Scritto e diretto da Marco Pollini, Moda mia racconta le vicende di Giovannino, un sensibile ragazzino sardo alle prese con il sogno di divenire un giorno stilista di moda
Sinossi
Scritto e diretto da Marco Pollini, Moda mia racconta le vicende di Giovannino, un sensibile ragazzino sardo alle prese con il sogno di divenire un giorno stilista di moda. Il giovane dovrà perseguire il suo obiettivo, scontrandosi con la ritrosia di un ambiente ostile e il disprezzo del padre-padrone Antonio (Pino Ammendola), un rozzo pastore dedito ai vizi e che non è in grado di riconoscere e apprezzare le qualità del figlio.
È giugno e la scuola sta finendo. Il ragazzo deve occuparsi della casa e della sorellina di 8 anni, vessato continuamente dal padre. Quando Giovannino, durante una sfilata amatoriale, vince un premio grazie ad abiti realizzati con del materiale di recupero, lui capisce che ha il talento per perseguire il suo sogno. Tenterà quindi l’impossibile per arrivare a Milano e diventare uno stilista famoso.
Recensione
Troppe cose non vanno nella pur volenterosa opera di Marco Pollini
Ancora una volta, e purtroppo nell’arco di pochi giorni, ci troviamo a commentare un film per il quale basterebbe la sinossi: il parlarne potrebbe solo che nuocergli. Ragion per cui, e differentemente da quello che abbiamo scelto di fare per il deludente Strane straniere (2016) di Elisa Amoruso, saremo concisi, così da salvaguardare almeno le buone intenzioni che stanno dietro a questa pellicola.
Alcune scelte di regia poco ragionate, talora persino un tantino sciocche, comunicano un senso di disagio
Qualcosa la dobbiamo però dire. Trattasi di una storia che nasce piatta e in tal guisa termina. Alcune scelte di regia poco ragionate, talora persino un tantino sciocche, comunicano un senso di disagio a chi studia il cinema, ricollegandolo puntualmente a una struttura letteraria. Troppe cose non vanno nella pur volenterosa opera di Marco Pollini: un angelo custode senza capo né coda; una Natura certamente ben ritratta, malgrado “artificiosa”, giacché la storia non è certo ambientata nella selvaggia e severa Barbagia, ma a pochissimi chilometri dalla stupenda e lussuosa Costa Smeralda; un cast difficilmente salvabile; infine, come ammesso dallo stesso regista, un soggetto che non è nemmeno originale, essendo ispirato a un ragazzino che esiste e ama la moda. Fermiamoci qui, poiché le intenzioni, come detto, erano buone e allora “Sparare sulla Croce Rossa” è roba da vigliacchi.
Trattasi di una storia che nasce piatta e in tal guisa termina
Tuttavia, mai abbiamo assistito a regista e attori servire il prosecco in un buffet annunciato alla stampa, che poi non c’era. I “tipici prodotti” sardi non si sono materializzati il giorno dell’anteprima; come, del resto, di sardo c’è davvero poco in Moda mia. Unico sollievo è stato dato dalla bella palazzina in stile neorinascimentale (sede dell’AGIS) dove è stata proiettata la pellicola. In un incantevole pomeriggio romano, via di Villa Patrizi ha mostrato le sue architetture al meglio. E il cinema? Ce lo siamo forse dimenticato? Possiamo essere ogni tanto imprecisi e distratti, ma stavolta, ci dispiace dirlo, proprio non lo abbiamo visto.
Riccardo Rosati