Termina su Sky Atlantic la miniserie Task dal creatore di Omicidio ad Easttown, Brad Ingelsby. Sette episodi scritti interamente dallo showrunner con una regia alternata da Jeremiah Zagar e Salli Richardson Whitfield. Prodotto da HBO Entertainment, il thriller investigativo vede come protagonista Mark Ruffalo affiancato da nomi di rilievo: Emilia Jones, Tom Pelphrey, e Alison Oliver.
Il TRAILER – Task
Task
L’agente dell’F.B.I Tom Brandis (Mark Ruffalo) è a capo di una task force creata per porre fine ad una serie di furti, a mano armata, nelle case di spaccio della periferia di Philadelphia. Robbie (Tom Pelphrey), il netturbino a capo della banda, dovrà scontrarsi con le proprie colpe e destini inevitabili.
La redenzione è un lungo viaggio – Task
Nel viaggio di Tom e Robbie (alias gatto e topo, inseguitore e inseguito), Task trova il suo innegabile significato andando oltre la mera forma del genere in cui è collocato. L’emblematico finale è così visivo e così denso di senso : Ruffallo/Brandis sente il suono degli uccellini dalla finestra, una silenziosa contemplazione continuata nei titoli di coda, evidenziando come l’innocenza dell’animale-uomo, inseguita per tutti i sette episodi, si sia concretizzata nell’ambiente ascetico della dimora domestica come contrasto al caos rumoroso della serie. Rimanendo nelle metafore animalesche, il ladro e l’agente sono degli animali feriti i cui destini sono opposti ma uniti dal loro lascito, quello di essere padri. Il viaggio in Task è caotico, un poliziesco adrenalinico che raggiunge negli episodi finali il suo grado massimo ma anche la sua fatale morale.
Nella serie HBO affetti, cambiamenti di rotta, fallimenti e ripensamenti, sono essenziali strumenti con i quali lo showrunner Ingelsby trasforma il genere nello specchio delle relazioni famigliari, non lasciando nulla al caso. Ovviamente i cattivi vengono puniti (la gang alla Sons of Anarchy), come del resto anche Robbie che da soggetto di scelte sbagliate diventa l’eroe tragico della storia. Ma il poliziesco, il suo lato più crime e violento, nasconde l’opportunità per esplorare, approfondire e centralizzare le relazioni, vere protagoniste della serie.
La decisione di scrivere un episodio finale tutto orientato alle sottotrame dei rapporti interiori dandone una conclusione rispetto al piano dell’azione di Task, è la prova di come la sublime scrittura di Ingelsby sia più interessata al viaggio interno dei personaggi e non alla performance del genere. Robbie di certo ha il finale che merita, regalando però alla nipote e ai figli un futuro. Così del resto avviene a Tom Brandis : in bilico tra il precetto religioso di perdonare il figlio e il suo ruolo umano di padre e marito ferito, raggiunge nel finale la redenzione desiderata fin dall’inizio. Un viaggio lungo, tortuoso, pieno di ostacoli in primis psicologici. Ed è proprio quando Task ragiona in base al suo contenuto emotivo che la serie delinea un viaggio oltre le apparenze del genere. Un affresco tragico ed esistenziale sulla forza del perdono e la natura umana.
Ricostruire la foto di famiglia
Nel suo piano orizzontale, quello dei furti e la ricerca del Robbie in fuga, Task vince la sfida del ritmo e della suspence. Il sesto episodio, quello della resa dei conti, sembra essere uscito dalla prima stagione di True Detective : la baita è una carneficina, i proiettili non si contano, come del resto la capacità dei personaggi della serie di non arrendersi e risuscitare ogni volta, calibrano sorprendenti plot twist fino al climax episodico conclusivo. Questa è la base del poliziesco seriale al suo massimo : le nemesi sono al loro livello di esaltazione pura, le spie improvvise, come l’agente Grasso, impreziosiscono la tradizione del doppiogiochismo del procedurale crime. Un apice rinchiuso nell’ambiente della foresta e dell’acqua, elementi normalmente pacifici ma che in Task hanno le sembianze di un western contemporaneo senza esclusione di colpi.
Essere padri tra lupi e agnelli
La metafora natura-uomo ritorna nell’episodio più cruciale della serie, il quinto. Quando Robbie rapisce temporaneamente Tom, nel loro percorso in macchina esistenza e religione si fondono. L’analogia dell’uccellino ha la forma di quella che sarà la confessione-testamento del ladro: avendo perso la strada, si rivede nell’innocenza dell’animale, appellandosi alla bontà di Dio una volta che il confine tra vita e morte verrà travalicato senza ritorno. Una scena iconica, pervasa di una potenza umana permeante che solidifica “la strada” nel discorso famigliare del dramma.
Task alla fine è una storia di padri che si distaccano dai figli per poi riavvicinarsi. Per tutta la serie Tom Brandis deve fare i conti con la sua tragedia privata, il figlio adottivo in carcere responsabile dell’omicidio della moglie dell’agente. La narrazione, quindi, mira a disunire e riunire la foto di famiglia. Distrutta dalla tragedia della vita. Ispezionata dal peso della colpa. Liberata dalla forza del perdono. L’alterego di Brandis allontana per tutto il tempo della serie il suo essere padre e il confronto con figlio-assassino, sostituendo questo con il bambino rapito da Robbie senza una famiglia e una casa.
L’agente apparentemente vuole fare la cosa giusta, ma egoisticamente cerca di sospendere il discorso religioso sul proprio rimorso rimpiazzando il figlio con un altro. Non va a trovarlo in carcere per questo, condizionato dalla concezione interiore di aver fallito come padre. È qui che ritorna la scena finale, il suono degli uccellini che accompagnano le azioni sofferte ma giuste di Brandis. Non prima di un ennesimo momento-verità.
La colpa dell’uomo, il perdono della fede
Ci vengono in soccorso ancora una volta le immagini-scene della serie. Il momento della dichiarazione in tribunale nei confronti del figlio-assassino è catartico, vissuto. Tom dovrebbe dire la verità sull’omicidio della moglie, e la dice. Affermando però anche altro. Il legame verso un figlio, qualunque sia la sua colpa, non può essere spezzato o estinto. In questa vibrante scena, finalmente Tom riesce a guardarlo. Lo fissa con gli occhi dell’amore, esecutori di quel perdono cattolico che l’azione criminale non può estinguere. Così il suono degli uccellini sembra mettere tutto apposto. L’agente ritorna ad essere padre, aspettando il ritorno del “figliol prodigo” mentre la casa si svuota e Brandis rimane da solo assieme alle voci della natura.
Task dimostra e conferma la raffinatezza della scrittura di Brad Ingelsby. Il genere, sia crime, noir o poliziesco, per lo showrunner è sempre estensione di un’individualità umana da ricostruire ma non per questo da lasciar andare. Perdonare è difficile, non provarci ancora di più.
Anno: 2025
Durata: 50'
Distribuzione: Sky Atlantic
Genere: thriller poliziesco
Nazionalita: Usa
Regia: Jeremiah Zagar e Salli Richardson Whitfield