animale destinato a sfamare innumerevoli bocche con la sua gustosa carne.

Quando il simpatico e schizzato Dr. Johnny (Jake Gyllenhaal) va a recuperare Okja perché ormai pronta a compiere il suo destino per la Mirando, Bong Joon-ho crea cinema di cuore e azione: ci sono inseguimenti avvincenti, animalisti guidati da Paul Dano determinati a smascherare la bassezze dell’azienda, , colpi di scena, piccoli tradimenti che influenzano il corso degli eventi e l’incredibile determinazione di Mija pronta a tutto per riportare a casa Okja sana e salva. Mentre Bong ci rassicura che tutti gli ingredienti per intrattenere sono presenti e ben mescolati, cambia registro e imbocca una deriva etica sul maltrattamento degli animali.  Tre quarti del film servono a indorare la pillola, perché le immagini nel mattatoio sono brutali, scioccanti, e impossibili da ignorare, come impossibile da ignorare è  la provenienza del cibo che compriamo e mangiamo, la condizione degli animali negli allevamenti, da un lato l’etica del produttore e dall’altro la consapevolezza del consumatore.

Se poi alcune incursioni caratteriali-attoriali possono essere più deboli di altre o alcuni passaggi un pò didascalici e pedanti, se la polemica pre-festivaliera con Netflix ci vede contro le politiche aziendali del distributore online, a nostro avviso il messaggio del film e lo straordinario uso del cinema come mezzo popolare per comunicarlo bastano a concedere a Okja il beneficio del dubbio e la chance della visione.

Francesca Vantaggiato

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  • Anno: 2017
  • Durata: 120'
  • Genere: Azione
  • Nazionalita: USA, Corea del sud,
  • Regia: Bong Joon-ho