In principio fu il più celebre dei romanzi scritti da Alberto Manzi: Orzowei, pubblicato per la prima volta nel 1955. Romanzo poi conosciuto anche con il titolo Orzowei – Il figlio bianco del piccolo re e trasformato nella seconda metà degli anni Settanta in serie televisiva. Orzowei – Il figlio della savana, per la precisione, co-produzione tra Italia, Germania occidentale e Austria. Addirittura cinematograficamente sfruttata attraverso un omonimo lungometraggio-compendio di oltre un’ora e quaranta minuti di durata.
Serie televisiva trasmessa dalla Rai nella fascia pre-serale a partire dal 28 Aprile 1977, ma di cui, dal 1982, si sono perse le tracce.
Almeno fino ad oggi, in quanto Dynit provvede finalmente a renderne disponibili in home video i tredici episodi diretti da Yves Allégret che la costituirono. Tredici episodi oscillanti tra i venti e i venticinque minuti disposti su due dvd racchiusi in custodia amaray inserita in slipcase cartonato. Con booklet incluso all’interno della confezione, questo è il cofanetto Orzowei – Il figlio della savana che nessun collezionista o telenostalgico può lasciarsi sfuggire. L’ottima occasione per rivivere le avventure del bambino bianco Isa trovato e cresciuto nella savana africana da una tribù.

L’Isa soprannominato Orzowei (il cui significato è “trovatello”) e che, interpretato da Peter Marshall, manifesta sicuramente echi di Tarzan e del Mowgli de Il libro della giungla. L’Isa che conosciamo dunque nel pilot La grande prova e che seguiamo in questo racconto per immagini che riscosse grande successo all’epoca della messa in onda. Da La caccia ha inizio, coperto di colore bianco per trenta giorni e preda dei guerrieri Hutzi, i quali possono ucciderlo, al conclusivo La decisione. Passando per l’imprevisto con un cobra in Pao, quello con un leopardo ne L’offesa e l’entrata in scena del colono bianco Paul alias Stanley Baker.
E, tra Fior di granturco, Nel villaggio dei bianchi, Philip e Mesei, capo degli Hutzi, si approda ai voraci coccodrilli de La morte di Amunai.
D’altra parte, è l’ambientazione esotica a rappresentare il principale ingrediente di Orzowei – Il figlio della savana, come testimoniato ulteriormente dai tre episodi che anticipano l’epilogo. Quindi Lampi di guerra, La fuga e La trappola, intrisi come i precedenti di importanti tematiche quali l’antirazzismo, la pace e l’umanità. Il tutto, in mezzo a Din, Boeri e già citati Hutzi, accompagnato dalla storica e indimenticabile colonna sonora composta da Guido e Maurizio De Angelis. I trailer di altre uscite Dynit corredano i due dischi in qualità di extra.