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In Sala

Mine: un film di carne e sangue, tensione e redenzione

Davvero notevole il lavoro di Guaglione e Resinaro, fluida la loro regia, sempre focalizzata e stretta intorno al protagonista, elegante il montaggio, frammentato di pertinenti sequenze che danzano fra presente, passato e destabilizzanti visioni oniriche, oltre ad un massiccio lavoro di interpretazione di Armie Hammer, in grado, senza esagerare, di far percepire il perenne senso di disperazione ed incertezza determinato dalle circostanze

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Sinossi: Afghanistan: un soldato (Armie Hammer) sta tornando al campo base dopo una missione, ma inavvertitamente poggia il piede su una mina antiuomo. Non può più muoversi, altrimenti salterà in aria. In attesa di soccorsi per due giorni e due notti, dovrà sopravvivere non solo ai pericoli del deserto ma anche alla terribile pressione psicologica della tutt’altro che semplice situazione.

Recensione: Cosa ha di speciale Mine, l’opera di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, l’italico duo di registi più famoso del momento? Le risposte potrebbero essere molteplici, complesse o magari semplici e per nulla elucubranti, potremmo girare intorno a discorsi che non portano da nessuna parte, tediando lettori o semplici curiosi, quindi in tutta onestà, e in favore di una certosina semplicità, racchiuderemo le risposte in un unico concetto: si tratta di un bellissimo film. Si, Mine è proprio quel tipo di film da inserire nella categoria ‘film belli’, da vedere e rivedere, un gioiello di pura tensione, capace di veicolare emozioni e reazioni, dotato di una forza espressiva sempre meno presente in quel che ad oggi rimane della settima arte. Parliamo di intrattenimento finissimo, ma al tempo stesso di un’opera umanistica ed esistenzialista, è un film di guerra senza la guerra, appena abbozzata nel rocambolesco scontro iniziale, ma onnipresente nelle viscere dell’immobile protagonista e dello spettatore stesso, una guerra che si combatte da fermi, una guerra contro se stessi, contro un io sconosciuto o mai del tutto germogliato ma sopito, addormentato, una guerra estenuante contro il tempo, la fede, la forza emotiva o meramente fisica.

C’è un po’ di tutto ciò in quest’opera così dirompente, statica ma avvolgente, dove un marine, per la precisione un cecchino interpretato da Armie Hammer, si ritrova da solo dopo essere caduto con un piede in fallo, immobilizzato con il peso del corpo su una mina pronta ad esplodere. In pieno deserto, una landa desolata di miglia e miglia, sotto un sole bollente di giorno e nel freddo pungente della notte, il protagonista farà partire un disperato countdown di 52 ore, il lasso di tempo stimato dai soccorsi fra lui e un’ipotetica, quanto improbabile, salvezza, ma anche un infernale purgatorio attraverso il quale espiare (?) i propri peccati e fare i conti con se stesso e con il suo passato. Demoni, fantasmi, gesti mai fatti, parole non dette, sentimenti irrisolti, 52 ore possono valer un’intera vita nel momento in cui quella vita potrebbe lasciarti prima del termine ultimo e passare in rassegna tutto ciò che di giusto o sbagliato si è raccolto e seminato. In questo interminabile lasso di tempo si tenta di conoscere un po’ meglio il soldato, empatizzando con lui e la sua situazione tanto assurda, un limbo di vulnerabilità così evidente da non lasciare spazio ad illusioni o fantasticherie da film di guerra patriottico. In effetti, come accennavamo prima, la guerra intesa come tale in Mine è quasi del tutto assente, i due Fabi infatti pare abbiano voluto operare il loro film al cuore, estromettendone dunque proprio il conflitto, che pure esiste, per soffermarsi sul conflitto che maggiormente interessa i due autori, quello interiore del protagonista, sulle ragioni che lo hanno spinto in Afghanistan e su tutto il suo tumulto emotivo, come a volerci ricordare o dimostrare quanto la guerra sia in realtà uno spettro che covi silenzioso dentro ognuno di noi; si, ok, vecchio discorso, Oliver Stone nel suo Platoon lo aveva già sviscerato con sfrontatezza, ma qui tale tesi viene narrata da un punto di vista nuovo e indiscutibilmente più fresco, estremamente esistenzialista ed individualista e senza paura di esserlo. Il cecchino, interpretato dal bravo Hammer, è solo e deve farcela da solo nell’unica guerra che sembra appartenergli sul serio, quella contro se stesso, fatto che con lo scorrere del tempo comprende sempre più, come inizia a comprendere quanto sia fondamentale e al contempo complicato fare quel passo definitivo, in realtà mai realizzato in tutta la sua esistenza, strozzata al limite della detonazione.

Mine è quindi un’operazione estremamente intelligente e coraggiosa, si serve di uno spettacolo di sottrazione che toglie il fiato e tiene incollati gli occhi dello spettatore sullo schermo come raramente capita oggigiorno, tanto che in alcune sequenze, specialmente quelle in notturna, in cui gli ululati prima lontani e poi sempre più vicini dei lupi donano al plot momenti di purissimo horror, si avverte addirittura un disperato senso di vuoto e assenza dello spazio, oltre che una paradossale claustrofobia, in quanto il nostro soldato si trova in realtà immobilizzato in mezzo al nulla, nella fitta sabbia di uno sterminato deserto che pian piano lo sta piegando.

Davvero notevole il lavoro di Guaglione e Resinaro, fluida la loro regia, sempre focalizzata e stretta intorno al protagonista, elegante il montaggio, frammentato di pertinenti sequenze che danzano fra presente, passato e destabilizzanti visioni oniriche, oltre ad un massiccio lavoro di interpretazione di Armie Hammer, in grado, senza esagerare, di far percepire il perenne senso di disperazione ed incertezza determinato dalle circostanze.

Questo è il cinema che senza prevaricare tenta di comunicare, intrattenere, emozionare, senza obbligare lo spettatore a subire idee o pensieri unici, ricordandoci quanto possa non essere così complicato, anche per l’Italia, tornare a riabbracciare stili, tematiche e originalità che sono, sarebbero, parte del nostro DNA.

Manuele Bisturi Berardi

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  • Anno: 2015
  • Durata: 106'
  • Distribuzione: Eagle Pictures
  • Genere: Thriller
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Fabio Guaglione, Fabio Resinaro
  • Data di uscita: 06-October-2016