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Festival dei popoli

‘Domani – Il viaggio di Maysoon Majidi’ una vicenda kafkiana

Un impegno civile per affermare una storia universale

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Domani – Il viaggio di Maysoon Majidi

Barbara Di Fabio e Vincenzo Caricari presentano il loro lavoro, Domani – Il viaggio di Maysoon Majidi, al Festival dei popoli di Firenze, nella sezione Habitat.

Una storia di resilienza in un’odissea giudiziaria.

Domani – Il viaggio di Maysoon Majidi: una storia universale

Maysoon Majidi, regista, attrice e attivista curda, è costretta a fuggire dall’Iran per il suo impegno politico e civile contro il regime degli ayatollah. Arrivata in Italia, dopo aver attraversato il mare con altri 77 migranti, comincia per lei una vera e proprio odissea giudiziaria. Majsoon Majidi viene arrestata a Crotone con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare ed è mandata a giudizio come scafista. Trattenuta sulla base di testimonianze non verificate, affronta 310 giorni di detenzione.

Il regime iraniano

È passato circa un anno da quando una giovane studentessa, di nome Ahou Daryaei, si spoglia in un campus universitario di Teheran, dopo essere stata aggredita dalla polizia morale del regime iraniano degli ayatollah. Un atto politico contro il regime, lo stesso contro il quale ha lottato e continua a farlo Maysoon Majidi, la protagonista del docu film diretto da Barbara Di Fabio e Vincenzo Caricari.

Una giovane donna, come Ahou Dryaei che, attraverso il cinema denuncia la crudele oppressione del regime del suo Paese, per questo è costretta a scappare dalla sua terra. Dopo un lungo e disperato viaggio giunge in Italia, dove spera di trovare la tanta agognata libertà. Un sogno che ben presto si rivela essere una distruttiva illusione.

Raccontando e mostrando questa kafkiana vicenda, i due registi calabresi, che auto-producono il loro film, toccano temi importanti della nostra società, come quello dell’immigrazione e della giustizia. Così dimostrano il loro impegno civile, realizzando un’opera cinematografica che diventa una testimonianza universale. Majson Majidi, pagando un caro prezzo, diventa un simbolo di resistenza, un megafono che dà voce alle tante donne, come lei, torturate da un regime religioso estremo e violento.

Majsoon Majidi, una donna, regista, un’attivista per i diritti

Sono loro le principali vittime di un’ideologia crudele, con radici in retaggi sociali maschilisti, che le rende schiave di padri e di mariti. In Iran le donne non hanno nessun diritto, escluse dall’istruzione, sono costrette a sopravvivere ai margini. Una situazione che Majsoon Majidi ha denunciato con un film.

Poi lo racconta nel film a lei dedicato. Lo fa in prima persona, senza nessun tipo di filtro. Il suo è un racconto spontaneo e sincero, catturato dalla cinepresa di Barbara Di Fabio e Vincenzo Caricari con immediatezza, ma lasciando il tempo necessario per cristallizzare l’emozioni, le paure, le speranze e la riscossa di una giovane e coraggiosa donna.

Così, gradualmente, Domani – Il viaggio di Maysoon Majidi, prende la forma di un diario, fatto di parole e immagini, dove i ricordi della sofferenza si stagliano all’orizzonte, tra passato e futuro e in mezzo il mare, dolore e rinascita. Un diario, quello di Maysoon Majidi ,che va oltre la cronaca dei fatti, giungendo a riflessioni collettive di carattere politico, sociale e filosofico. Le parole della giovane donna chiamano in causa altre donne che, come lei, soffrono e subiscono violenze e sopraffazioni.

Il labirinto della giustizia italiana

Attraverso la storia di Majsoon Majidi, viene affrontato il tema dell’immigrazione, dei viaggi disperati di donne, bambini e uomini che scappano dalla violenza e dalla miserie. Ma poi ecco la questione della giustizia, un labirinto senza uscita che imprigiona, ingiustamente la protagonista del film.

Una volta giunta in Italia Majsoon Majidi viene accusata di essere una scafista e per questo viene arrestata e trascorre 310 giorni nel carcere di Castrovillari. Un reato che la giovane donna non ha mai commesso, ma come dimostrare il contrario?

Il tutto nasce da un’errata traduzione di due testimonianze dei compagni di viaggio, che innesca uno scontro con un muro di gomma, contro il quale la giovane donna si scontra. Dopo le violenze del regime degli ayatollah, Majsoon Majidi è vittima del farraginoso sistema giudiziario italiano. Un domani di libertà che tarda ad arrivare, senza mai smettere di lottare per la propria identità di donna e curda.

La denuncia di Barbara Di Fabio e Vincenzo Caricari

Come il racconto dedicato alle violenze subite in Iran, anche in questo caso non ci sono intermediari. Domani – Il viaggio di Maysoon Majidi entra direttamente nelle aule del tribunale, mostrando la sua protagonista nelle veste di imputata, che si difende con l’arma della verità.

In questo modo Barbara Di Fabio e Vincenzo Caricari estendono la loro opera di denuncia. Dalla violenza del regime iraniano si arriva alla complessa questione dell’immigrazione e in particolare all’articolo 12 sul favoreggiamento dell’immigrazione illegale.

Quella dei due registi è un’accusa alla giurisprudenza e alla legiferazione italiana in materia d’immigrazione, che non riconosce l’umanità. Una questione complessa che diventa insopportabile per chi lotta per la propria libertà.

Non posso rimanere in silenzio. Devo essere la voce di chi ha bisogno di me”.

[Majsoon Majdi]

 

 

Domani – Il viaggio di Maysoon Majidi

  • Anno: 2025
  • Durata: 67'
  • Genere: documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Barbara Di Fabio e Vincenzo Caricari