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50 giorni di cinema Firenze

Festival dei Popoli 2025: il programma e gli ospiti della 66esima edizione

Memorie da Gaza ed echi del conflitto ucraino, il cinema della militanza femminile, l’arte dissidente di Ai Weiwei e la musica di Jeff Buckley e Piero Pelù, gli anni ’80 che hanno cambiato Firenze, le immagini manipolate dell’AI e le fake news, l’omaggio a Sandro Pertini nei documentari del 66° Festival dei Popoli, dall’1 al 9 novembre a Firenze (il 1 e il 2 con Popoli Kids and Teens)

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festival dei popoli 2025

Presentato ufficialmente il programma del Festival dei popoli 2025. La kermesse, che è arrivata all’edizione numero 66, si svolgerà a Firenze dal 1° al 9 novembre (con un focus in apertura il 1° e 2 novembre per i più piccoli, Popoli for Kids and Teens).

In occasione della conferenza stampa è stato presentato nel dettaglio il programma con le varie sezioni, alla presenza delle autorità.

È una sorta di grande diario di bordo nel quale ogni anno gli organizzatori ci restituiscono tutto ciò che si agita all’interno delle comunità internazionali.

Queste le parole di Iacopo Di Passio, Presidente di Fondazione Sistema Toscana.

Il Festival dei Popoli 2025

Il festival – presieduto da Roberto Ferrari, con la presidenza onoraria di Ken Loach – per la direzione artistica di Alessandro Stellino, la direzione organizzativa di Claudia Maci, presenterà il meglio del cinema documentario internazionale in un programma di 90 film accompagnati da numerosi ospiti internazionali e nazionali. Dalle piazze di oggi all’attualità da Gaza agli inediti racconti dall’Ucraina prossima al fronte fino alla Firenze delle sottoculture dei mitici Ottanta della new wave. Dai valori di ieri, nel ricordo di Sandro Pertini a quelli di domani, messi in discussione nell’esperimento provocatorio del primo documentario interamente realizzato con l’ausilio dell’intelligenza artificiale generativa. Il filo rosso del programma è cucito attorno a due omaggi di grande rilevanza: i film di Sarah Maldoror, prima cineasta africana dallo sguardo femminista e anticoloniale, e di Marie Losier, che firma ritratti di artisti, originali e controcorrente.

L’iniziativa è realizzata grazie al contributo di Europa Creativa Media, MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze, Fondazione Sistema Toscana – 50 Giorni di Cinema a Firenze, Calliope Arts, Publiacqua, con il Patrocinio del Comune di Firenze.

L’inaugurazione

Il festival sarà inaugurato dall’anteprima nazionale di With Hasan in Gaza del regista palestinese Kamal Aljafari, nella serata di lunedì 3 novembre alle 20.30 al cinema La Compagnia di Firenze, in presenza dell’autore. Una riflessione cinematografica sulla memoria, la perdita e il passare del tempo, filmando una Gaza popolata di fantasmi che oggi non esiste più. Il documentario arriva in prima nazionale nel Concorso internazionale lungometraggi del Festival dei Popoli dopo aver partecipato al Festival di Locarno, al Toronto International Film Festival e al New York Film Festival. Kamal Aljafari, regista e artista palestinese, oggi vive a Berlino: i suoi film indagano e raccontano la storia del popolo palestinese. Incontrerà il pubblico del festival martedì 4 novembre alle 10 al Cinema Astra (ingresso gratuito).

Il primo giorno di festival, al cinema La Compagnia, inizia alle 18 con la prima proiezione dell’omaggio dedicato a Sarah Maldoror, regista francese e panafricana d’adozione, voce rivoluzionaria e prima donna cineasta del cinema africano: in sala ci sarà il suo primo lungometraggio, il capolavoro Sambizanga (1972), tratto da un romanzo dello scrittore angolano José Luandino Vieira, che segue le vicissitudini di una giovane donna il cui marito è stato incarcerato in Angola dalle autorità portoghesi. Ad introdurre al pubblico i lavori di Maldoror, ci sarà la figlia Annouchka de Andrade, che ne cura il lascito e si occupa del restauro e della diffusione della sua opera. La retrospettiva fa parte dalla collaborazione tra il Festival dei Popoli e Calliope Arts Foundation all’interno del progetto “Women Trailblazers in Documentary Cinema”. L’omaggio è organizzato con il supporto di Unifrance, Ambasciata di Francia, Istituto Francese Italia, Istituto Francese Firenze, The Recovery Plan.

Il programma del Festival dei Popoli 2025

Il programma sarà diviso come di consueto in Concorso internazionale Lungometraggi e Concorso italiano, ai cortometraggi e mediometraggi sarà dedicato il Concorso Internazionale Discoveries, inaugurato lo scorso anno, per i lavori di giovani registi e registe da tutto il mondo con orientamento alla sperimentazione; in Doc Highlights i film di grande risonanza internazionale e poi le sezioni Habitat, dedicata all’ambiente e ai temi della sostenibilità e dei diritti umani, Let the Music Play per i documentari musicali, con la retrospettiva dedicata all’opera di Marie Losier, regista francese ospite del festival, Popoli for Kids and Teens per il giovane pubblico e il Future Camps – European Doc Academy, con le sorprendenti opere provenienti dalle migliori scuole di cinema di tutta Europa. Infine, la sezione Feminist Frames, una selezione di opere realizzate da registe sul tema della militanza e della liberazione pensata in collaborazione con una rete internazionale di cineaste femministe che costruisce spazi di mutuo sostegno, co-creazione e pratiche condivise, oltre al già citato omaggio a Sarah Maldoror.

Saranno 9 i film del Concorso Internazionale Lungometraggi, tutti in anteprima, per i quali la giuria composta dalla programmer Cecilia Barrionuevo (Argentina) e dalle registe Elena Lopez (Spagna) e Mala Reinhardt (Germania) assegnerà il primo premio (7.000€), il secondo premio (4.000€) e la Targa “Gian Paolo Paoli” al Miglior Film Antropologico. 10 i cortometraggi e mediometraggi in anteprima nel Concorso Internazionale Discoveries, saranno invece giudicati dalla giuria formata dalla distributrice Marcella Jelić (Croazia), la curatrice e produttrice Flavia Mazzarino (Italia) e la regista Eleanor Mortimer (Gran Bretagna) che assegnerà il premio Discoveries (3.500€).

Il concorso italiano

Ritorno e riscoperta delle origini, storie dai territori e dal proprio passato, indagini in luoghi lontani eppure vicini, si alternano nel Concorso Italiano che propone in gara 7 documentari.

In prima italiana, in programma ci sarà She (Lei – Storie operaie dal Vietnam di Parsifal Reparato (4/11), film corale che racconta le giornate di alcune operaie tra gli 80.000 lavoratori di uno dei più grandi impianti industriali elettronici al mondo. A seguire Waithood di Paola Piscitelli (5/11), protagonista un ragazzo sospeso tra Napoli, dove vive in seminterrato, e São Vicente a Capo Verde, che è stato costretto a lasciare da bambino e di cui conserva ricordi preziosi, dove sogna di tornare per ricomporre le sue fratture; Il fantasma che è in me di Michael Beltrami (5/11), film diario che prende il via nel 2005; Chi sale sul treno di Valerio Filardo (6/11), memoria del viaggio iniziato 120 anni fa dal primo Treno Bianco, il convoglio che accompagna malati e pellegrini dalla Sicilia a Lourdes.

In programma poi le anteprime assolute di: Cumpartia di Daniele Gaglianone (7/11), storia di Ivan, che ritorna a casa nel Sulcis in Sardegna dopo tre anni di lontananza per fare il vino con i genitori nella loro piccola azienda; White Lies di Alba Zari (7/11), protagonista la regista che usa la sua arte per esplorare un passato oscuro, quello di una famiglia cresciuta nella controversa setta dei Bambini di Dio; e Queste cose non avvennero mai ma sono sempre di Pierluca Ditano (8/11), ritratto collettivo di Taranto.

La giuria del concorso italiano è composta dal produttore Leonardo Barrile, dal regista Haider Rashid e dalla distributrice Anastasia Plazzotta, che assegnerà il Premio al Miglior documentario italiano (3.000€).

Il concorso internazionale e Discoveries

I film selezionati per il concorso internazionale: A Scary Movie di Sergio Oksman, durante le vacanze estive, un regista e suo figlio dodicenne soggiornano in un hotel abbandonato a Lisbona: un hotel vuoto come quello del film Shining. Poi anche Better Go Mad in The Wild di Miro Remo su Franta e Ondra, gemelli amanti della natura selvaggia, D is for Distance di Christopher Petit, Emma Matthews che raccontano la storia di loro figlio Louis, colpito da una rara forma di epilessia e Last Letters From My Grandma di Olga Lucovnicova che si immerge nel passato di famiglia alla ricerca delle sue radici, partendo da un fascio di lettere scritte da sua nonna, suicida nel 1989, proprio nel momento in cui l’Unione Sovietica stava per crollare.

Altri titoli sono Spring in Kangiqsualujjuaq di Marie ZrennerThe Ground Beneath our Feet di Yrsa Roca FannbergThe Memory of Butterflies di Tatiana Fuentes SadowskiTo The West, in Zapata di David Bim e il film di apertura.

Qui quelli del concorso Discoveries: A Reconnaisance di Stefan KruseAction Item di Paula Ďurinová, Citizen-Inmate di Hesam Eslami, Daria’s Night Flowers di Maryam TafakoryDirty Care di Isa SchiecheElegy for the Lost di William Hong-xiao WeiNight Blooms di Giulia di MaggioSkin Despair di Mireia VilapuigTin City di Feargal Ward To Cristianny Fernandes di Pauline Fonsny, Anaïs Carton, Maria José Freire.

Le sezioni Doc Highlights e Let The Music Play

festival dei popoli 2025

L’attualità, le guerre, la dissidenza nell’arte sono al centro della sezione Doc Highlights che propone titoli di grande rilevanza internazionale fuori concorso. Tra questi Ai Weiwei’s Turandot di Maxim Derevianko (4/11), segue l’artista e attivista rivoluzionario cinese Ai Weiwei per il suo debutto alla regia di un’opera lirica al Teatro dell’Opera di Roma, con l’allestimento della Turandot di Puccini come scenario di fondo per una riflessione sul potere dell’arte come forma di resistenza e libertà di espressione. Una ferita ancora aperta nell’opinione pubblica è l’invasione russa dell’Ucraina: il festival presenta scorci di una frontiera ferita da tre diversi punti di vista, nella giornata finale del festival, a partire da quello di Sergei Loznitsa con il corto Paleontology Lesson (9/11): nel giugno 2023, a Kiev, un gruppo di scolari visita il Museo di Storia Naturale, guidati da un insegnante di paleontologia che, come per magia, trasporta i bambini in un mondo lontano, dove non c’è più guerra. Non solo soldati in trincea: Checkpoint Zoo di Joshua Zeman (9/11) documenta un audace salvataggio guidato da un eroico team di guardiani dell’Ecopark di Kharkiv e volontari che hanno rischiato la vita per salvare oltre 5mila animali intrappolati durante l’invasione russa. Infine, in un ritratto ironico e grottesco, Sanatorium di Gar O’Rourke (9/11) porta a sud sulle rive di Odessa, in una fatiscente struttura sanitaria, nel corso di una stagione estiva in cui gli ospiti passano l’estate attratti dalle proprietà miracolose del fango nero nonostante l’eco dei bombardamenti in lontananza.

E poi ancora Arte come politica, invece, al centro di Nova ‘78 di Aaron Brookner e Rodrigo Areias. Da oltreoceano si ritorna a Firenze, con la prima assoluta di Uscivamo molto la notte di Stefano Pistolini (8/11), racconto della new wave fiorentina con i protagonisti dell’epoca: all’imbocco degli anni ‘80, Firenze si trasforma da aristocratica mèta di contemplazione turistica in capitale delle nuove culture giovanili, qui nascono fenomeni battezzati “Rinascimento Rock” o “Fauna d’Arte” e la città, nelle sue interminabili notti, diventa un’esplosione di creatività, edonismo, sperimentazione. In prima italiana, poi, Post Truth di Alkan Avcıoğlu (7/11): un film fittizio sul mondo reale, il primo documentario interamente generato dall’intelligenza artificiale della storia. Ricordi d’Italia ne Il Settimo Presidente di Daniele Ceccarini e Mario Molinari (9/11), in prima assoluta, docufilm che si propone di raccontare la figura di Sandro Pertini, con la musica di Nicola Piovani e il manifesto ufficiale da Gianluigi Toccafondo. Chiudono la sezione Familiar Places di Mala Reinhardt (4/11) e la Toscana profonda con Tatti, paese di sognatori di Ruedi Gerber (9/11).

La sezione che porta i documentari musicali nel cuore del festival, oltre all’ampia selezione dei lavori di Losier, viene completata da tre perle, ritratti a tutto tondo di figure di rilievo della scena musicale italiana e internazionale. Arriva per la prima volta a Firenze e in anteprima, dopo la partecipazione alla Mostra del cinema di Venezia, Piero Pelù. Rumore dentro di Francesco Fei (5/11). Si passa poi ai margini dell’Europa con In Hell With Ivo di Kristina Nikolova (5/11) in prima italiana: protagonista è l’artista queer bulgaro Ivo Dimchev. Chiude la sezione It’s Never Over, Jeff Buckley di Amy Berg (9/11), diretto dalla regista candidata all’Oscar.

Il festival dei popoli 2025 non finisce qui

Altre sezioni e i due omaggi, uno a Sarah Maldoror e l’altro a Marie Losier coronano il festival. Dal secondo appuntamento per il panel dedicato al cinema del reale dal titolo “Documentario italiano: verso la finzione”: ospiti sul palco saranno due coppie di registi, protagonisti di ultime uscite in sala, Alessandro Cassigoli e Casey Kaufmann insieme a Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis alle sezioni Feminist Frames, Habitat, Doc at Work, Future Campus e Popoli for Kids and Teens.

Il programma completo è sul sito della kermesse

Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli