Cannes 68: Las Elegidas di David Pablos (Un Certain Regard)
Un film necessario nella testimonianza e nel nero che disvela, Las Elegidas dentro Un Certain Regard: opera seconda del messicano David Pablos, che indaga l’infernale piaga della prostituzione minorile in Messico
Un film necessario nella testimonianza e nel nero che disvela, Las Elegidas dentro Un Certain Regard: opera seconda del messicano David Pablos, che indaga l’infernale piaga della prostituzione minorile in Messico nell’aberrante reclutamento della giovinezza e dell’innocenza. Ulises e Sofia, le due vittime, agli antipodi dei ruoli ma non delle conseguenze, entrambi succubi di un mondo adulto abominevole e fagocitatore. Tijuana, città principale dello stato messicano della Bassa California, ad uno sputo dall’‘altra’ America: uno scarico a cielo aperto di corruzione e morte dell’uomo. Ulises e Sofia consumano il loro primo rapporto sessuale e si promettono amore, così pare. Ma il volto marchiato, poco pacificato del giovane, rivela molto di più a noi che lo guardiamo. Da lì in un attimo veniamo gettati insieme a Sofia nella incredibile scoperta di un adescamento tra i più ignobili. Troppo tardi Ulises si rende conto di tenere alla ragazza, troppo tardi. Sofia verrà rapita dalla famiglia del giovane e costretta a prostituirsi, in una discesa agli inferi senza appello. Con la polizia connivente, le ragazze vengono letteralmente risucchiate nell’umiliante spola quotidiana (e sempre vigilata) tra i tuguri dove consumano le ore di attesa e il ‘luogo’ di lavoro. La crepa del sentimento che Sofia ha suscitato in Ulises, e che spinge il ragazzo a barattare quel pezzo di carne con un’altra giovane ed innocente che dovrà essere adescata per liberarla, è la pena ancora più grande per la giovane, incatenata per sempre ad Ulises (incapace di ribellarsi al padre padrone pronto in qualsiasi momento a tirare il cappio ad un figlio non grato) e ad una famiglia (capitanata da un uomo senza alcuna pietà ed umanità) che dal fango che produce e spala sulla purezza, costruisce la propria normalità esistenziale.
David Pablos incappa in alcuni manierismi formali un po’ abusati da chi si occupa di raccontare storie di questo tipo, utilizzando lo stile minimalista da ‘tagli asettici di pareti scarne e colorate’ (lo definisco io). Bravo invece nel ‘mostrare’ gli stupri a pagamento di Sofia da parte dei suoi clienti nel fuoricampo degli unilaterali godimenti (maschili, naturalmente) e abusi: l’audio accompagna il montaggio alternato di volti e corpi maschili di ogni età e condizione, che si contrappongono a quello del giovane agnello di appena 14 anni. Uno spaccato, Las Elegidas, dove lo scandalo è soprattutto scoprire come il male si insinua: dentro l’atto di un fidanzamento in casa, di atteggiamenti da bravo ragazzo che Ulises usa per fermare e catturare le sue prede. Ragazze con una famiglia disagiata alle spalle, in cerca di un punto di riferimento, così ingenue da rendere noi che guardiamo increduli nel constatare come in quell’inferno ci siano persone capaci di fidarsi, di affidarsi totalmente ad altre.
Maria Cera
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