La diaspora delle vele è il docufilm scritto e diretto da Francesca Comencini, presentato alla Festa del Cinema di Roma. Una produzione Cattley & Sky Sudios, in collaborazione con il Comune di Napoli.
Il film sarà disponibile su NOW nel 2026.
La diaspora delle vele e la sua nuova vita
Il 22 luglio 2024 il cedimento di uno dei ballatoi nella Vela Celeste di Scampia ha provocato la morte di tre persone e dodici feriti. Dopo la tragedia, il piano rigenerazione delle Vele avviato dal Comune di Napoli subisce una drastica accelerazione e quasi 2000 persone ancora lì residenti sono evacuate per essere collocate in alloggi provvisori, in attesa di tornare a Scampia nel nuovo quartiere attualmente in costruzione.

L’altra faccia di Scampia
Dopo aver diretto diversi episodi di Gomorra La serie, Francesca Comencini torna a Scampia e lo fa mostrando l’altra faccia del quartiere napoletano, noto soprattutto per la cronaca nera. I protagonisti di questo suo film documentario sono persone normali, comuni cittadini che nulla hanno a che fare con le famiglie criminali che per decenni hanno padroneggiato quel triste luogo.
Nel suo racconto la regista si fa da parte cedendo direttamente la parola alle donne, ai bambini e agli uomini che hanno vissuto nelle Vele, costruendo lì a Scampia la propria quotidianità. Tante famiglie che tra loro danno vita a quella convivialità che solo a Napoli si può trovare.
I ballatoi delle Vele, teatri di guerre tra criminali in Gomorra e, ahinoi, nella realtà di qualche anno fa, diventano i salotti a cielo aperto di queste famiglie. Mamme che si trattengono a chiacchierare e bambini che giocano spensierati. Un giorno però il fatale incidente, la tragedia, come spesso accade, accende i riflettori e le Istituzioni finalmente si danno una mossa. Lo sgombero immediato rompe quel legame creato in anni di convivenza in quel mostro di cemento diventato casa.

Un messaggio di riscatto e speranza
“Le vele danno la morte, ma anche la vita”.
È questa una delle tante testimonianze raccolte da Francesca Comencini. Vita e morte che si mescolano in un luogo che oggi prova a conquistare il proprio riscatto sociale.
Lo stesso riscatto inseguito dai tanti testimoni che si alternano in La diaspora delle vele, condannati e marchiati dalla società, perché hanno vissuto in quel luogo bollato a vita come uno spazio di criminalità. Scampia, però, non è solo camorra e criminalità e dove un tempo era attiva la piazza di spaccio più grande d’Europa, oggi, tra mille difficoltà, si intravede una speranza di vita serena.
Una speranza nata dopo la tragedia del crollo che si rafforza con il tempo, con la nascita di tante realtà associative e l’azione concreta della vera politica, quella dei fatti. Con sacrificio e lavoro Scampia inizia a vivere una nuova epoca, senza più morte e criminalità. Un percorso difficile ma possibile.
Francesca Comencini si fa alfiere di una vita semplice e danza con la macchina da presa, soffermandosi sulle forme architettoniche di enormi palazzoni grigi. Il suo è un messaggio di speranza e di riscatto, come quello della bambina, che danza e volteggia nel grigiore, donandoci uno spiraglio di luce.
Francesca Comencini: una regista che fa bene al cinema italiano – Taxidrivers.it